“Ed io pago”: POVERI NOI! POVERA CEFALU’! (2)

Ritratto di Saro Di Paola

17 Settembre 2014, 07:22 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Il 16 luglio era così:

Il 17 settembre è così:

Prima della prossima mareggiata dovrebbe essere così:

Speriamo che Eolo e Nettuno ce ne diano il tempo.

Saro Di Paola, 17 settembre 2014

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Commenti

Perfettamente d'accordo con l'ing. Di Paola i cui servizi e le cui foto dovrebbero essere da sprono per i cittadini e soprattutto per l'amministrazione comunale...ma se dobbiamo sperare in Eolo e Nettuno, evidentemente quei muri e quel lungomare in quel posto non ci dovevano e non ci debbono stare...è stato il più grande scempio che la nostra città abbia subito...una spiaggia distrutta...per non dire altro...a imperitura memoria dei cittadini passati, presenti e futuri rimane la magra consolazione dell'intitolazione del lungomare all'autore di tale sciagura...

Caro Giovanni, quelli della mia generazione e delle generazioni precedenti alla mia abbiamo vissuto nella Cefalù degli anni cinquanta, quando venne realizzato il lungomare.
Quel lungomare fu, per me e per tutti, motivo di orgoglio.
Fu la più grande opera pubblica, che a Cefalù venne realizzata nella seconda metà del secolo scorso.
Col senno di poi, su quell'opera, ho cominciato a pormi tante domande.
Sulla sua dislocazione plano-altimetrica, sui suoi muri e sulla sua qualità complessiva.
Anch'io ho pensato che sia stato uno scempio.
Certamente, non "il più grande che la nostra Città abbia subito".
Il tempo di pensarlo, però, e mi sono chiesto quale sarebbe potuta essere la sua dislocazione plano-altimetrica in considerazione del fatto che la sua direttrice era obbligata dallo sbocco della via Vittorio Emanuele, dal fronte delle case già esistenti dopo l'attuale piazza Cristoforo Colombo e dalla reggia trazzera del litorale che, a Santa Lucia, era là, dov'è ancora.
 Mi sono, anche, chiesto quale sarebbe potuta essere la quota, pseudo pianeggiante, del suo calpestio in considerazione di quelle che erano le quote della via Vittorio Emanuele, dei piani terra di quelle stesse case e degli orti della campagna, a partire dall'attuale ristorante "Il gabbiano" e sino all'attuale Hotel Tourist.

Mi sono chiesto, insomma, dove e come sarebbe potuto essere un lungomare che collegasse la via Vittorio Emanuele a Santa Lucia.
Un lungomare percorribile e godibile, dalla via Vittorio Emanuele a Santa Lucia, anche, con mare agitato.
Quando gli spruzzi di acqua salmastra arrivano sul parabrezza delle auto.
Un lungomare, che potesse consentire a tutti di affacciarsi da quello straordinario terrazzo che è il round-about finale di Santa Lucia.
Quel terrazzo, che è di tutti e, che io sento mio.
Quel terrazzo, dal quale non si affaccia ospite della nostra Città, che macchina fotografica alla mano non scatti una foto, non faccia selfie, o non chieda di essere fotografato con Cefalù sullo sfondo.

La mia risposta alle mie domande è stata una sola: il lungomare, pur con i suoi muri e pur con la sua "qualità" urbana, non avrebbe potuto avere dislocazione plano-altimetrica molto diversa da quella che ha.
Una dislocazione, che, certamente, fu dettata anche dalla "necessità" politico-amministrativa di non danneggiare, più di tanto, i proprietari dei terreni  a monte.
Una necessità dettata da quel "senso della roba" che il Sindaco Giardina, alla cui memoria io mi inchino, sapeva radicato nell'animo dei cefaludesi di ieri, almeno quanto lo è in noi, cefaludesi di oggi.

Caro Giovanni, la conclusione a cui arrivo con le mie risposte alle mie domande è una sola: meno male che quel lungomare c'è.