Gli acquazzoni, le acque "bianche", le acque nere e quelle nerissime

Ritratto di Saro Di Paola

11 Agosto 2022, 16:00 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Cefalù non è dotata di un sistema fognario a due condotte, una per le acque nere ed una per le acque "bianche"..

Come non lo sono la quasi totalità, se non la totalità, dei Comuni italiani. Come tutti sappiamo

Ragion per cui, quando si verificano violenti  acquazzoni, a Cefalù e negli altri Comuni, la sezione idraulica dell'unica condotta diventa insufficiente a smaltire la portata delle acque nere incrementata dall'acqua piovana.
L'incremento di portata provoca un eccesso di pressione che solleva i chiusini e fa fuoriuscire liquami dalla condotta.
Come si dice comunemente fa scoppiare i tombini ed i liquami si riversano sulle strade.

A Cefalù, l'incremento di portata nella condotta fognaria è causato dalle quantità d'acqua sulla copertura e sulle rampe di accesso agli scantinati di tantissimi edifici condominiali, che sono convogliate nella condotta medesima e da quelle altre che si riversano nelle caditoie di tante strade del centro storico.
I liquami fuoriusciti dai tombini, non arrivano, più, al depuratore e finiscono in mare.
Inevitabilmente.
Le conseguenze igienico sanitarie, sulla salubrità del mare e della balneazione sono ovvie, anche se non gravissime, per la scarsa carica batteriologica del liquame fognario, che viene diluito dalle acque piovane.

Per, e durante, l'acquazzone di ieri pomeriggio è accaduto che i due tubi del diametro di 30 cm ai lati del cancello, che chiude il magazzino, nel quale, da decenni, è stato trasformato il sottopasso del lungomare in corrispondenza di quella che era "a vaniedda cavaddazzi" e che oggi è la via dei Mulini, hanno riversato, a pressione, sulla spiaggia copiosi flussi d'acqua.
         
L’acqua, nerissima, ha impressionato, notevolmente, quanti hanno avuto il timore, leggittimo, che si trattasse di liquami fognari, che, però, nerissimi non sono.

Tale timore, personalmente, non l'ho avuto.
Sapevo, infatti, ciò di cui, stamattina, ho voluto sincerarmi, introducendomi in quel magazzino, nel quale viene ricoverata la pulispiaggia.
        
Le acque nerissime altro non erano se non le acque "bianche" dei tratti di lungomare  prossimi ai due tubi, a sinistra ed a destra degli stessi.

I due tubi, in pvc pesante, che corrono lungo le pareti laterali del magazzino, sono quelli nei quali vengono convogliate le acque piovane, che dalla strada scendono nelle caditoie dislocate sotto il gradino dei marciapiedi dei predetti tratti di lungomare.
         
Tali tubi non hanno collegamento alcuno con l'altro grosso tubo, in vetroresina,
                                                                      

del diametro di circa 80 cm, che, ortogonale agli altri due, corre contiguo alla parete di fondo del magazzino e dentro il quale scorrono le acque nere della Cefalù di Occidente da Santa Lucia a Capo Plaia.

Perciò, i due tubi in pvc, ieri, come prima di ieri, hanno sversato sulla spiaggia, soltanto acque "bianche".

Perché erano nerissime?
La risposta alla domanda è, per me, ovvia.
A farle diventare nerissime è stata la polvere della gomma dei pneumatici, che si è accumulata sull’asfalto del lungomare in oltre tre mesi di siccità.
La prova è sulla sabbia.
         
La riprova è nel fatto che sulla sabbia non si annusa fetore fognario.
Tant’è che già alle 11,00 di stamattina i bagnanti, distesi sui teli da mare, gremivano il tratto di mare, che ieri era stato invaso dalle acque “bianche” nerissime.
                                                                      
Saro Di Paola, 11 agosto 2022