Michele Cutaia

Ritratto di Giuseppe Forte

2 Novembre 2013, 11:32 - Giuseppe Forte   [suoi interventi e commenti]

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Michele CUTAIA docente dell'Istituto Statale d'Arte di CEFALU' dal 1960 al 1975

e vice preside dal 1968 al 1971

 Appena tredicenne ho avuto come docente, presso l'Istituto Statale d'Arte di Cefalù, oggi Liceo Artistico "Diego Bianca Amato", il giovane Professore Michele Cutaia che si affiancava ai veterani Paolo Consiglio (disegno dal vero), Bartolo Martino (disegno geometrico e architettonico), Nenè Flaccomio (laboratorio legno), Giuseppe Brocato (laboratorio metalli).

Cutaia insegnava disegno dal vero e professionale per la sezione legno e insieme ad Angelo D'Amico (futuro preside dello stesso Istituto), Edoardo Collerà, Andrea Merlo, Pietro Saia (solo per un anno), faceva parte dei nuovi assunti, tra la fine degli anni cinquanta e gli inizi degli anni sessanta, alla Scuola D'Arte, che man mano si arricchiva di un notevole aumento di studenti. Ricordo, come se fosse passato appena qualche giorno, che le ore di lezione di disegno professionale, trascorrevano senza che ce ne accorgessimo.

Autoritratto - olio su faesite , 1953

Il professore Cutaia oltre agli esempi che con mano sicura tracciava alla lavagna disegnando con padronanza e disinvoltura qualsiasi forma, oggetto  della nostra ricerca, ben presto, in perfetta sintonia col professore Nenè Flaccomio, ci fornì una cartella di impiallacciature e una campionatura di incastri di tutti i legni allora in uso, al fine di servircene per lo studio delle forme e per il giusto accoppiamento dei colori sia per i lavori ad intarsio che di ebanisteria in legno massello. Ci abituò, inoltre, ad accompagnare i  lavori con una scheda tecnica e a inserirli ordinatamente in cartella. Le sue lezioni si arricchivano anche di molte notizie che riguardavano l'arte contemporanea e, a tal riguardo, portava in classe riviste e monografie di artisti del novecento che sfogliavamo, leggevamo e di cui guardavamo le immagini con molta avidità e voglia di conoscenza.

Operaio di Capo d'Orlando - carboncino su carta 1956

Le comari - tempera su cartoncino , 1957

Al professore Cutaia debbo il mio primo cavalletto, che ancora oggi utilizzo per dipingere,  la presentazione (nel corso della mia attività ne seguiranno tante altre) di una delle mie prime mostre personali tenutasi nella sala consiliare del Comune di Gela nel 1967, inaugurata dal sindaco Paolo La Rosa, la conoscenza dei critici proff. Francesco Carbone e Giovanni Cappuzzo e più di ogni cosa, la profonda passione per la pittura intesa come tensione dello spirito, capace di trasmettere emozioni, e limite che separa lo spazio temporale da quello spirituale ed eterno. Arte intesa, quindi, come fonte comunicativa di testimonianza di valori  attraverso una costante e regolare pratica del lavoro. 

Nel 1969 Michele Cutaia ha dato  nome all'associazione culturale costituitasi a Cefalù presso il Notaio Sammarco di "Centro d'Arte Il Vaglio"  che lo vide tra i soci più impegnati a fare esporre artisti validi e già conosciuti anche in ambito nazionale. A tal proposito non può essere dimenticata la prima mostra, inaugurata dal critico d'arte Francesco Carbone alla presenza di un pubblico eccezionale, dal titolo "Panorama della Pittura Siciliana Contemporanea".  Proprio in quella occasione nella lettera inviata agli artisti partecipanti ha scritto fra l'altro:..."l'Arte non è ricettacolo di sprovveduti nè di velleitari opportunisti. Basta a certi fenomeni che spesso hanno alterato gli aspetti culturali per cui gli autentici valori, le estrinsecazioni più pure dello spirito, sono stati mortificati senza ritegno!..." Nelle parole citate si racchiude il modo serio e impegnato di sentire e fare "Arte" che da sempre hanno segnato e contraddistinto l'Artista Cutaia che suo malgrado nel 1975 raggiungerà L'Aquila, in quanto nominato di ruolo (dove rimarrà due anni), per poi concludere nel 1989 la carriera di docente, presso il Liceo Artistico di Palermo. 

