I giorni di Mogadiscio...

Ritratto di Sergio Turrisi

25 Giugno 2013, 22:46 - Sergio Turrisi   [suoi interventi e commenti]

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I giorni di Mogadiscio
 

Somalia

1 marzo 1928

Alla presenza del Principe di Piemonte Umberto di Savoia è inaugurata la Cattedrale di Mogadiscio, il più imponente tempio cristiano nell’Africa orientale, seme di evangelizzazione in un territorio prevalentemente islamico.

La cattedrale viene costruita su progetto dell’architetto Antonio Vandone secondo il modello della Cattedrale arabo-normanna di Cefalù. La facciata è inquadrata da due possenti torri, alte ciascuna 37,50 metri, impreziosite da eleganti bifore e monofore. Assenti le cuspidi piramidali caratteristiche del modello cefaludese (non previste nel progetto ruggeriano, ma aggiunte nel quattrocento). La pianta dell'edificio, a croce latina, è articolata in tre navate, separate da pilastri polistili con archi ogivali.

    

Esterno della cattedrale di Mogadiscio, 9 luglio 1989

Mentre all’interno si celebra la messa, un uomo si accascia sugli scalini della cattedrale per il colpo di un’arma da fuoco. Dopo due ore di agonia la vita lo abbandona. Il corpo in una folle corsa viene inutilmente trasportato in ambulanza.
L’uomo è il francescano Pietro Salvatore Colombo di Carate Brianza, ultimo vescovo di Mogadiscio.

Di lì a pochi giorni la dittatura di Siad Barre si incrina. È la guerra civile.

26 gennaio 1991

Mohammed Siad Barre viene destituito. Le dodici tribù somale si contendono il paese con infinita strage. La guerra perdura sino ai nostri giorni. Le frange più integraliste si impongono.

    

Rovine della cattedrale di Mogadiscio, 2004

Del tempio cristiano di Mogadiscio non rimane che un cumulo di macerie per i continui saccheggi e le esplosioni. Il tetto e le torri sono crollate, qualcuno ha trasformato l’abside in una latrina.

Oggi i ruderi della chiesa sono rifugio di profughi, derelitti e scampati dalle persecuzioni e dalla guerra. Chi può fugge verso un futuro diverso, un futuro che passa spesso per la nostra Italia, quell’Italia dimentica del suo triste passato coloniale, che ha dimenticato Mogadiscio.

                                                                                                                                                           Sergio Turrisi

Commenti

Semplicemente eccezionale! Una bella pagina di storia. La mia veneranda età mi ha fatto conoscere questa imitazione della nostra Cattedrale quando ero un trentenne e quando Mogadiscio e la Somalia erano diverse. V'insegnavo italiano nella sua università e conservo ancora un caro ricordo di quegli studenti, che non avevano nulla da invidiare ai nostri giovani in quanto a intelligenza e a tensioni ideali. Com'è stato possibile tanto cambiamento?