Desiderio d'altezza, desiderio d'azzurro

Ritratto di Rosalba Gallà

22 Febbraio 2015, 11:48 - Rosalba Gallà   [suoi interventi e commenti]

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Desiderio d'altezza, desiderio d'azzurro
(Il cielo al telefono)

di Rosalba Gallà

Rocca sulla roccia

 

Roccia e cielo

 

Azzurro e verde

 

Rocce e mare

Commenti

Una Critica d'arte come Rosalba Gallà, non poteva non cogliere le bellezze della natura che questo angolo di mondo ci regala, Complimenti.

Che dire?

La dimensione scenografica del soggetto è d'effetto. La fà da padrona. Ben resa l'inquadratura e l'angolazione. Il colore, poi, parla da sè. Il soggetto si presta.

Il panorama, gli anfratti marini, il mare d'un azzurro che veste d'incanto l'ambientele circostante, le rocce! Plastici monumenti che dànno suggestione, che ispirano, che plasmano l'animo inducendolo ad una serafica serenità ancestrale, ad un totale appagamento!

Le rocce svettanti contro un cielo terso del colore del mare personificano l'aspirazione umana che tende all'elevazione spirituale, al raggiungimento di un nirvana irraggiungibile!

E più non dico e mi taccio (parafrasando Dante in prima persona).

Mi meraviglio. Non sapevo che Rosalba spaziasse anche nel firmamento fotografico con una indiscussa valenza! Da lei mi sarei aspettata una forbita disamina su plurimi argomenti, sulla natura, sulla scuola, sulla storia, sull'arte; men che meno sull'ottica fotografica.

Mi sono piacevolmente meravigliato, quindi, e me ne compiaccio. Perché, finché si è capaci di meravigliarsi ancora di qualcosa (non ricordo chi lo disse) vuol dire che non si è perso il senso della vita.

Complimenti!

 GRAZIE

 

Ugo Foscolo, nell’ode All’amica risanata, dice:  “[…] e in te beltà rivive / l'aurea beltade ond'ebbero / ristoro unico a' mali / le nate a vaneggiar menti mortali”.

Credo che il poeta abbia colto uno degli aspetti fondamentali dell’essere al mondo. Non si tratta di una semplice affermazione di cultura neoclassica, ma di un valore esistenziale per cui la bellezza ci accompagna e ci consola, ci illumina e ci ristora: non ci guarisce dalla morte, né dai vaneggiamenti, ma lenisce il nostro dolore e il nostro tormento.

Questo riguarda sia il bello d’arte che il bello di natura.

La bellezza dello scorso 13 dicembre (cui si riferiscono le foto) nasceva da una particolare condizione di luce che avvolgeva luoghi straordinari, luoghi non solo fisici, ma luoghi dello spirito, in cui riconciliarsi con se stessi e con il mondo. Le foto sono nate, quindi, in una circostanza speciale, resa unica, però, dal fatto di non essere sola, ma di godere al contempo di un’altra bellezza, quella dell’amicizia più vera e profonda di due donne, Dolores e Fortunata, compagne nel mio cammino esistenziale, persone con cui condividere emozioni e sentimenti.

Quando la bellezza della natura incontra la bellezza dell’interiorità e dell’accordo spirituale, allora ti senti in armonia con  l’universo e davvero puoi sfiorare l’altezza e riempirti d’azzurro.

Un grazie ad Angelo Sciortino, a Roberto Giacchino, a Pippo Maggiore e a Franco D’Anna. A loro e a tutte le persone che con altri mezzi mi hanno donato parole di stima e di affetto, dedico un altro scatto del mio telefono. 

Mare tra rocce