Michele Cutaia  nasce a Termini Imerese nel 1936, consegue il Diploma di Licenza dal Corso Superiore – sezione pittura decorativa - presso l'Istituto d'Arte di Palermo nel 1956 e il Diploma in Decorazione Pittorica presso l'Accademia di Belle Arti della stessa città nel 1962. Ha  come maestri della sua formazione Alfonso Amorelli, Gino Morici, Ubaldo Mirabelli, Guido Di Stefano, Gemma Salvo Barcellona, Alessandro Manzo, Stefano Tortorici e Giovanni Varvaro. Ancora studente, si fa subito notare per le sue non comuni qualità artistiche e umane, per il suo impegno nel sociale e nel mondo culturale e, nel 1956, arrivano i primi successi in mostre collettive, anche fuori la Sicilia, che lo inseriscono tra i protagonisti del rinnovamento della pittura contemporanea siciliana. 

Il sogno infranto - carboncino e collage su tela colorata - 1967

Alla fine degli anni cinquanta e negli anni sessanta, in Cutaia, il gesto creativo e la materia cromatica si fondono in un paziente reticolato di velature e trame colorate, in un'armonica sensazione visiva di spontaneità ove vortici e macchie di colore fanno emergere le esperienze più profonde e sentite dell'animo umano. La risposta artistica di Cutaia alla profonda crisi morale, alle tensioni e ai disagi del tempo, avviene  esprimendosi in modo libero e spontaneo, al di fuori di qualsiasi schema precostituito e contro ogni accademismo figurativo di maniera. Superfici materiche e accentuati contrasti coloristici, si alternano a campiture e intrecci di filamenti cromatici morbidi e delicati indicanti conflitto e serenità, realtà e sogno, frantumazione dell'immagine e spontaneità, intelligentemente guidata, dalla casualità delle colature  dove tecnica e soggetto  si amalgano in un armonico insieme di espressionismo astratto – figurativo in un contesto informale. 

Il futuro dell'infinito - tempera e cementite su faesite , 1961

Jungla subacquea - tempera su tela, 1958

Particolare e vivo interesse e apprezzamento hanno suscitato a Cefalù le sue pitture esposte in una mostra collettiva presso il Palazzo di Città nel 1962, presentata dal critico d'arte Giovanni Corrieri, dal titolo "Dinamismo e staticità", "Pecore nere", "Il sogno", "Crepuscolo della vita", "Vortice", "Primordi", "Incubo", "Tra sogno e realtà". Mi piace riportare, dal compianto drammaturgo dell'anima palermitana Michele Perriera (1937 – 2010), una frase scritta nel 1964 nella presentazione di una mostra: ..."che Cutaia cerca nel sogno un luogo dove dal groviglio di una realtà imprigionata, quasi reticolata, si sprigionano presenze e suggestioni vitali, la cui prerogativa essenziale è quella dell'invito – ora angoscioso ora semplicemente "curioso" – di un ritorno al ritmo, alla dinamica della veglia". 

Nascita dello zolfo - tecnica mista , 1961

Senza titolo - acrilico su tela , 1975

 E Cutaia lavora instancabilmente volgendo il suo interesse alle viscere della terra e alla profondità del mare ma anche al cosmo dando vita ad opere come:  "Nascita dello zolfo", "Fuoco solare", "Visione cosmica", "Jungla subacquea", "Il futuro dell'infinito", "Ricordo di un sogno", "Rapsodia" e tante altre tele di grandi dimensioni, che non mi stancavo mai di guardare quando, usufruendo della sua benevolenza e dei suoi suggerimenti, l'andavo a trovare nell' abitazione di Cefalù e poi di Palermo. Il desiderio e la consapevolezza di ricostruire un fruttuoso rapporto di dialogo e apertura con la società volto alla valorizzazione della dignità di ogni essere umano aborrendo ogni sorpruso, sopraffazione, prevaricazione, tensione ideologica e politica,  gli orrori della guerra e della fame nel mondo, lo porteranno a ritornare al figurativo per meglio narrare l'era del disagio e della contestazione e la sua arte è protesa verso un impegno civile sempre più incisivo e coinvolgente. Nascono, tra le altre, le opere: "Il sogno infranto" (1965) in ricordo dell'uccisione del Presidente degli Stati Uniti John Kennedy, "Tragedia senza tempo" e "Senza titolo", tela pregna di simbolismo che riporta la copertina dell'Espresso dedicata a tragedie e orrori della civiltà contemporanea e che esposta al Salon International de "L'Art Libre" di Parigi nel 1975 gli consentirà di vincere un prestigioso premio. Alla fine degli anni settanta appartengono circa ottanta elaborati (cm.50 x 70 e 70 x 100), integrati di testo e didascalie, sul grandioso affresco "Il Trionfo Della Morte" (1446), esposto presso il palazzo Abatellis di Palermo che Cutaia, con uno studio affascinante e metodico (ricordo quando scriveva ai direttori dei più grandi musei europei per essere sicuro delle sue intuizioni e approfondite ricerche), attribuisce senza esitazione al grande pittore  Pisanello (1395 – 1455). Molte sono le tavole pittoriche e i disegni eseguiti relativi al suddetto affresco e molte sono state le città e le istituzioni culturali che hanno accolto, ed esposto, il lavoro fatto con scrupolo e grande consapevolezza scientifica e artistica. Di particolare interesse è la pubblicazione (1980 – 83) del saggio "L'Autore del Trionfo Della Morte è il Pisanello?" 

