Lo sversamento d’acqua chiara all'EGV CENTER

Ritratto di Saro Di Paola

29 Agosto 2024, 10:16 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Sono alcuni giorni che acqua chiara si sversa in uno dei chiusini della Piazza Bellipanni all'EGV CENTER.
Il chiusino in fondo, sotto la scala che collega la piazza al piazzale della stazione.
          
Non appena ho notato lo sversamento ho pensato che fosse causato da una perdita del civico acquedotto.
Il suo perdurare ed il progressivo allargarsi della chiazza d'acqua nell’intorno del chiusino mi hanno indotto a cercarne il punto di scaturigine.

L'ho scoperto al piede del muro in pietra, che, lato monte, delimitava la campagna, nella quale l'Edilizia Giardina Vazzana, nei primi anni ottanta del secolo scorso, realizzò il complesso edilizio che venne denominato EGV CENTER.
Il punto di scaturigine è in corrispondenza dello sbocco del "cunnuttu" in pietra,
         
nel quale era canalizzata la sorgiva, che alimentava "a funtana", chiusa da uno sportellone in ferro, nella quale si attingeva l'acqua da bere,
                                                                                 
u gibbiunieddu”, nel quale si abbeveravano gli animali  
                                                                                
e "a gebbia", nella quale, prima  che "i iardinara" la svuotassero per irrigare la campagna, le donne del giardino sciacquavano le lenzuola, dopo averle “stricate” nei “lavatura” scanalati in blocchi di lumachella e che, quando restava piena, sversava il sovrappiù dell'acqua, che dal cunnuttu arrivava continua, nel solco tra il viottolo per la stazione ed il sottostante "vattale", facendo lussureggiare il filare di calle bianche più rigoglioso che è rimasto nei miei occhi.
                                                                                
Erano le architetture di campagna del "Giardino Belvedere", come si chiamava quel luogo sotto il piazzale della stazione, dove ho vissuto gli anni della mia infanzia, tra gli agrumeti e gli orti, che ne profumavano l’aria.
Di zagara, di gelsomino e di fumère.
                                                  

La sorgiva d’acqua continuò ad alimentare la fontana sino all’inizio dei lavori del complesso edilizio, quando, a valle della gebbia, lo scavo abbassò, di circa sette metri, la quota del piano di campagna, alterando la idrologia del sottosuolo.
La sorgiva, che scendeva da Pietragrossa, seccò.

I progettisti del complesso, i compianti Benemeriti Architetti Pasquale Culotta e Bibi Leone, del cunnuttu, della funtana, del gibiunieddu e della gebbia vollero lasciare le vestigia.
Memoria di quel passato che il complesso in costruzione avrebbe cancellato.  

Scoperta la scaturigine dello sversamento d'acqua mi sono chiesto:
non è che l'acqua di Pietragrossa ha ritrovato la strada, che la portava alla fontana?
Nessuno può escluderlo.

Non è che a fargliela ritrovare, dopo oltre quaranta anni, sono state  la paratia di micropali che stanno realizzando in corrispondenza di quello che dovrebbe essere l'imbocco della galleria di accesso alla fermata sotterranea e la terra di riporto,
         

che anteposta al muro di fondo della sottostazione elettrica, ha precluso la fuoruscita d’acqua dal piede del muro medesimo?
                                                                               
Nessuno può escluderlo.

Se così dovesse essere, come io temo sia, non sarebbe un segnale di poco conto.
Sarebbe, infatti, segnale, sin troppo eloquente, per non fare intuire lo stravolgimento dell'assetto idrologico nel sottosuolo di Pietragrossa, che conseguirebbe alla realizzazione delle opere indispensabili alla fermata sotterranea, con effetti in superficie assolutamente imprevedibili.
Intanto, AMAP avrà ben poco da fare per rimediare allo sversamento d’acqua.
Non foss’altro perché, a monte dello stesso, i tubi del civico acquedotto sono esterni, integri e asciutti.
                                                                               

Saro Di Paola, 29 agosto 2024