Un assessore per il turismo?

Ritratto di Angelo Sciortino

4 Agosto 2014, 13:11 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Nuovo assessore al turismo? Indicato da alcuni albergatori? Dice il Sindaco: l'ho incontrato, come ho incontrato altri, ma ancora non ho deciso.

Bene, più che bene! Mentre il turismo langue, per fortuna esso rimane saldamente nelle mani del più meritevole, il Sindaco, che da oltre due anni gli ha dato un grande impulso, tant'è che ormai i turisti vengono dai quattro venti, da nord e da sud, da est e da ovest. Gli alberghi non ce l'hanno fatto ad accoglierli tutti e in occasione dell'evento mondiale Master chef hanno dovuto costringere una cinquantina di persone a pernottare a Campofelice. In attesa che arrivino i turisti russo-bizantini, è stato dato il via alla costruzione di nuovi hotel proprio in riva al mare. Non sul lungomare, ma proprio sulla spiaggia.

Che fare di un nuovo assessore al turismo, quindi? Credono gli albergatori che egli, chiunque sia, abbia forza e potere sufficiente per operare un vero e proprio miracolo: convincere il Sindaco che ha sbagliato in questi due anni e che, quindi, occorre cambiar metodo? Questo miracolo potrebbero operarlo i consiglieri comunali, continuando a tenere il Sindaco sotto pressante controllo, perché un miracolo, per essere tale, deve imporre nuove regole comportamentali. E perché i consiglieri ne abbiano la forza, devono essere sostenuti da tutti i cittadini, specialmente da coloro che rappresentano le attività economiche, fra le quali a Cefalù spicca quella turistico-alberghiera. Se, però, essa ritiene che il contentino di un assessore dia forza a quella parte del Consiglio, che vuole “operare il miracolo” di un Sindaco costretto a dialogare con la Città, devo dir loro, a chiare lettere, che sbagliano: un assessore sarebbe fagocitato dal famelico consumatore di arroganza e incompetenza e non potrebbe dare alcun contributo per un turismo migliore.

Meglio sarebbe se si continuasse a esporre con lealtà le critiche a questa Amministrazione, nella speranza di un ravvedimento, e non entrando a farne parte, ottenendo il solo risultato di allungarne l'agonia. E sarebbe poca cosa se si allungasse l'agonia della sola Amministrazione, perché allungando la sua si finirebbe con l'allungare quella della Città.

Per di più, nessuno può escludere che le critiche potrebbero raggiungere anche il risultato di rendere più informati i cittadini, impedendo che il suo rappresentante ritenga un diritto della sua carica istituzionale l'esercizio di un potere assoluto; impedendo che questo stesso rappresentante si auto proclami detentore assoluto della verità e della conoscenza e consideri chi gli si oppone un irresponsabile, dimenticando che ormai è soltanto lui il responsabile dell'attuale marasma.

Riflettano gli albergatori e riflettano i cittadini, per non diventare anch'essi responsabili.

Commenti

gli albergatori di Cefalù hanno minacciato di consegnare le chiavi dei loro esercizi al Sindaco.

Adesso è il Sindaco che consegna le chiavi del Comune agli albergatori e, a dirla tutta, forse potrebbe persino essere meglio così.

Tutto questo può accadere solo in questa "Buttanissima Sicilia".

Può accadere, financo, che il Sindaco presenzi e, magari, faccia un sussiegoso e tricolorfasciato intervento introduttivo alla presentazione del libro di Pietrangelo Buttafuoco (dal cui titolo traggo l'espressione ingiuriosa), previsto (mi dicono) fra qualche settimana a Piazza Duomo, ponendosi, ovviamente, dalla parte di coloro che la Sicilia la renderanno irreprensibile e virtuosissima, più della stessa moglie di Cesare!.

E tutto questo mentre la pedestre declinazione nel contingente del sogno lapunziano del competente impegno, ci accompagna verso una ...issima Cefalù?

Scusate, ma io quell'aggettivo accanto al nome del mio paese natio non riesco proprio a scriverlo.

Mi preme dire, poi, che, sebbene abbia visto e sentito il più "gettonato" dei possibili assessori solo in occasioni di convegni, Egli mi pare persona competente, equilibrata e saggia.

La prima dote ne confermerebbe l'idoneità al ruolo, la seconda l'abitudine a riflettere, la terza la propensione a rifiutare.