Se questa è democrazia!

Ritratto di Angelo Sciortino

19 Ottobre 2013, 14:33 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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J.J. Rousseau, che molto spesso fu un illuminista con il lume della ragione spento, credette di trovare nella Volontà Generale l'essenza della democrazia, che in forza del suo poco illuminato principio si ridusse a essere l'antesignana dello statalismo, che si sviluppò ulteriormente con un tale Hegel, creatore dello Stato etico.

Qualcuno insiste ancora nel considerare questi due signori veri e propri giganti del pensiero, anche se il loro è troppo spesso un pensiero superficiale e privo di logica.

Cominciamo, per esempio, dalla definizione di “democrazia”, che non è una forma di governo, ma un “atteggiamento sociale”, che, coprendosi dietro lo schermo lo Stato siamo noi, finisce con il giustificare l'aberrante principio antidemocratico e illiberale che il 51% della società ha sempre ragione e tutto il rimanente ha sempre torto. Così, però, quando questa orribile convinzione sarà diffusa presso la gran parte della società, alla minoranza non resterà che adeguarsi “agli atteggiamenti sociali maggioritari”, determinando la morte della vera democrazia e della libertà; determinando la morte dei diritti innati di ogni uomo e, quindi, della sua dignità.

In questa sede devo limitarmi a queste osservazioni, che sono comunque sufficienti per farci giudicare, con sufficiente consapevolezza delle cause, quanto accade intorno a noi, sia a livello nazionale e sia a livello locale.

In questi giorni si discute della Legge di stabilità, che promette tanto, soprattutto per quanto riguarda la riduzione delle spese improduttive dello Stato e della sua burocrazia, ma che avanza una riserva esplicitamente espressa: proveremo a ridurre le nostre spese, ma, se non riusciremo nell'intento, pagheranno i cittadini. Se non è statalismo questo e se esso non è figlio del “gigantesco” pensiero descritto in premessa! Se poi si guarda a quanto è accaduto in Parlamento nei mesi susseguenti le ultime elezioni, si scopre che i parlamentari sono stati succubi delle iniziative legislative d'iniziativa governativa, riducendo se stessi a semplice strumento del Governo e abdicando al loro ruolo di rappresentanti dei cittadini.

Le cose non cambiano a livello locale. I cittadini attenti hanno seguito l'attività dell'Amministrazione e hanno sicuramente notato che essa lamenta la scarsa docilità del Consiglio (il Parlamento locale), per cui troppo spesso ha agito in forza di ordinanze, come se il Consiglio non ci fosse.

Quando, invece, non ha potuto fare a meno di esso – come nel caso dei bilanci e dei rendiconti – ha cercato maggioranze raccogliticce, che hanno ridotto il Consiglio allo stesso ruolo dell'attuale Parlamento nazionale. Ne avremo, forse, un'ulteriore prova lunedì 21 ottobre, quando il Consiglio, convocato dal Commissario, dovrà decidere se approvare o meno il rendiconto 2012, che aveva già bocciato e che sembra ripresentarsi spettinato e lacero come prima.

I cittadini finiranno con il pagare anche finanziariamente a causa di queste agitazioni contabili; protesteranno, ma nulla potranno contro la Volontà Generale del 51% né contro lo Stato Etico. A meno che una nuova cultura non li liberi da questa sudditanza di fronte al “potere”, che ancora oggi in tanti considerano depositario di verità indiscutibili e, quando questa sua verità si dimostrerà errore, accetteranno qualsiasi capro espiatorio, che liberi da responsabilità gli attuali governanti.

Governanti che si ritengono legibus soluti e che credono i loro proclami non soltanto idonei a giustificarne gli errori, ma persino a nasconderli.

Ha ragione Mario Macaluso, direttore di Cefalunews: occorre una nuova cultura.