Dopo la dichiarazione di fallimento di APS per il Comune è dissesto?

Ritratto di Saro Di Paola

2 Novembre 2013, 09:07 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Lo scorso 29 ottobre il Sindaco Lapunzina, sulla pagina di facebook “Saro Lapunzina sindaco di Cefalù”, ha dato la notizia della dichiarazione, da parte del Giudice fallimentare, del fallimento della società Acque Potabili Siciliane, che gestisce il servizio idrico integrato a Cefalù ed in altri 51 Comuni della Provincia di Palermo.

Come è ben noto, il Comune di Cefalù risulta ammesso al passivo di APS per l’importo di circa tre milioni di euro, pari all’importo per il quale il Comune medesimo è risultato soccombente nel lodo arbitrale che ha definito la controversia aperta da “Sorgenti Presidiana” per il pagamento delle fatture relative al servizio di potabilizzazione reso nel periodo dal 28 aprile 2009, giorno in cui il Comune aveva formalmente consegnato ad APS le opere e gli impianti afferenti al servizio idrico integrato, al 26 gennaio 2011, giorno in cui APS aveva formalmente depositato al Tribunale di Palermo la domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo.

Con la decisione del Giudice fallimentare, il Comune, di fatto, ha perso la speranza, qualora mai l’avesse avuta, di un recupero, anche parziale, del credito che vantava, e vanta, da APS.

Come ho già scritto il 6 giugno scorso (http://www.qualecefalu.it/node/2390) quei tre milioni di euro resteranno sul groppone della Città e degli utenti del servizio idrico, che dopo avere pagato la potabilizzazione, direttamente, ad APS dovranno ripagarla al Comune, sotto altra forma e, per di più, maggiorata delle spese sostenute per il lodo e degli interessi già maturati e di quelli che andranno a maturare.

È il debito fuori bilancio più grave della storia amministrativa di Cefalù.
Per la sua entità e per le responsabilità amministrative e politiche da cui è promanato.
È il debito che determinerà il dissesto finanziario del Comune!

Eppure nessuno ha sentito il dovere di fare un comunicato ufficiale sulla dichiarazione di fallimento della APS.
Eppure nessuno ne parla.
Eppure il Sindaco, avrebbe potuto, e forse dovuto, parlarne.
Ufficialmente.
Già il 30 ottobre, cioè il giorno dopo l’avvenuta dichiarazione di fallimento, nel dettagliato e lungo capitolo, che nella relazione sull’attività del suo primo anno di sindacatura Egli ha dedicato al “RISANAMENTO”.
Non fosse stato altro perché, il 6 giugno scorso, (http://www.qualecefalu.it/node/2392) Egli così aveva dichiarato :
“L’esito del lodo arbitrale tra Comune di Cefalù e Sorgenti Presidiana travolge ogni sforzo compiuto in questo anno per giungere ad un risanamento in maniera non traumatica delle finanze comunali”.
Per di più aggiungendo che,
“di concerto tra Amministrazione attiva e Consiglio Comunale, occorrerà assumere quelle decisioni che, a questo punto, potrebbero risultare inevitabili”.

Saro Di Paola, 2 novembre 2013

Commenti

E se nei prossimi giorni la Corte di Cassazione dovesse decidere la non ammissibilità del ricorso al TAR contro la Corte dei Conti? Vero, la recente sentenza della Corte Costituzionale ha detto che lo Statuto speciale della Regione impedisce che la Corte dei Conti demandi al Prefetto la nomina del commissario, ma nulla vieta che essa si rivolga all'Assessorato regionale Enti Locali, per dare esecutività alla già avvenuta dichiarazione di dissesto. Proprio com'è avvenuto alcune settimane fa per il comune di Bagheria.

Stiano tranquilli, però, i cittadini: non mancherà l'ennesimo proclama placebo!