Una domanda al prof. A. Franco sul Museo Archeologico

Ritratto di Pino Lo Presti

12 Settembre 2012, 16:11 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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Sicuramente non è un mistero che l’ex consigliere di Opposizione, prof. Antonio Franco, nella sua qualità di storico della nostra realtà madonita e cefaludese, abbia negli anni, perorato la causa di una Museo archeologico a Cefalù che desse degna collocazione ai resti archeologici attualmente abbandonati nei locali del “Bastione” (“Il Convento dell’Itria o Infermeria dei Frati Cappuccini di Gibilmanna”, come più correttamente vi si riferisce l’arch. Salvatore Culotta nel suo recente pregevole studio http://www.qualecefalu.it/node/778) e che permettesse di riportare a Cefalù quelli custoditi al Museo di Imera.
Non sono riuscito a ricordarmi la data del Consiglio comunale, di qualche anno fa, durante il quale l’ex consigliere di Opposizione ebbe modo di perorare fermamente questa causa, allorchè si parlò di affidare detti locali ad una associazione ambientalista per farvi (se non ricordo male) un Museo del Mare.
Naturalmente, venne citato l’impegno preso al riguardo (non ricordo in quale atto del Consiglio e di quale Consiglio - ma lui forse lo ricorderà) con l’insigne prof. Amedeo Tullio (un altro dei nostri inutili cittadini Onorari); il tutto, tra l’altro, pensato come parte di un percorso museale-archeologico che comprendesse i resti della strada romana alla Corte delle Stelle ed altri luoghi significativi della nostra millenaria storia.

Ma già nel Programma elettorale del Sindaco Lapunzina, quel luogo veniva destinato a “Museo del Gelato” (sic!).

Destò ulteriore viva sorpresa poi, a pochi giorni dalla avvenuta elezione a Sindaco, la pubblica promessa all’Agorà dei Giovani, di Padre Licciardi (“cattedrale” dello Spinito), fatta pomposamente dal neo-Sindaco, alla silenziosa presenza dello stesso prof. A. Franco, nella chiesa della Annunziata, sede degli incontri aperti al pubblico della famosa associazione caratterizzatasi per l’ideazione e l’organizzazione della prima e della seconda “Giornata della Legalità”!

Notiamo che fra i giovani che animavano questi incontri emersero, al momento della campagna elettorale, sia quelli di Urbe-Città Nuova (nella cui Lista poi venne eletto consigliere l’avv. Giovanni Iuppa) sia l’arch. M. Caliò con il suo entourage legambientalista, poi candidatosi a Sindaco.

Si pensò, da parte di qualcuno - evidentemente “in mala fede” -, che questo atto estemporaneo rientrasse nella strategia della ricerca del consolidamento di quelle nuove alleanze utili a “un sereno futuro governo”.

Da subito chiesi al prof. Franco una intervista per conoscere la sua posizione nel merito di questa incredibile sortita del Sindaco neo-eletto, e sulla sorte del progetto di un Museo Archeologico.

Seppi dopo che il promotore di quella idea era stato l’arch. Mauro Caliò il quale si diede molto da fare nelle settimane seguenti per verificare dove si potesse, in alternativa, collocare un tale prezioso strumento culturale e turistico per la città. Sò, da lui stesso, che si valutò attentamente anche l’ipotesi di collocarlo all’Osterio Magno, ma poi non si seppe più niente; tuttò svanì rimosso in quella pasta silente di invariabile moto che caratterizza da sempre il clima della nostra città.

Per varie ragioni - tutte ovviamente comprensibili - sono riuscito, dopo qualche mese, ad avere concesso un appuntamento per il giovedì scorso, 6 settembre, alle ore 10.30.
Sul posto, esattamente a quell’ora, ricevo una telefonata in cui mi si chiede di aspettare una mezz’oretta.  Ma, saputo - nel breve dialogo seguito - che eravamo (io e l’arch. Culotta) già lì, mi si dice: “allora, sto arrivando”. Dopo un’ora e un quarto - cioè alle 11.45 - io e l’arch. S. Culotta che ce ne siamo andati dopo aver aspettato invano.

La sera seguente, 7 settembre, alle ore 20.14, ricevo un sms dal prof. Franco con il quale tiene a specificarmi che non si dispiace tanto per essere mancato all’appuntamento quanto per - non essendo venuto - non avermi potuto dire in faccia una serie di sue valutazioni circa la mia “malafede” sul caso della localizzazione di Ogliastrillo e sulle considerazioni che avevo espresso circa il voto compatto dei consiglieri della Maggioranza.

Resta, ad oggi, quindi senza risposta la domanda: il neo Presidente del Consiglio, sulla “localizzazione del Museo Archeologico nei locali del “Bastione”, pensa oggi diversamente dall’ex consigliere di Opposizione, e - se no - come giudica la “sparata” (spero rientrata) del suo Sindaco?

(spero che queste mie domande non risultino tendenziose)