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23 Marzo 2025, 08:21 - Pasqualino Turdo [suoi interventi e commenti] |


Lo scorso 20 marzo Armando Geraci ha pubblicato su facebook la foto che, alla fine della processione di San Giuseppe, aveva scattato al groviglio di fili pendenti sulla cantunera tra la Via Seminario e Piazza Duomo, per segnalarne la pericolosità.
Uno dei primi commenti al post di Geraci è stato quello del Prof. Arch. Marcello Panzarella:
“La Giunta che cosa fa in merito? Sono dodici anni e mezzo che governano più o meno gli stessi esponenti politici. Avrebbero avuto tutto il tempo di pretendere dall'Enel il rispetto dell'impegno a eliminare le reti aeree.
Eppure, nonostante si tratti del più lungo periodo di governo della città da parte della stessa parte politica, questo è lo spettacolo e questi sono i rischi cui essi continuano a sottoporre i cittadini, i passanti, i turisti.”
Il commento di Panzarella ha suscitato un vivace dibattito sul “decoro” del centro storico di Cefalù, nel quale mi sono inserito col commento che segue:
“Per gli esponenti politici che amministrano da quasi tredici anni, il decoro urbano è nei vasi con i quali offendono gli acciottolati e le geometrie delle basole in lumachella che impreziosiscono le scalinate e le vie del centro storico.”
Pronta è stata la replica di Panzarella al mio commento:
“Quei vasi non fanno parte della tradizione figurativa del centro storico di Cefalù. Ciò non significa che non vi si possano introdurre novità. Ma bisogna saperlo fare.
Certo non scegliendo dei vasi dal catalogo di un ceramista, ma intervenendo solo dove le ferite del tempo abbiano offeso la città, dove abbiano tolto senza aggiungere. Così il tempo aveva offeso Porta Pescara, facendola diventare un magazzino, così il tempo aveva offeso la chiesa dell'Annunziata, facendo crollare il palazzo accanto, e lo stesso era avvenuto alla Postierla; mentre gli uomini avevano offeso la Chiesa di Santa Maria fuori le mura, demolendone il sagrato e lasciandone a vista il rudere per trentacinque anni.
Chi aveva offeso la via Caracciolo? Nessuno.
Chi aveva offeso le vie del Centro Storico? Nessuno.
Disseminarle di vasi e vasetti è offenderne la bellezza asciutta, minerale; è smorzarla, renderla uguale, omogeneizzarla al "turisticamente grazioso".
Un modo - corto, comodo e figurativamente incolto - per "abbellire" ciò che non aveva alcun bisogno di essere abbellito. Come quando qualcuno, ai piedi del Bastione Marchiafava, ha introdotto la forca rossa del paesaggio marino, munendola anche di una panchina dozzinale "instagrammabile".
O ha inflitto perline luminose di LED alla magnifica scaletta dello stesso Bastione, che non ne aveva nessuna necessità, o ha imposto una ringhierina in ferro battuto per abbellire la fontana di Porta Terra. Eccetera. Questa è l'ideologia del "grazioso", da spalmare sul mondo per offuscarne la bellezza naturale, la bellezza che rende un luogo unico al mondo: come prendere la Venere di Botticelli e agghindarla di braccialetti di cuoricini, collanine di cuoricini, orecchini di cuoricini: la stessa ideologia del cuoricino che presiede all'agghindamento delle strade e delle piazze e piazzette di Cefalù.
Cefalù è la Venere di Botticelli.
Non ha bisogno di cose graziose, ma di comprensione e religioso rispetto.
Tutto il resto è mercantilismo instagrammabile, ottundimento, maniera di rendere ottusi cittadini e turisti. Amen.”
Ho ritenuto di trasferire i commenti del Prof. Arch. Marcello Panzarella dalla pagina social di Armando Geraci alle pagine di questo blog, perché quelli di Panzarella sono commenti, che, piacciano o non piacciano, offrono spunti di riflessione ai lettori di “Quale Cefalù” che non dovessero essersi imbattuti nella pagina facebook di Geraci.
Quelli di Panzarella non sono i commenti di chi trova grazioso farsi selfie o farsi fotografare davanti ai vasi variopinti.
Quelli di Panzarella sono i commenti di un Architetto, Professore Ordinario presso l’Università di Palermo, di un Uomo di Cultura, di uno Studioso, che, negli anni, tantissima attenzione ha riservato a Cefalù con le sue opere e con le sue pubblicazioni e che, in questo periodo, più di ogni altro, dà lustro alla nostra Città.
Pasqualino Turdo, Consigliere comunale
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Commenti
Già prima della collocazione dei vasi......
Invero, già prima della collozazione dei vasi, la bellezza della Via Caracciolo, di tutte le vie, le scalinate, dei vicoli e dei cortili del Centro Storico, era stata offesa dal rifacimento del "cuticchiato" dopo gli interventi, eseguiti dai privati e dal Comune, sui servizi di sottorete.
Interventi con i quali i cuticchi, piuttosto che a contatto l'uno con l'altro, sono stati annegati nel cemento.
Rifare quei cuticchiati con la stessa regola d'arte con la quale li fecero i nostri padri sarebbe restituire alle vie, alle scalinate, ai vicoli ed ai cortili del Centro Storico la Bellezza "asciutta e minerale", per dirla con Panzarella, che i nostri padri conferirono alle loro pavimentazioni per conferirla a quella delle pietre dei muri che le delimitano.