Premio “Città di Ruggero”, 3ª ed. al M° Diego Cannizzaro

Ritratto di Pino Lo Presti

4 Agosto 2012, 03:09 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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Il Vicepresidente della Associazione “Cefalù Città di Ruggero”, Giovanni Biondo presenta le motivazioni dell’importante riconoscimento.

Cefalù ritorna ad ammirare il suo passato come fonte di ispirazione. Abbiamo voglia di raccogliere l’eredità dei grandi del nostro passato.
E’ questo il senso del premio intitolato al I° Re di Sicilia. Il Re che scelse Cefalù tra tante città, come sua città prediletta.
Nelle precedenti edizioni abbiamo a lungo argomentato sul senso della scelta operata da Ruggiero II in favore della nostra Città e quindi qui basterà ricordare la straordinaria importanza del Duomo Ruggeriano, la nostra Basilica Cattedrale che connota in tutti i sensi e in tutti i tempi la nostra città in italia e in tutto il mondo; e come secondo elemento di riflessione i particolari privilegi riservati alla stessa chiesa primo tra tutti i due sarcofagi per contenere le spoglie dello stesso Re a futura e imperitura memoria.

Più volte ed in varie circostanze ho ragionato sul singolare destino di Ruggiero II per il quale ho coniato il seguente paradosso “Tutto da vivo, nulla o quasi nulla da morto”.
Da vivo potentissimo I° Re di Sicilia Basileus incoronato direttamente da Cristo ed insieme “Emiro” la cui regia a Palermo sfavillava di immense ed inimmaginabili ricchezze.

Nulla da morto: volontà “testamentarie” disattese fabbrica del Duomo interrotta, corpo seppellito a Palermo, trasferimento dei suoi sarcofagi nel Duomo di Palermo, e il ricordo sempre più affievolito, tanto che in diversi testi Ruggiero II viene confuso con Ruggiero il conte o addirittura con Federico II, il nipote che si è visto attribuire molti dei meriti culturali ed artistici che appartenevano al nonno materno Ruggiero II.
Il premio Ruggiero II nasce quindi nel 1999 anche come atto di Riconoscenza al Re il cui SPIRITO, COME DISSE MONSIGNOR CRISPINO VALENZIANO, nella Letio Magistralis in occasione della consegna a Lui massimo studioso vivente del Duomo di Cefalù, appunto in quell’anno, diceva: “LO SPIRITO DI RUGGIERO RISIEDE A CEFALU’ NELLA NOSTRA CATTEDRALE”.
Ricordo che, in quella memorabile lezione, Monsignor Valenziano accantonò tutti i suoi titoli accademici per definirsi semplicemente Canonico della Cattedrale discendente di quei canonici che allora firmarono le famose petizioni in favore di Ruggiero e della Cattedrale di Cefalù.
Quindi il nostro premio per riconoscenza al Re ma anche come stimolo per tutti noi: così si legge nel protocollo: LA NECESSITA’ DI VIVIFICARE LA PRESENZA DI RUGGIERO II è L’ISTANZA CULTURALE CHE CI FA IDEARE L’ISTITUZIONE NELLA NOSTRA CITTA’ RUGGERIANA DEL PREMIO INTITOLATO AL I° RE DI SICILIA…CIO’ CON L’AUSPICIO DI PROMUOVERE E GRATIFICARE L’OPERA DI QUANTI,CERTI CHE LA TRADIZIONE COSTITUISCE UN VALORE PREZIOSO DA STUDIARE E SALVAGUARDARE, SI PONGONO AL CONTEMPO NEL SOLCO DI UNA CONTINUITA’ CULTURALE E CREATIVA CHE PRENDE PROPRIO LE MOSSE DALL’ACCADEMIA DELL A CORTE SICULO NORMANNA, NELLA PROSPETTIVA DI UN FUTURO DA COSTRUIRE.
Dopo Monsignor Crispino Valenziano è stata la volta di Don Liborio Asciutto eccellente studioso dei mosaici del Duomo e paladino instancabile della conoscenza e del dialogo tra le religioni.
Quest’anno la scelta cade sul Maestro Diego Cannizzaro per altrettanto chiari e ampi meriti, come sarà evidente nelle motivazioni del premio.
La manifestazione odierna è inserita nel programma dei festeggiamenti in onore del Santissimo Salvatore ed è quindi patrocinata dal Comune di Cefalù che ringraziamo nella figura del Sindaco Rosario Lapunzina per la pronta disponibilità di questo teatro Cicero.
Il premio Ruggiero II è promosso dell’Associazione Cefalù città di Ruggiero di cui presidente è l'Architetto Mauro Caliò.
Il Maestro Diego Cannizzaro nella seconda parte della serata terrà una letio-magistralis in forma di concerto.

