“Il Parco delle Madonie vive nella carta, è defunto nelle sue reali finalità istituzionali”

Ritratto di Rosalinda Brancato

4 Giugno 2014, 14:44 - Rosalinda Brancato   [suoi interventi e commenti]

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Immagine d'archivio tratta da internet

 

Cefalù, 04/06/2014

Presidente della Regione Sicilia
Rosario Crocetta
Palazzo D’Orleans
Piazza Indipendenza, 21
90129 - PALERMO

Sindaco del Comune di Cefalù
Rosario Lapunzina
Municipio di Cefalù
Piazza Duomo
90015 - CEFALU

 

“Il Parco delle Madonie vive nella carta, è defunto nelle sue reali finalità istituzionali”

 

Sono una cittadina di Cefalù, proprietaria insieme alle mie figlie, di un fondo agricolo in contrada Timparussa ricadente nel Parco delle Madonie. Dal 2011 la mia proprietà è devastata dai cinghiali. In seguito a mia domanda di indennizzo, l’Ente mi comunica che così come stabilito dall’art. 9 del Regolamento disciplina, l’indennizzo era stato approvato con deliberazione del Consiglio n. 7 del 26 aprile 2012, che l’importo era stato stabilito in € 658,00.

Da allora, nonostante i solleciti telefonici con i funzionari dell’Ente, ho avuto sempre la stessa risposta “La Regione non ci manda i soldi”. Nel corso del 2013 e 2014 i cinghiali hanno continuato a scorrazzare indisturbati nel mio fondo, distruggendo terrazzamenti, scavando alle radici gli alberi, distruggendo le aiuole fiorite davanti e dietro la casa.

Ho inviato un’altra domanda di indennizzo per i nuovi, più gravi danni. Ma conosco la risposta “non abbiamo i soldi, nemmeno per la benzina necessaria per effettuare il sopralluogo, anzi abbiamo messo in vendita una nostra autovettura”.

Questa la storia. Ma da cittadina, che paga le tasse, che rispetta il decoro della città, che soffre perché Cefalù decade ogni giorno di più, diventata ormai il “coccio” del Tirreno e non la “perla”, io mi domando: ma a che serve questo Parco delle Madonie? Solo a pagare stipendi, prebende, pensioni ed altro?

Ma a che serve questo Parco? Solo a imporre divieti di intervento ai privati proprietari di fondi? I quali, naturalmente finiranno con l’abbandonare la loro terra alle erbacce e alla vegetazione spontanea. Ma a che serve questo Parco? A lasciare scorrazzare mandrie di cinghiali, che distruggono la sicurezza dei terreni, provocando frane, sradicamenti di alberi e qualsiasi pianta che, come tutti sanno, costituiscono la stabilità idrogeologica del territorio di questo Parco fantasma.

E potrei continuare questo rosario all’infinito!

E che fanno le Amministrazioni Comunali che all’interno del Parco rivestono un ruolo istituzionale? In maggior parte disertano le riunioni a cui sono convocate. E dulcis in fundo. Cosa fa la Regione Siciliana, attore principale dei quattro parchi esistenti nell’Isola?

Anche qui il rosario dell’illegalità, delle ruberie, delle mazzette, degli stipendi iperbolici, delle pensioni d’oro, di una burocrazia bizantina, di un dispregio assoluto della dignità di una terra dalla storia millenaria, crogiolo di popoli, di arte e cultura, di ricchezze archeologiche, architettoniche, letterarie etc.. (in maggior parte abbandonate al degrado, all’incuria, al saccheggio della loro potenziale ricchezza. E pensare che la Sicilia potrebbe vivere, e benissimo, di questo!!!)

Il rosario, ripeto, potrebbe continuare all’infinito. E noi cittadini onesti cosa dobbiamo fare??

Io sono vecchia, ma spero che i miei nipoti, e milioni di altri nipoti, se ne vadano da quest’isola che Dio creandola ha benedetto, ma gli uomini, usandola, hanno distrutto.

Davanti al panorama che ho descritto il problema che assilla la mia famiglia, diventa un niente, ma per noi pur sempre gravoso. Esso è stato lo stimolo a farmi scrivere questa lettera al Governatore Crocetta, al Sindaco di Cefalù e alle news cefaludesi. E’ lo sfogo di una donna che non può combattere contro i problemi che assillano la nostra terra, ma contro i cinghiali che le distruggono il fondo di Timparrussa si.           

 

                                                                          Rosalinda Brancato Culotta

Commenti

I suidi arrecano certamente danno alle proprietà e rappresentano un pericolo per l'incolumità degli uomini, quando non per la vita stessa. Bisognerebbe intervenire, ma non possiamo aspettarci che intervengano i politici e i burocrati. Sarebbe come chiedere che essi conducano una guerra fratricida.