Anche la Regione offende Cefalù!

Ritratto di Angelo Sciortino

13 Agosto 2014, 10:50 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ci siamo ancora una volta! La nostra Regione – la buttanissima Sicilia, come la chiama Buttafuoco nel suo ultimo libro – si dimostra più che mai come la terra del più famoso sofista, quel tale Gorgia, che dibatteva se un chicco di grano poteva definirsi un cumulo o no. Di sofisma in sofisma i nostri politici, a ogni ordine e grado, dibattono continuamente sul nulla e alle regole danno sempre le più infelici interpretazioni, così infelici, da snaturarle o da renderle carta straccia.

E così un tale Assessore – per la tranquillità di un fine sofista locale di sesso femminile – Maria Rita Sgarlata, in barba alla direttiva europea Bolkestein, che fissava il termine del 2015 per la scadenza delle concessioni demaniali, con proprio decreto ha deciso di prorogarle fino a dicembre 2020.

E guardate con sforzo sofistico: “Non sono stata insensibile alle istanze, più volte rappresentate in questi mesi dalle associazioni di categoria, sulla necessità di adeguare la durata delle concessioni demaniali a quanto stabilito dalla vigente legislazione statale in materia”.

Scherza Assessore? No, non scherza! Infatti, ecco come prosegue il novello Gorgia da Lentini: “la durata del rapporto concessorio (concessionario non era più corretto?) fino al 2015 appariva insufficiente, per due ordini di ragioni. Sia per quegli operatori che avessero provato ad accedere a contributi di provenienza comunitaria, che sarebbero stati evidentemente negati con una scadenza della concessione così ravvicinata nel tempo; sia, a maggior ragione, per quegli operatori che hanno già avuto accesso a contributi di provenienza comunitaria e rischierebbero, proprio per questo motivo, di doverli persino restituire”.

L'Assessore dimentica che l'Italia ha ben due procedure d'infrazione da parte dell'UE e nulla esclude che le procedure si ripetano adesso anche per la Sicilia, perché in Europa il diritto non è esercizio sofistico, ma pura logica applicata per la difesa dei cittadini.

A sostegno dell'Assessore arriva, però, un uomo del PD, che in quanto a sofismi e cavillosità lo surclassa. Egli dice, infatti: Al governo va il mio plauso. Da tempo, insieme con le organizzazioni di categoria che rappresentano le strutture ricettive, sostengo questa interpretazione: la direttiva Bolkestein si applica solo ai servizi e non alle attività produttive di natura balneare come quelle presenti sul nostro territorio. La proroga decisa dal governo, nell'ambito della sua azione riformista, consentirà ai concessionari di programmare investimenti e attrezzare sempre meglio le aree demaniali per una più attenta gestione della risorsa-turismo”.

E chi è quest'altro erede di Gorgia? Ma il parlamentare siciliano Anthony Barbagallo! L'uomo che non sostiene il diritto, ma le sue “interpretazioni”, come se fosse il giudice, che deve applicare la legge, e non il legislatore o il potere esecutivo. Alla faccia della divisione dei poteri!

La parte più oscena di questa dichiarazione è quella in cui l'esimio sofista dichiara che “l'azione riformista (!) del Governo consentirà ai concessionari di programmare investimenti e attrezzare sempre meglio le aree demaniali per una attenta gestione della risorsa-turismo”. Secondo quali regole, esimio parlamentare, se la Sicilia non ha un suo “Piano di utilizzo del demanio marittimo”? Non crede che così la Sicilia corre il rischio di far la fine di Cefalù e della sua spiaggia?

Ma a che serve insistere. Un sofista non userà mai la logica per cercare la verità, ma soltanto per dire che la sua “interpretazione” è la sola verità. Un sofista userà sempre il linguaggio per mistificare. E noi, a Cefalù, ne abbiamo troppi esempi! Esempi che hanno il loro risvolto offensivo proprio nel Lungomare di Cefalù; esempi che il decreto dell'Assessore ci costringerà a sopportare fino al dicembre 2020.

 

Commenti

Bisognerebbe spiegare a Barbagallo, ma anche alla Sgarlata e a Lapunzina che il turismo non è una "risorsa", ma un'attività economica, riconosciuta da tanti come di tipo "industriale" . 

Le attività industriali producono, ma nè sono nè generano risorse, anzi ne consumano.

Quali sono le risorse del turismo? Essenzialmente sono due : il paesaggio e la cultura (tutte le altre che si possono annoverare sono derivate).

Affinchè il turismo continui a produrre ricchezza è fondamentale che il paesaggio e la cultura siano salvaguardati e protetti, tali da fungre da risorsa rinnovabile e, quindi, inesauribile.

Cioè, bisogna fare l'opposto di quello che si è fatto e si continua a fare (salvo rivoluzioni in corso) in Sicilia a Cefalù.

E' evidente che Barbagallo, che rivendica "vicinanza" con i rappresentanti delle strutture ricettive, non ha mai letto un manuale di geografica turistica, figuriamoci uno qualsiasi "dei taccuini" da viaggio da Goethe a de Maupassant.

Figuriamoci se ha letto Cesare Brandi!

Proprio Brandi ci rammenta che a Goethe, alla fine del settecento, Palermo apparve ricchissima di tesori artistici, ma sommersa dalla spazzatura.

