TAR: il Comune nella graticola

Ritratto di Angelo Sciortino

22 Agosto 2014, 12:27 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Il TAR ha deciso, con la sua Ordinanza di ieri 21 agosto, di tenere ancora sulla graticola il Comune di Cefalù, nonostante esso abbia tentato di sfuggirvi non costituendosi al momento dell'udienza del 9 maggio scorso.

È questo, infatti, il senso vero della richiesta di “una relazione contenente documentati chiarimenti volti a far conoscere al Collegio:

  • le ragioni di ordine giuridico per le quali il Comune di Cefalù ritiene che gli spazi pubblici entro cui ricade, in parte, il lotto interessato dal progetto siano equiparabili a cc.dd. “zone bianche”;

  • le ragioni d'ordine giuridico per le quali il predetto Comune intende acquisire un nuovo parere della Soprintendenza BB.CC.AA.;

  • se l'Amministrazione comunale ritenga ancora necessaria la V.A.S. non ostante il contrario avviso espresso, con apposito parere, dell'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente;

  • se, ed a quali condizioni (anche procedimentali) l'Amministrazione comunale intenda rilasciare la concessione per la ultimazione dei lavori.

In calce al presente intervento può leggersi il testo completo dell'Ordinanza del TAR. Da quanto ho riportato sopra e anche alla luce della mancata costituzione in giudizio da parte del Comune, appare chiaro che la decisione di revocare la concessione edilizia non è piaciuta per niente ai Giudici del TAR, ma che, nonostante tutto, essi hanno voluto concedere un'altra possibilità al Comune, per evitare di condannarlo “in contumacia”, come accade con gli imputati latitanti.

A noi cittadini non resta che sperare, anche se la ragione ci dice che non c'è speranza.

Ordinanaza TAR Sicilia N. 02217/2014.pdf
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Commenti

La richiesta da parte del TAR di "una relazione contenente DOCUMENTATI CHIARIMENTI"  dice tutto su quella istruttoria alla "Determinazione" del  Responsabile del Servizio, che lo stesso Responsabile ha definito "approfondita"  e sulla valenza tecnico-amministrativa della determinazione medesima, riportata per intero in allegato al link  (https://www.qualecefalu.it/node/925).
 
L' "imperiosa necessità", che "vi è per la collettività" non è quella di cui al secondo dei "considerata" elencati a pagina 7 della predetta determinazione ma quella di potersi avvalere di Responsabili di Servizio, che siano autenticamente tali.

Mi sembra di poter leggere, infatti, che il TAR abbia voluto evitare di scrivere una sentenza che, in ogni caso, avrebbe portato ad ingenti ed irrecuperabili danni alla collettività, privilegiando, invece, l'atteggiamento della ricerca di una via d'uscita, ove ancora possibile, indolore per l'amministrazione comunale e per i Cittadini di Cefalù.

Sciortino parla di graticola, Farinella, in un suo intervento su Fb (https://www.facebook.com/groups/cefalubenecomune/permalink/727469610622156/) di salvagente.

Io ci vedo anche un ammonimento, perchè, tra le righe delle richieste può già leggersi il contenuto di una sentenza dagli effetti potenzialmente devastanti.

Confidiamo (la speranza è l'ultima a morire) che gli uffici e la politica sappiano rispondere adeguatamente.

Il Tar lancia un salvagente al Comune. Lapunzina e Duca si vorranno salvare?

Il Tar Palermo con ordinanza del 21/8/2014 nel giudizio pendente tra la C.F.C. s.r.l e il Comune, (rimasto inspiegabilmente contumace, perché non costituitosi in giudizio), relativo all’illegittimo diniego del rilascio del provvedimento amministrativo necessario al completamento dei lavori di costruzione di un albergo sul lungomare di Cefalù, con relativa richiesta di risarcimento danni, ha ordinato al Comune di Cefalù di depositare entro 30 giorni una relazione contenente gli specifici chiarimenti richiesti dal collegio. Il Tar, infatti, non comprendendo le ragioni giuridiche che hanno spinto il Comune a non rilasciare il provvedimento autorizzatorio richiesto, nonostante le inequivoche disposizioni di legge, rilevando le palesi ed evidenti contraddizioni contenute negli atti del comune, prima di decidere la vicenda ha invitato l’ente locale a chiarire la propria posizione sottolineando specificamente le palesi incongruenze rilevabili dagli atti emessi dall’amministrazione in relazione alla vicenda.

Come cittadino, prima che come imprenditore, mi auguro che il Sindaco Lapunzina e l’ing. Duca, ciascuno per la parte di rispettiva competenza e responsabilità, sappiano scegliere la strada migliore per evitare a Cefalù ed ai cefaludesi un ulteriore gravoso esborso di denaro che le casse comunali non potrebbero sopportare.

Come ha scritto Totò Testa "La speranza è l'ultima a morire".
Affinchè non muoia, però, serve un minimo di intelligenza.
Quello, che basta e avanza per aggrapparsi al salvagente.