La bomba d’acqua nel Trevigiano e i “vadduna” di Cefalù

Ritratto di Saro Di Paola

3 Agosto 2014, 15:58 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Ogni qual volta i media ci propongono notizie ed immagini come quelle, che, stamattina, ci hanno proposto, dopo la bomba d’acqua che, ieri notte, si è abbattuta sul Trevigiano, seminando morte e distruzione, è a “Gesù Sabbaturi” che mi rivolgo.
Immediatamente.
Per chiederGli che ce ne scampi.

Le caratteristiche fisiche e le condizioni generali dei “vadduna” che recapitano a mare le acque meteoriche che si riversano sulla fascia collinare a monte del centro urbano di Cefalù e della sua zona costiera sono di quelle che non mi fanno stare tranquillo.

Sono, infatti, caratteristiche e condizioni ideali per la formazione di tappi all'imbocco o all'interno dei  tubi in "armco" nei quali, a tratti, i nostri "vadduna" sono  stati intubati.
Tappi che, ostruendo il deflusso dell'acqua, possono originare e scatenare “piccoli Vajont” come quello, che, ieri notte, ha travolto la comunità in festa di Refrontolo.

   

Ne ho già scritto.
Più volte:
Il 26 aprile 2013: “Una bomba d’acqua? Che Gesù Sabbaturi ce ne scampi” (http://www.qualecefalu.it/node/2144)

L’8 dicembre 2013: “C’era una volta “u vadduni Pietraruossa” (prima parte)” (http://www.qualecefalu.it/node/5688)

Il 9 dicembre 2013: “C’era una volta “u vadduni Pietraruossa” (seconda parte)” (http://www.qualecefalu.it/node/5704)

Il 10 dicembre 2013: “C’era una volta “u vadduni Pietraruossa” (terza parte)” (http://www.qualecefalu.it/node/5740)

Dopo che ho pubblicato quegli scritti, nulla, assolutamente nulla, che io ne sappia, è stato fatto da parte delle Istituzioni.
Per accertare le condizioni dei vadduna  del nostro territorio.
Per migliorarle.
Come è doveroso siano migliorate.

Ricordo quei miei scritti e le immagini con le quali, pubblicandoli, ho documentato le caratteristiche e le condizioni, in particolare, dei valloni Sant’Oliva e Pietragrossa, nella speranza che qualcuno legga gli scritti ed osservi le immagini e che, magari, intervenga o faccia intervenire.
Il rischio per la nostra comunità non è da sottovalutare.
Affatto.

Saro Di Paola, 2 agosto 2014

Commenti

Mi sembra che, per quel che riguarda Sant'Oliva, abbiano provveduto: è in costruzione un edificio proprio a ridosso del torrente, ma non credo che ne sia il progettista Gesù Sabbaturi e neppure il localizzatore.

nel 2006, proprio lì, al Molinetto della Croda, bellissimo e perfettamente funzionante per uso didattico a beneficio dei "pellegrini" della via del prosecco.

Tutto perfetto, tutto curato, gli argini puliti, i cigni neri, le anatre e le trote.

Se un'evento del genere può succedere in un posto così, mi sento di suggerire alle orecchie, solitamente "attuppate" dei nostri Amministratori di non prendere sottogamba le considerazioni e le constatazioni che, non da ore, l'Ing. DiPaola declina, e si diano da fare per verificare l'effettivo stato dei nostri torrentie, soprattutto dei bacini diimpluvio i cui versanti sono state martoriati, negli ultimi decenni da opere edilizie e stradali incongrue e da incendi devastanti che hanno, di fatto, compromesso quella capacità di assorbimento idrico e di tenuta che solo il radicamento di piante d'alto fusto riusciva a garantire.

Non oso pensare cosa possa succedere, per esempio, alla foce del torrente "carbone" se venissero giù, insieme all'acqua, tuttii materiali degli innumerevoli "tappi" che ne ostacolano il deflusso naturale.

Sperare che non succeda mai non è buona politica, nè buona buona tecnica di prevenzione e sicurezza.

Secondo il Genio Civile, il corso d'acqua non era ostruito.
Perciò, caro Totò, anche ieri l'altro "gli argini erano puliti" come tu li hai visti nel 2006.
Nei nostri "vadduna" sono gli alvei, peraltro strettissimi, ad essere intasati da fittissima vegetazione. 
Nel Sant'Oliva la fittissima vegetazione sull'alveo e sugli argini rende inaccessibile l'armco in cui è intubato a valle della "intercomunale" Cefalù-Castelbuono.
Sono certo che l'ultimo ad essere entrato nell'armco sono stato io.
Nell'aprile del 2013, quando ho scattato la foto che ho pubblicato nel post del 23 aprile 2013.
Sono certo che mi crederai se ti dico che ho rischiato di rompermi l'osso del collo.