La figlia, Gaia Biondo, legge la motivazione ufficiale

Oggi 2 Agosto dell’anno del Signore 2012 l’Associazione culturale Cefalù Città di Ruggiero conferisce il Premio Ruggiero II al Maestro Diego Cannizzaro, studioso e artista di talento: Organista, clavicembalista, pianista, direttore di coro e di orchestra attivo con incarichi prestigiosi in Italia e all’estero, tra l’altro docente invitato presso il dipartimento di musica antica del conservatorio di San Pietroburgo, dove ha anche preso parte al gruppo tecnico di progettazione del restauro degli organi storici della stessa Città, e coordinatore incaricato dall’Università di Malta per un progetto di incisioni discografiche di musiche sacre maltesi tra il diciassettesimo e il diciannovesimo secolo.
Cofondatore della partnership Italia-Spagna-Belgio per lo sviluppo della conoscenza della musica rinascimentale europea.
L’attività concertistica lo vede attivo in altrettanti paesi europei ed extraeuropei in America e in Russia. In Italia, è anche docente incaricato per organo e tastiere storiche presso il conservatorio di musiva Vincenzo Bellini di Caltanissetta ed è Direttore artistico del Festival organistico di San Martino delle Scale e dei festival di Sant’Eugenio Papa, di Tindari, Del Festival “La Grassa” di Trapani, dei “Concerti dell’Auditorium Pacis e della rassegna internazionale “In Tempore Organi”.

Numerose sono le pubblicazioni discografiche dagli antichi organi e nuovi musici in Sicilia del 1996, al recente “Le sonate per organo di Filippo Capocci, Bottega Discantìca (In onore del centenario della morte di Filippo Capocci, organista e maestro di cappella in San Giovanni in Laterano a Roma).
A nostro avviso un momento di rilievo della sua vita di studioso è quello dedicato allo studio e al restauro di antichi strumenti musicali, degli organi in particolare, che per le sue cure e la profonda conoscenza della materia riacquistano voce. Vorremmo sottolineare che solo in Terra di Sicilia ha collaudato circa 100 organi storici. Siamo certi che l’emozione di poter ascoltare la voce autentica di un organo antico sia seconda sola al sentimento di poter creare e comporre, oltre che suonare, musica nuova insieme a quella antica.
Infine… COME ORGANISTA DEL DUOMO CEFALUDESE DI RUGGIERO CI HA RESO PARTECIPI CHE L’ORGANO E’UN PRINCIPE TRA I PRINCIPI, UNO STRUMENTO REGALE, SOLENNE CHE DIPANA ED ELARGISCE NOTE COME PER MAGIA SOTTO LE VOLTE ANTICHE E SOTTO QUALSIASI CIELO IN UN MISTICO CLIMA.
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Il Sindaco, Rosario Lapunzina, consegna il Premio "Città di Ruggero"



Il Maestro, Diego Cannizzaro

Questo premio giunge dopo due importanti premi: a Crispino Valenziano e a Liborio Asciutto.
Nel loro caso, è fuor di dubbio che il Premio sia il giusto riconoscimento per una carriera, di uomini di cultura, dedicata e spesa anche per le finalità dette.


         Il sig. Buscetta artigiano vetraio che ha realizzato l'opera

Nel caso mio devo interpretarlo più come impegno e stimolo a fare, anche nel futuro, sempre di più e sempre di meglio; perchè mi è sembrato un eccesso di bontà vostra ritenermi già con un percorso ed una attività culturale compiuti; ritengo che ci sia ancora tanto da fare e, a questo punto, io questo Premio lo interpreto come un impegno preciso e un dovere che assumo nei confronti della vostra associazione, e quindi dedicherò parte del mio tempo, dei miei lavori e dei miei studi appunto a sostenere la vostra giusta causa.
Quindi, lo interpreto più come un invito al lavoro che come un riconoscimento; questo ci tengo a dirlo!

Questo grande re, mi ha sempre affascinato già dai tempi dei miei studi universitari (al quale, per forza di cose -  vedendo la figura della nostra magnifica cattedrale -, non si può  che riconoscere, con grande ammirazione, questa grande lungimiranza culturale e politica).
La figura di Ruggero II apre scenari incredibili su tante discipline del sapere. e investigarle tutte non è semplice.

