“Diana è stidda ca brilla ‘nta lu celu”

Ritratto di Rosalba Gallà

12 Agosto 2014, 09:42 - Rosalba Gallà   [suoi interventi e commenti]

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“DIANA È STIDDA CA BRILLA ‘NTA LU CELU”
di Rosalba Gallà

 

Si è svolta giorno 10 agosto, al Cinema Di Francesca, la seconda serata dedicata ad Angela Diana, volta a farne emergere la poliedricità artistica e la capacità di sperimentare molteplici forme espressive, dalla danza alla fotografia, dal teatro al canto (la prima serata, quella del giorno 11 luglio, ne aveva ricordato gli aspetti relativi alla scrittura e all’impegno: “Parole per tenere insieme la luce e l’ombra”).

Questo articolo non vuole essere la cronaca della serata, ma una sorta di risposta emotiva ad alcuni aspetti di essa, quelli che maggiormente hanno incontrato la mia sensibilità, ed è pertanto sicuramente parziale e privo di qualsiasi principio di oggettività: per questo, mi scuso con quanti non citerò e per le espressioni artistiche non ricordate.

Momento fortemente connotato emotivamente è stato quello in cui José Luis Sottile ha intonato alcuni canti argentini, accompagnandosi con la chitarra: note di una cultura e di un sentire che Angela amava moltissimo, nel suo impegno costante nei confronti dei popoli dell’America latina.

 

Fotografia di Armando Geraci

 

Sottile, con le sue parche parole e forse ancor più con il suo silenzio, con il suo canto melanconico e con le note della sua chitarra, ora più vivaci, ora struggenti, ha fatto sentire l’assenza di colei che era stata sua compagna d’arte e amica.

Intense vibrazioni dell’anima, poi, durante l’espressione della Sand Art, l’arte con la sabbia, in cui Stefania Bruno, brava e sensibile artista, ha raffigurato il racconto di Angela Di Francesca relativo alla leggenda di Diana.

 

Fotografie di Armando Geraci

 

Le parole di Angela (attraverso le voci di Giusy Sauro, Barbara De Gaetani e Caterina Di Francesca) e la ‘sabbia narrante’ hanno creato un’armonia emotiva da commuovere: la Bruno è capace di ‘dipingere con la sabbia’ in maniera continua, creando non singoli quadri, ma uno sviluppo narrativo in cui l’opera si trasforma, rinuncia alla qualità del duraturo o del perenne (cui aspira gran parte della produzione artistica di tutti i tempi) e si fonda sull’effimero, su ciò che esiste nel momento e poi mai più, ma che proprio per questo acquista la bellezza dell’attimo, bellezza tutta concentrata nell’immagine che, appena nata, già volge a diventare altro.

Su questo si è soffermata Caterina Di Francesca, ideatrice e conduttrice della serata, perché l’arte della sabbia diventa simbolo della condizione esistenziale, in perenne trasformazione, nella vita come nella morte.

Simbolo della serata è stato il papavero, che Angela amava in modo particolare perché, come ha ricordato Caterina Di Francesca, nasce nei campi di grano, quasi a volerci ricordare che nella vita, accanto a ciò che è fondamentale per la sopravvivenza (il grano, e quindi il pane) è necessaria la presenza di ciò che solo apparentemente è inutile ma che, invece, dà colore all’esistenza. Esistenza che non può essere condotta solo sul piano del “cammino”, ma anche sul piano del “volo”, per cui il quotidiano esistere non può fare a meno del desiderio di volare attraverso la bellezza e l’arte, attraverso le categorie del sogno e della visione.

Donna libera, Angela, come è stato ricordato da tutti e come ha detto Giovanni Cristina, donna che ha lottato per la sua libertà, ma anche per quella dei popoli: donna creativa e pronta a sperimentare e a mettersi in gioco con coraggio, così impegnata da lasciare la “casa polverosa”, ma con l’obiettivo di “eliminare la polvere dai cervelli”.

 

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Un video e tante altre fotografie della serata nell'articolo di Armando Geraci "Progetto d'Amore" per Angela Diana Di Francesca al link:
http://www.cefalusport.it/Varie2014b/140810_Serata%20per%20Angela_DiFrancesca/140810_Angela.htm

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