Incendi a Cefalù (PA) – l’On.le Apprendi chiede la testa del Capo della Forestale

Ritratto di Quale Cefalù

29 Settembre 2012, 22:23 - Quale Cefalù   [suoi interventi e commenti]

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Fonte: GeaPress Agenzia di Stampa - Redazione - 29 settembre 2012

 

GEAPRESS – Il dirigente della Forestale siciliana deve andare via. A ribadirlo è l’On.le Pino Apprendi (PD), Vice presidente dell’Assemblea Regionale siciliana (nella foto) secondo il quale, le fiamme che hanno imperversato in un’ampia area del confine settentrionale delle provincie di Palermo e Messina, hanno bruciato ogni credibilità dei vertici della Forestale siciliana.

Un disastro incalcolabile. Paesaggi di straordinaria bellezza distrutti da Castelbuono (PA) fino alle rive del mare di Castel di Tusa (ME). Centinaia di ettari di bosco e macchia mediterranea, annullati da una serie di incendi la cui matrice dolosa sembra scontata. Secondo il Sindaco di Cefalù (PA) le fiamme sarebbero apparse in luoghi inaccessibili. Questo, almeno, per i comuni frequentatori dei boschi, non certo per chi quelle zone le conosce molto bene.

Decine gli animali arsi dalle fiamme. Masserie ed allevamenti evacuati, specie in contrada Ferla e Carbonara di Cefalù, e tanti animali che non sono riusciti a fuggire. Luoghi, già nel passato, interessati dagli incendi e che avrebbero dovuto essere particolarmente vigilati sia per la rilevanza assunta dagli ecosistemi del Parco delle Madonie nonché per l’importanza di luoghi turistici di nota fama.

Poi quei voli di canadair sospesi e poi ripresi quando, a sentire i Sindaci della zona, l’incendio era ormai vastissimo. Fiamme alte decine di metri ed “incendio di chioma“. Il più devastante. Le lingue di fuoco, sospinte dal forte vento, saltano letteralmente tra le fronde degli alberi distanti anche diversi metri. Un potere devastante ancor più accentuato se tutto ciò avviene in luoghi in forte pendenza come lo erano molti di quelli interessati dal passaggio dell’incendio. Eppure, qualcosa non ha funzionato.

Sui devastanti incendi si dovrà ora verificare se hanno funzionato anche gli aspetti relativi alla prevenzione. […]

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Commenti

E' terribile leggere queste dichiarazioni, in cui si chiede la testa di qualcuno. Soprattutto quando questo qualcuno è lì almeno grazie alla distrazione di chi, come l'onorevole Apprendi, avrebbe dovuto battersi per scelte più responsabili e consapevoli delle capacità professionali dei burocrati.

Chiedere la testa oggi, dopo la distruzione del territorio, equivale a scegliere un capro espiatorio, sul quale scaricare responsabilità nostre. Equivale a non apprendere dai nostri errori; equivale a tradire il senso apotropaico del proprio cognome, nel caso di Apprendi.

La dichiarazione fa il paio con quella dell'onorevole Aricò, (Aricò, " Chiederò lo stato di calamità") riportata nella sezione "Provincia, Regione, Stato" di questo blog.