Io, stasera, cercherò di aprire qualche squarcio su alcuni collegamenti che probabilmente non vengono spontanei  e che però è importante sottolineare; perché Ruggero II -  se noi lo prendiamo un po’ alla lontana -  in fondo è il grande statista, oltre che Re,  che dà un certo assetto alla Italia meridionale, che crea il regno di Sicilia - tentò di legarlo con il Nordafrica -, e, di fatto, ha posto le basi del forte legame che ci sarebbe poi stato con il regno di Sicilia Superiore, cioè col regno di Napoli.
Questi due regni separati, o, comunque differenziati fino a tutto il 1500, poi, per altri due secoli si fonderanno nel regno delle due Sicilie, che, dal punto di vista culturale, non ha assolutamente eguali nel panorama italiano.
Penso che qualunque storico, anche il più legato a certe vicende del Risorgimento, non può non riconoscere il primato culturale del regno delle due Sicilia.
Se noi ci riflettiamo, tutto nasce da Ruggero II; e non è un caso che chi arriva a Piazza del Plebiscito (Napoli), dalla via Toledo, guardando il Palazzo reale, nella serie dei grandi re, che i napoletani sentono come propri,  vede che il primo è proprio Ruggero II poi vengono tutti gli altri: Federico II, il grande capo dei Borbone, Ferdinando,  e via via tutti gli altri, ma il primo è  Ruggero II, proprio a sottolineare come anche i napoletani comprendono questa primogenitura di Ruggero II.

Il primato culturale è anche un primato musicale.  
Io ho dedicato veramente tantissimo tempo  alla musica del regno di Napoli,  del regno di Sicilia, soprattutto nei periodi d’oro e cioè del cinquecento e del seicento.

Il teatro è il luogo ideale per un clavicembalo per potersi esprimere.
Vorrei fare un breve percorso con voi su alcuni aspetti fondamentali della musica tra fine cinquecento e metà del seicento fra il regno di Sicilia, e il regno di Napoli, con una piccola digressione romana.

C’è un ulteriore legame con Ruggero.
La musica rinascimentale  aveva un concetto di originalità, di diritto d’autore, leggermente diverso da quello che noi intendiamoci. Oggi, anche a seguito di certe istanze del romanticismo, la originalità consiste nella creazione ex novo di un’opera; e quanto più è differente dalle altre, tanto più è interessante ed originale. Ma, nel cinquecento, c’era un concetto profondamente diverso: la bravura e la originalità dei compositori stava nel sapere lavorare in maniera stupefacente una melodia conosciuta: è un meccanismo completamente differente!
E, tanto più la melodia era conosciuta,  popolare e cantata presso tutti gli strati sociali, ancor meglio l’effetto stupefacente del compositore veniva riconosciuto dai suoi colleghi e contemporanei.
È così che tutto il cinquecento è pervaso da melodie, passi armonici, accompagnamenti che si chiamano “tenori”. E, ciascun “tenore”, ha un titolo: “passo e mezzo”, “romanesca”, “zèfiro”, “spagnoletta”, “Monica”, e così via.

Tra i “tenori” ce n’è uno che si chiama “Ruggero”, tra l’altro, uno dei più belli!
È difficile poter dire quale fosse la vera melodia, perché la melodia popolare non l’ha scritta nessuno ma, ricostruendo tutte le elaborazioni, si riesce a capire quale fosse l’archetipo.
Quindi, vi suono la canzone di Ruggero


(Ascolta Audio  canzone di ruggero.mp3)




 
Come vedete, è una melodia abbastanza semplice, orecchiabile, e veniva cantata a tutti i livelli sociali ed utilizzata per le danze.

Mi chiesi se un tema con questo nome “Ruggero” ha forse attinenza col nostro Ruggero II?  Non ha attinenza diretta ma il legame è veramente stretto, strettissimo.

Tutti questi “tenori” rinascimentali facevano riferimento ad un contesto letterario, e il contesto letterario di Ruggero sono due poemi cavallereschi molto famosi: “L’Orlando innamorato” di Matteo Maria Boiardo e  “L’Orlando furioso” di Ludovico Ariosto.
In entrambi i poemi, abbiamo un Ruggero che un grande musicologo come, Alfred Einstein (fratello di Albert), collocò come l’archetipo letterario della melodia di Ruggero.

