La cessione ad APS del servizio idrico integrato è stata un errore politico?

Ritratto di Saro Di Paola

13 Novembre 2013, 11:48 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Il fallimento di APS,
i 2.400.000 euro, e più, che APS non ha pagato al Comune e che il Comune dovrà pagare a Sorgenti Presidiana,
le perdite della rete idrica cittadina che, in questi giorni, si è nell’impossibilità di riparare,
i risultati delle analisi che hanno costretto il Sindaco ad emettere, "in via precauzionale e temporaneamente" l’ordinanza di non potabilità dell’acqua distribuita nel centro storico,
le cause della torbidità dell’acqua “verosimilmente attribuibile alla corrosione delle vetuste condotte metalliche della rete di Cefalù",
l’autobotte a Piazza Garibaldi,
i disservizi ed i danni, anche economici, che i cittadini abbiamo subito, e subiremo,
ci riportano indietro nel tempo.
Al 29 aprile del 2009.
Quando il Comune ha ceduto ad APS il servizio idrico integrato.

Oggi, nel 2013, basta considerare che, a seguito dell’ordinanza emessa dal Sindaco nei giorni scorsi, la bolletta idrica delle utenze del centro storico non potrà essere caricata della aliquota per la potabilizzazione e che a pagare questa aliquota, indirettamente, saremo tutti i cittadini,
perché il tormentone  sulla cessione ad APS del servizio idrico, ritorni attuale come nel 2009 :
la cessione è stata un errore politico?

Oggi, nel 2013, col senno di poi, alla luce degli eventi, che a quella cessione sono seguiti,nessuno, neanche tra quanti ne furono i fautori, può avere argomenti per sostenere che non sia stata un errore.

È sulle ragioni per le quali la cessione sarebbe, poi, risultata un errore che, oggi nel 2013, non si ritroverebbero d’accordo quanti ne sono stati i fautori e quanti altri alla cessione si sono opposti.
Proprio come non si trovarono d'accordo nel 2009.

Sono certo, però, che, ancora oggi nel 2013, nessuno indicherebbe la ragione dell’errore politico, in quella che, a mio giudizio, già nel 2009, sarebbe dovuta essere la ragione tecnica per la quale quella cessione non si sarebbe dovuta fare.

Il nostro Comune, rispetto a quegli altri 51, che, pure, hanno ceduto ad APS il servizio idrico integrato, era in una situazione assolutamente anomala e particolare.
Il nostro, infatti, era l’unico Comune legato da un contratto di projet financing per il servizio di potabilizzazione dell’acqua che veniva, e viene, immessa nella sua rete idrica.

Un contratto indissolubile della durata di 25 anni.
Un contratto per un servizio, quello di potabilizzazione, che non rientrava, e non rientra, nel “servizio idrico integrato”, che, per quanto al comma 2 dell’articolo 141 del Decreto Legislativo n° 152/2006, “è costituito dall'insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili di fognatura e di depurazione delle acque reflue”.
Un contratto, che il Comune non avrebbe potuto cedere ad APS se non con quell’esplicito assenso, che mai ha chiesto alla Sorgenti Presidiana e che la Sorgenti Presidiana mai avrebbe dato.

Per evitare la cessione ad APS del servizio idrico integrato e con essa il disastro, nel quale, nel 2013, Cefalù si è venuta a trovare, sarebbe bastato,
per un verso, che:
nel 2009, i vertici della burocrazia comunale avessero evidenziato alla politica gli aspetti tecnico-giuridici del contratto con Sorgenti Presidiana e le ripercussioni tecnico-economico-gestionali del rapporto a tre - Sorgenti-Comune-APS - , che con la cessione si sarebbe instaurato;
e, per altro verso, che
nel 2009, la politica avesse avuto la capacità di cogliere l’anomalia di quel triangolo ed il rischio che il Comune avrebbe corso per l’obbligo contrattuale di dover pagare a Sorgenti Presidiana quanto, per la potabilizzazione, APS avrebbe incassato dagli utenti,

Già, sarebbe bastato!
Ma ..........

Saro Di Paola, 13 novembre 2013