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L'esecuzione [2]5 Luglio 2013, 18:29 - Angelo Sciortino [1] [suoi interventi [3] e commenti [4]] |
Nessuno vuole prenderne atto, ma l'ora X è scattata già da tempo. Il condannato alla fucilazione è stato condotto nello spiazzo della prigione e messo con le spalle al muro, mentre il plotone d'esecuzione si è già schierato di fronte a lui.
L'ufficiale gli si è avvicinato e gli ha chiesto di esprimere l'ultimo desiderio. Forte di una pubblicità del passato, ha scelto di telefonare fino al consumo della ricarica prepagata, per cui dopo due ore si trova ancora in quella situazione, con gli auricolari agli orecchi e con il cellulare tenuto dalla sua mano destra davanti alla bocca. Parla già da due ore, tanto che gli uomini del plotone, stanchi e annoiati, si sono stravaccati a terra e aspettano che finisca la ricarica, perché che finisca la sua logorrea non se ne parla neppure.
L'ufficiale sbadiglia annoiato e poi, quando sono passate altre due ore, si addormenta insieme agli uomini del plotone. Il condannato continua imperterrito a parlare. Sa che le sue parole valgono più del suo respiro. Sa, anzi, che se cessasse di parlare, dovrebbe smettere di respirare, perché ve lo costringerebbe il plotone d'esecuzione.
Passano ancore due altre lunghe ore, quando tutti vengono svegliati da forti battiti al portone. Va ad aprire il soldato di guardia e lascia entrare alcuni uomini in strane divise. Sono i messaggeri del tribunale, che ha emesso la sentenza; di quello che l'ha confermata e di quello che ne ha ordinato l'esecuzione. Sono i messaggeri della Corte dei Conti, della Cassazione e della Prefettura. Si avvicinano all'ufficiale responsabile e in coro gli chiedono: “E allora?!”
“Siamo in attesa che finisca l'ultimo desiderio.” disse l'ufficiale.
“Già ha parlato tanto, tra una sospensiva e l'altra. Adesso non può costringere tutti ad aspettare ancora. Toglietegli quel cellulare, tappategli la bocca ed eseguite la sentenza! March!”.