Nell’ Orlando innamorato, Ruggero è un  nobile cavaliere che discende direttamente dalla stirpe di Ettore e sarebbe stato poi il progenitore del casato degli Estensi (a cui il Boiardo dedicava il poema). Ma, la versione di Ariosto è  più interessante è, nel contempo, storicamente centrata perché Ariosto dice chiaramente che il Ruggero  (che poi si innamora di Bradamante e che poi diventerà uno dei paladini di Francia) era figlio di Ruggero II. E, in effetti, il secondogenito di Ruggero II si chiamava anch’egli Ruggero.
E, i riferimenti storici tra le vicende cavalleresche di Ruggero, figlio di Ruggero II, e il Ruggero citato nei poemi collimano con grande precisione.
Per cui, l’ispiratore di questa melodia altri non è che il figlio di Ruggero II, che noi stiamo celebrando qui.

Ed è importante il fatto che Ruggero figlio, nell’epopea,  diventi anche uno dei paladini di Francia, anche perché i compositori napoletani -  che più di noi hanno subito l’influenza francese -  spesso non utilizzano il tema “variazioni su Ruggero”, ma utilizzano “variazioni su Rogiere”, cioè  più alla francese.
Tutto ciò, a mio avviso, non è un caso perché una certa unità politica, deriva anche da una uniformità e da un criterio logico, anche culturale e letterario; certe cose non succedono per caso!
Ecco, che il nostro tema di “Ruggero” fu uno dei più visitati dai compositori, probabilmente uno dei più belli -  forse ci mettiamo anche una carica affettiva  perché ce lo sentiamo nostro -,  e dà anche un altro grande spunto.

Di Ruggero non esistono soltanto le “variazioni sul tema”  esiste una vera e propria danza -  che si chiama “danza di Ruggero” - , che ancora in qualche zona della Sicilia  (specialmente dei  Peloritani)  sopravvive.
Questo è un campo di ricerca attivo perché in realtà sarebbe opportuna un’opera di contestualizzazione più precisa tra questa sopravvivenza coreutica,  popolare, ed eventuali altre tradizioni storiche, culturali; anche perché nello studio su  Ruggero II non si insisterà mai troppo sulla valenza culturale di questo grande sovrano.

Andiamo adesso alle nostre “variazioni” su Ruggero.
La “melodia” già l’avete sentita.  
Provate ad immaginare l’uditorio di fine cinquecento che conosceva “Ruggero” come noi conosciamo “Volare”  di Domenico Modugno.

Inizierei con una delle prime “Variazioni” realizzate su “Ruggero”,  giusto da un fiammingo, Jean de Marques il quale venne a Napoli invitato per assumere l’incarico di maestro di cappella.
Fortemente voluto dai principi Di Gesualdo che volevano uno dei massimi musicisti dell’epoca proprio per innalzare al massimo grado il livello musicale di Napoli, infatti da Jean de Marques  deriverà una schiera di musicisti locali che renderanno grande Napoli.

E questo deve anche far riflettere perché a volte il voler molto bene alla propria terra, a volte passa anche per l’invito di persone da fuori, pur di farla crescere.
Napoli aveva una sua importanza, come tutta l’Italia meridionale ma, con l’innesto culturale di questo fiammingo,  si è internazionalizzata.
Tra l’altro, Napoli “soffiò” Jean de Marques  proprio a Palermo perché, in una prima fase, era stato individuato come maestro della cappella palatina, ma, all’ultimo momento, un po’ come succede con i calciatori delle squadre, con alcuni piccoli ritocchi di contratto si riesce a cambiare anche la storia.  
Se Jean de Marques  fosse andato a Palermo probabilmente il ruolo che oggi ha Napoli nella cultura mondiale, lo avrebbe Palermo.

Ascoltiamo adesso una variazioni di Jean de Marques. Siamo circa nel 1590


(Ascolta Audio jean de marques.mp3)







Un esempio di altre melodie famose legate e costruite sopra il “Basso armonico” di “Ruggero”, un fenomeno che non succedeva agli altri “tenori”; per questo “Ruggero” divenne molto famoso.
Che “Ruggero” servisse da “Base” per altre melodie lo dimostra anche Girolamo Frescobaldi che utilizzava lo stesso “Basso” per un “caprìce” sopra l’aria di “Fra Jacopino” (altra melodia famosa).
Il titolo delle “Variazioni” di Frescobaldi (in cui si uniscono le due componenti) è “Capriccio del soggetto scritto sopra l’aria di Roggiero”




(Ascolta Audio frescobaldi.mp3)

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Ci sarebbe piaciuto riportare le altre “Variazioni” eseguite ma il limite della qualità della riproduzione imposta dai nostri mezzi ci induce a fermarci qui.






Il M° Cannizzaro ha donato ai presenti copia del suo libro “Cinquecento anni di arte organaria italiana”