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27 Giugno 2021, 14:06 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |


Forse in pochi hanno fatto caso che dieci anni di amministrazione Lapunzina ci ha portati verso un nulla cosmico. Ha cominciato con la distruzione sistematica di ogni iniziativa imprenditoriale, servendosi delle più fantasiose letture giuridiche dei regolamenti, gestiti dal popolo barbaro dei Timbri, quei burocrati troppo ossequiosi del potere politico, che ogni giorno di più ne sono i sostenitori, perché ne condividono la vacuità e l'arroganza; ha continuato con un clientelismo di piccolo cabotaggio, per intenderci quello che costa meno di dieci euro per mettere a tacere una coscienza civica; non si è fermato di fronte a qualsivoglia critica ben argomentata, zittendola con la minaccia di una querela usata come arma di offesa contro il critico considerato come un nemico. Per non dire del valore imposto quale forma di grande capacità amministrativa alla sostituzione di una lampada bruciata dell'illuminazione pubblica, a patto che la segnalazione prenda avvio da un “cliente”, oppure la dissennata distribuzione di vasi per le vie cittadine, come a voler dimostrare un impegno alla creazione di un verde pubblico.
Qual è stata la conseguenza di tutto ciò? Gli imprenditori più coraggiosi e più forniti di denaro sufficiente per difendersi di fronte ai soprusi dei barbari dei Timbri, hanno adito le vie legali e quando infine hanno vinto, l'Amministrazione è stata costretta a pagare cospicui risarcimenti. Meno fortunati sono stati gli imprenditori meno forniti di denaro e i dipendenti delle imprese, che hanno subito con i licenziamenti o con la cassa integrazione il fermo dei lavori, senza ottenere a loro volta un risarcimento. O hanno dovuto accontentarsi delle piccole elemosine, che una volta si davano per spirito di generosità ai disperati senza chiedere nulla in cambio, mentre ora si chiede almeno un sostegno elettorale.
A questo punto, tenendo anche conto della crisi generale del turismo internazionale e di quello cefalutano in particolare, Cefalù, a differenza di quanto sta per accadere nel resto dell'Italia, si lascia alle spalle i tempi bui della pandemia, ma non cammina verso una ripresa, visto che la classe imprenditoriale è ormai senza forze e demoralizzata per le mortificazioni subite in questi dieci anni; altrettanto demoralizzate la classe dei commercianti e quella dei lavoratori. Tutti insieme, anche se hanno l'ottimismo della volontà, non riescono a sottrarsi al pessimismo della ragione: sanno che li aspetta il nulla cosmico, conseguente ai dieci anni di amministrazione Lapunzina, colui che trasformato l'ufficio tecnico e urbanistico nell'ufficio meno tecnico e capace che Cefalù abbia mai avuto nella sua storia; le vie cittadine ridotti a viottoli per le troppe concessioni di suolo pubblico; l'inquinamento acustico insopportabile.
Ma che importa, abbiamo le piante e le panchine a forma di casse mortuarie, dove nei periodi di sole possono arrostirsi la carne e i pesci.
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