Sparita l'autonomia comunale e con essa lo spirito di libertà

Ritratto di Angelo Sciortino

27 Novembre 2016, 07:25 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ho sempre avuto dei Comuni una grande considerazione per la funzione che essi svolgono a garanzia della democrazia di cittadini informati. L'opinione l'ho maturata dopo la lettura di tanti Autori classici e dalla storia di paesi come l'Inghilterra, che ai comuni ha intitolato la sua Camera dei deputati. Fra gli Autori mi torna sempre in mente il francese Alexis de Tocqueville, che a metà Ottocento scrisse nella sua Democrazia in America “che una nazione può darsi istituzioni libere e democratiche, ma se non avrà il Comune [inteso come ente locale autonomo], essa non possiederà lo spirito di libertà.”

Questo pensiero mi torna più frequentemente in mente ogni volta che l'attuale Sindaco di Cefalù o qualche suo consigliere si richiamano a leggi regionali o nazionali, per giustificare la loro impotenza amministrativa. E dopo che hanno farfugliato interpretazioni giuridiche incomprensibili o illogiche, si appellano a richieste di finanziamento statale o regionale, che raramente arriva e che comunque viene speso per interventi che gli stessi cittadini considerano superflui, sebbene siano in vario modo costretti a pagarli con imposte dirette e indirette. Un esempio su tutti.

Per rimettere a norma i nostri plessi scolastici i Comuni (ma anche altri Enti) ricorrono sempre alle Regioni o al Ministero dell’Istruzione per avere finanziamenti che non arrivano quasi mai. La facciata della scuola Botta, rimasta incompleta, ne è una prova.

Ma è veramente necessario ricorrere alla Regione o allo Stato? Può esserci qualcosa di alternativo? Ebbene, si. Vi ricordate dei B.O.C. (Buoni ordinari comunali)? Questi titoli sono obbligazioni al portatore, nate con la legge 23/12/94 n.724 (art. 35), che prevede, anche per gli Enti Locali, la possibilità di emettere titoli di debito e possono così chiedere prestiti ai risparmiatori e al mercato, vincolando l’impiego delle risorse ottenute al finanziamento di investimenti in progetti esecutivi specifici. Chi, avendone la possibilità, non finanzierebbe l’Ente per mettere in sicurezza i propri figli? Tutti i particolari per l’emissione possono trovarsi nella legge.

Con l’emissione dei B.O.C., oltre alle Comunità, si possono coinvolgere le banche (anche quelle locali) e, nel più breve tempo possibile, realizzare quanto deliberato e preventivato. Siamo tutti chiamati ad avere un plesso sicuro, dove i nostri figli devono studiare e non … guardare il soffitto. La sola condizione sarà che l'investimento venga considerato opportuno dai cittadini. In questo modo essi giudicherebbero della necessità della spesa per qualcosa che non possono non conoscere, riguardando il loro comune. Questo li educherebbe alla democrazia, che funziona soltanto quando i cittadini sono informati. E un'informazione, per qualcosa che costa loro direttamente, sarebbe sicuramente pretesa. Se da tale informazione dovesse venir fuori che l'investimento non è necessario, essi non la finanzierebbero e non rivoterebbero un'altra volta l'Amministrazione, che l'ha proposta.

Tutto ciò ridarebbe ai Comuni quell'autonomia, che questo Governo “riformatore” diminuisce ogni giorno di più. Perché ciò accada, però, occorrono ben altri amministratori, che non svendono questa autonomia in cambio di elemosine. Occorrerebbe anche, però, una diversa mentalità dei cittadini per la scelta dei propri amministratori; una mentalità diversa da quella odierna, che li spinge a dare la fiducia soltanto a chi gode di “amicizie in alto loco”, quando invece dovrebbe essere il contrario, perché dovrebbero essere gli amministratori comunali a informare per la scelta dei rappresentanti “in alto loco”. E la loro informazione-indicazione sarà tanto più credibile, quanto migliore è stata la loro attività amministrativa.

Invece... gli amministratori locali agiscono come intermediari di clientela. Ma questa non è democrazia, non è libertà e non è dignità!

Commenti

LEGGE 23 dicembre 1994, n. 724

Misure di razionalizzazione della finanza pubblica.

Vigente al: 27-11-2016

CAPO V
FINANZA REGIONALE E LOCALE

                                                             Art. 35 
                                         (Emissione di titoli obbligazionari da parte di enti territoriali) 

omissis 
  2. L'emissione dei  prestiti  obbligazionari  e'  subordinata  alle seguenti condizioni: 
    a) che gli enti  locali  territoriali,  anche  nel  caso  in  cui partecipino a  consorzi  o  unioni  di  comuni,  non  si  trovano  in situazione di dissesto o in  situazioni  strutturalmente  deficitarie come definite dall'articolo 45 del decreto  legislativo  30  dicembre 1992, n. 504; 
    b) che le regioni non abbiano proceduto al ripiano  di  disavanzi di amministrazione ai sensi dell'articolo  20  del  decreto-legge  18 gennaio 1993, n. 8, convertito, con  modificazioni,  dalla  legge  19 marzo 1993, n. 68. 
  3. Nessun prestito puo' comunque essere  emesso  se  dal  penultimo esercizio risulti un disavanzo di amministrazione e se non sia  stato deliberato  il  bilancio  di  previsione  dell'esercizio  in  cui  e' prevista l'emissione del prestito. 
omissis

 n.b. Il Comune di Cefalù è in situazione di ente strutturalmente deficitario già dall'esercizio 2010. 

...che conoscevo, della sciagurata ed evitabile dichiarazione di dissesto! Oggi mi fa piacere che "il comune di Cefalù è in situazione di ente strutturalmente deficitario già dall'esercizio 2010". Questo toglie ogni responsabilità a chi ha dichiarato il dissesto finanziario! Il grande Totò direbbe: "Ma mi faccia il piacere!".

Quando si copia (e non mi pare sia la prima volta...),  bisogna avere almeno la capacità di verificare.  

http://vonmises.it/2016/11/23/scuole-buoni-ordinari-comunali/

...a differenza di altri. Il mio intervento verte su una questione generale e la difesa in nome del dichiarato dissesto di Cefalù è una difesa "non petita", che prova il "carbone bagnato". Sulla parte "copiata", non dico nulla, perché copiata o meno dimostra come dev'essere un'azione amministrativa a difesa dell'autonomia comunale e, quindi, della libertà dei cittadini. Per quanto riguarda la lettura della legge la informo di averla letta prima del mio intervento e ho considerato la parte da lei citata non influente per lo scopo del mio intervento.

La invito, in futuro, a "copiare" anche lei, per evitare polemiche inutili.