Galleria di sfollamento: la proposta dell’Amministrazione, gli emendamenti dei Consiglieri e una “sciocchezza” progettuale

Ritratto di Saro Di Paola

2 Dicembre 2016, 07:15 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Come ho già scritto nel mio post (https://www.qualecefalu.it/node/20134) dello scorso 26 novembre, il Consiglio comunale, nella seduta del 25 novembre, ha approvato0 la delibera per la richiesta ad RFI di una variante per lo spostamento della galleria di sfollamento proposta dall’Amministrazione, come modificata con gli emendamenti chiesti da una maggioranza, trasversale, di Consiglieri presenti in aula.
Gli emendamenti presentati ed inseriti nella deliberazione finale licenziata dal Consiglio con il voto unanime dei presenti, hanno lasciato inalterata la parte narrativa della deliberazione proposta dall’Amministrazione, modificandone la parte dispositiva.

Il Consiglio, sostanzialmente, piuttosto che limitarsi a chiedere ad RFI di adottare una variante progettuale che contemplasse lo spostamento della galleria di sfollamento e della rampa di uscita in pendenza in un’altra zona senza preesistenze in superficie, come proposto dall’Amministrazione,  ha deliberato
di “fare proprie le conclusioni contenute nella relazione a firma del Prof. Ing. Fabio Cafiso nella parte in cui, (pag 21 della relazione), sulla base di quanto esposto, suggerisce lo spostamento della galleria di sfollamento o, quantomeno, della rampa di uscita in pendenza in un’altra zona senza preesistenze in superficie o, in alternativa, l’adozione di soluzioni progettuali e tecnologie idonee a garantire la stabilità della zona urbanizzata sovrastante
e di inviarle, non soltanto ad RFI, ma a tutti gli Enti pubblici sovra comunali interessati alla vicenda ed alla TOTO Costruzioni.
Ciò, come precisato dal Consigliere Avvocato Iuppa, che ha letto ed illustrato gli emendamenti, affinché ognuno di tali Enti dopo aver preso atto dei rilievi contenuti nella relazione Cafiso adotti i provvedimenti consequenziali, ognuno in forza del proprio ruolo e delle proprie competenze,
tenendo conto delle tre le soluzioni, che il Consulente dell’Amministrazione ha ritenuto opportuno suggerire a conclusione della sua relazione.
Il Consiglio, inoltre, ha preso atto della volontà espressa da tutti i componenti della Giunta nella seduta del Consiglio comunale del 21 novembre di condividere e fare propri i contenuti della relazione Cafiso, nonché il contenuto della deliberazione che il Consiglio si apprestava a votare.
Ciò, con la sottesa finalità di coinvolgere, nel modo più esplicito possibile, il Sindaco e gli Assessori nelle potenziali responsabilità dell’atto deliberativo medesimo.

Invero, le soluzioni che il Consulente ha ritenuto di suggerire non sono tre, come ha detto il Consigliere Iuppa e come hanno ribadito il Sindaco, l’Assessore al ramo, Prof. Garbo e gli altri Consiglieri intervenuti nel dibattito.
La soluzione progettuale suggerita dal Consulente per evitare danni, anche gravi,agli edifici ed alla viabilità è una e, soltanto, una.

A dirlo non sono io ma, l’analisi logica di tutto il contenuto della relazione di consulenza.
Quella analisi, che fa emergere una patente contraddittorietà tra il contenuto della relazione e l’avverbio “quantomeno”, che il Consulente ha usato per limitare la variante allo spostamento della sola rampa di uscita in pendenza e non, piuttosto, all’intera galleria di sfollamento.

L’avverbio “quantomeno”, oltre ad essere contraddittorio rispetto al contenuto della relazione, è, anche, fuorviante.
Tanto fuorviante da giustificare il disorientamento, che ha ingenerato nel Sindaco e per il quale, come Egli ha precisato, avrebbe voluto chiedere al Consulente quei lumi, che non ha avuto il tempo di chiedere e di cui avrebbe avuto bisogno per avere le idee chiare.