Da un bel pò di anni il "Nostro" è impegnato, fra l'altro, a dimostrare con altrettanti studi approfonditi e con metodo rigoroso e perspicace, che il grande pittore Spagnolo Pablo Picasso (1881 - 1973), per l'opera che lo ha reso famoso in tutto il mondo, eseguita nel 1937, "La Guernica", si è ispirato al trionfo della morte di Palermo.  Per suffragare tale ipotesi nel mese di gennaio 2013 ha allestito una mostra documentaria dal titolo  "DA GIOTTO A PICASSO ATTRAVERSO  PISANELLO" nella sala Paolo Borsellino del palazzo Jung a Palermo, esponendo più di 20 pannelli ricchi di annotazioni, foto e documenti. Dal 1954 Cutaia è presente alle più importanti mostre d'arti figurative, tenutesi in Italia e all'estero, conseguendo  prestigiosi premi oltre che con  la pittura anche con la grafica e l'incisione. Inoltre non va dimenticata l'esperienza degli smalti su rame portata avanti negli anni '70 con composizioni figurative – simboliche, di straordinario effetto di fusione cromatica  dovuto  all'esperienza pittorica acquisita negli anni e all'effetto a  fuoco a 900°.  Ha allestito mostre personali in molte città italiane e la Provincia Regionale di Palermo nell'ottobre del 2009,  gli ha dedicato una personale dal titolo "Strati, figure . Dall'informale alla denuncia" – Opere anni Sessanta – Ottanta. In qualità di operatore  culturale ha organizzato mostre ed eventi artistici, ha scritto articoli su quotidiani e periodici e presentato in catalogo numerosi artisti contemporanei. 

Tra coloro che hanno recensito la sua attività, tra gli altri, ricordiamo:

Gino Traversi, Albano Rossi, Giovanni Corrieri, Mario Lepore, Garibaldo Marussi, Maria Poma Basile, Giovanni Cappuzzo, Nicolò D'Alessandro, Attilio Vella, Luigi Servolini, Pietro Testaverde, Ferruccio Battolini, Domenico Cara, Francesco Carbone, Michele Perriera, Giuseppe Servello, Giovanni Marzoli, Gianfranco Arlandi, Luciano Bonetto, Maria Luisa Bavastro, Ferdinando Caioli, Piero Bargellini, Mario Donadoni, Nello Punzo, Luigi Mormino, Mario Monteverdi, Alfredo Marsala Di Vita, Gemma Salvo Barcellona, Aldo Gerbino, Spartaco Balistrieri, Carlo Battaglia, Umberto Russo, Renato Terrosi, Toti Garraffa, F.Salvo, Giacomo Baragli, Giacomo Porzano, Antonina Di Bianca Greco, Aurelio Pes, Pino Giacopelli, Franco Amodeo, Benedetto Patera, Eva Di Stefano, Maria Concetta Di Natale, Salvatore Arrigo, Angelo Rosso, Ignazio Camilleri, Matteo Collura, Sebastiano Grasso, Giuseppa Guercio, Liliana Pistorio, Gaetano Bongiovanni, Domenico Portera, Nino Martinez, Wolfang Kronig, Giuseppe Gambino, Giovanna Pascoli, Vinny Scorsone, Ardesia Ognibene, Dino Ales, Giuseppe Forte.

Cefalù, novembre 2013

Giuseppe Forte