Ieri ho fatto una lunga passeggiata per Palermo e Palermo m'è apparsa ricca di tesori artistici, piena di turisti e sommersa dalla mmunnizza.

Ecco, se non avessi letto Brandi e, anche Goethe, avrei potuto pensare che si potesse trattare di cattiva gestione del territorio e delle sue risorse finalizzabili al turismo.

Invece, io che ho letto, so che si tratta di cultura dell'accoglienza. 

Metti che un bravo turista tedesco, prima di arrivare a Palermo, si sia letto Goethe e che , se non vede la munnizza all'altezza del braccio teso della statua di Carlo V a Piazza Bologni, possa rimanere deluso.

Che fa, vogliamo deludere Herr Hoffman?  Non sia mai!

E poi ci andiamo a preoccupare dell'interruzione delle concessioni demaniali che potrebbero provocare il mancato utilizzo dei fondi europei per la cementificazione dei lidi!?

Perchè così si spendono i fondi europei! Per cementificare le coste! Mica per riqualificare il centro storico di Palermo, proteggere il paesaggio delle colline cefaludesi devastate da smottamenti ed incendi, mica per "rifondare" il museo Mandralisca, restaurare il Castello Bordonaro, salvare Torretonda!

Vorrei chiudere con le classiche due notizie (quella buona e quella cattiva) da dare ai tanti cittadini di Cefalù che il turismo, per dire così, non ce l'hanno tanto a simpatia.

Quella buona è che, se si continuerà per altri due o tre anni di questa politica regionale e locale, a cefalù, prima che arrivino gli anni "venti", turismo non ce ne sarà più!

Evviva, evviva! Ma aspettate un momento prima di stappare la magnum di Veuve Clicquot Ponsardin!

C'è, infatti l'altra notiza, quella cattiva.

Dopo la totale estinzione del Turismo Cefalù sarà completamente invasa da orde barbariche composte da individui con strane abitudini, quali quella di farsi la passeggiata in mutande sul Corso Ruggero e a Piazza Duomo, quella di parcheggiare in divieto di sosta e ostruendo i varchi delle abitazioni piuttosto che sottoporsi all'umiliazione di dover pagare sulle strisce blu, quella di consumare solo pizza plastificata, spaghetti vinilici e patatine fritte, quella di comprare magliette con sopra la lupara  o "il Padrino" o gadget a forma di tazza di cesso o di fratacchione superdotato, quella di pisciare tra le quinte della "Corte delle stelle" e  di scacazzare al bastione con la complicità delle tenebre, quella, a proposito di mmunnizza, di produrne tanta, ma proprio tanta; per lasciarcela tutta qui, nei posti più impensati.

Differenziata? Manco a parlarne. Loro i turpisti, non sono razzisti! La mmunnizza è tutta uguale!

Mi piace precisare, sadicamente, che, se tutto questo potrà avvenire, anzi se tutto questo già avviene, ciò si verifica a causa di una vastasaggine di fondo che però nessuno (e meno che mai quelli che dovrebbero farlo per "compito d'istituto") si preoccupa di contrastare e (perchè no?) reprimere.

Anzi, il turpista è sempre ben accolto! Gli si stendono tappeti verdi e rossi al suo cammino, gli si espongono sulla strada tutte le merci di suo gradimento affinchè non soffra il caldo all'interno dei negozi, gli si apparecchia la tavola sul cofano della macchina del vicino parcheggiata sotto casa o nei pianerottoli privati dei cortili, gli si spara musica a seicento decibel affinchè non si possano ascolare le profondissime riflessioni che sono soliti scambiarsi davanti ad uno "sprizz", magari per carpirgli il "copyright", gli si permette di sfrecciare in motorino su corso Ruggero, con intere associazioni onlus di volontari locali a svolgere l'encomiabile ruolo di cattivo (si fa per dire) esempio, si garantisce l'assoluto disimpegno degli ausiliari del traffico e dei vigili urbani nel sanzionare i divieti di sosta, dato che, notoriamente, gli stessi sono tanto impegnati a verificare gli orari degli scontrini di parcheggio di quelli che stanno sulle strisce blu (gli uni) e ad elevare multe alle vecchiette ottantacinquenni che gettano la spazzatura fuori orario negli appositi cassonetti (gli altri).

La realtà è che in Sicilia come a Cefalù, da troppo tempo si parla e si disquisice di turismo "in guisa di cinico balano" e si opera peggio.

A fare una riflessione nel merito, seria ed urgente, dovrebbero, però, essere , in primo luogo, quelli che con il Turismo ci "campano" o ci vorrebbero campare, a meno che non abbiano tutti deciso di vivere, appunto, di turpismo!

A loro la scelta! E a noi quella di rimanere o andarcene.

Mi chiedo se le attività relative alla balneazione sono servizi o attività produttive.

Credo che debbano intendersi correttamente come servizi e, quindi, il ragionamento di Barbagallo non regge.

faccio notare, come sopra nel mio primo commento, che Barbagallo si propone a difesa delle rappresentanze delle strutture ricettive che, in quanto tali, vengono considerate (secondo me correttamente) come insediamenti produttivi.

Si vede che i suoi amici, pardon, gli operatori insieme ai quali ha lavorato, hanno l'albergo e pure la concessione demaniale di spiaggia, o forse è tutto l'albergo che si trova in zona demaniale (caso non impossibile in questa b......ellissima Sicilia).