L’avverbio “quantomeno” è contraddittorio e fuorviante perché lascia intendere che i suggerimenti del Consulente siano tre e che il primo di essi sia lo spostamento di tutta la galleria di sfollamento compreso il tratto rettilineo.
Un tratto, che, però, non può essere, affatto, spostato.
Ciò perché, come il Consulente ha scritto a pagina 15, "la soluzione progettuale adottata è idonea per le gallerie di fermata e per il tratto rettilineo della galleria di sfollamento” e per un’altra ragione sin troppo patente.
Quella per la quale il tratto rettilineo della galleria di sfollamento, dislocato com’è parallelamente alle due canne della fermata, tra di esse ed alla loro stessa profondità, non è suscettibile di spostamento alcuno, sia planimetrico e sia anche altimetrico.
Infatti, se la galleria di sfollamento, nel suo complesso, deve assolvere alle funzioni per le quali è indispensabile ci sia nella fermata sotterranea, il suo tratto rettilineo e piano, non può che rimanere là dove è stato previsto, per essere collegato, direttamente, alle due gallerie dei binari, mediante il pettine di piccole gallerie trasversali che, nella planimetria che segue, ho segnato in rosso.

 

Quanto a quella che dovrebbe essere la terza soluzione prospettata dall’ing. Cafiso, quale “suggerimento in alternativa” allo spostamento della galleria di sfollamento o a quello della sua rampa di uscita in pendenza, cioè “l’adozione di soluzioni progettuali e tecnologie idonee a garantire la stabilità della zona urbanizzata sovrastante”, è piuttosto ovvio ascriverla alla buona creanza del tecnico ed alla sua deontologia professionale.
Non per niente, il Sindaco ha detto che l'ing. Cafiso "è stato buono".

Detto ciò, sulla proposta dell’Amministrazione e sugli emendamenti della maggioranza dei Consiglieri presenti, ritengo doveroso aggiungere qualche altra riflessione a quelle che ho già esternato nel mio post (https://www.qualecefalu.it/node/20137)  del 28 novembre scorso, sul passaggio di uno degli interventi del Sindaco che ho già, testualmente, riportato in quello stesso post e che il Sindaco ha concluso dicendo che “le previsioni progettuali non possono, di certo, ingrandire il luogo dove deve essere realizzata la galleria”.

Il Sindaco ha ragione!
Sì, è vero:
quello che era il vallone Spinito, dove devono essere realizzati l’imbocco e le altre opere previste nel progetto esecutivo non può “essere ingrandito”.

  

Quel luogo è talmente “stretto” da non rendere possibile che vi si allochino l’uno e le altre e, meno che meno, l’area di cantiere strettamente necessaria  per la loro realizzazione.
Un’area, che non può essere meno estesa di quella che è stata occupata nel “vallone di marzo”,

soltanto per eseguire le opere preliminari alla realizzazione dell’imbocco della galleria di sfollamento da quella Malpertugio-Fiume Carbone, che è, addirittura, più piccolo di quello previsto, allo Spinito.
Un’area che nei versanti del vallone Spinito non si può reperire, perché in quel luogo non c’è.
A prescindere da quella che è stata, già, espropriata e senza considerare quell’altra, di proprietà privata, che dovrebbe essere espropriata per rimediare ad una di quelle “sciocchezze combinate” in sede di progettazione esecutiva, sulla quale, con tutta probabilità, l’ing. Cafiso “parecchio avrebbe avuto da discutere con l’ing. Palazzo ed i tecnici dell’Italferr”.
La sciocchezza, per la quale il progetto esecutivo della galleria di sfollamento ha ignorato la presenza del tubo del diametro di circa due metri, nel quale, circa 30 anni addietro, vennero incanalate le acque meteoriche, che scendevano libere nell’alveo naturale del vallone.
Tubo sul quale ho già scritto (https://www.qualecefalu.it/node/18815 ) il 19 febbraio scorso, localizzandolo, con una certa approssimazione, su una foto del luogo e su alcune tavole del progetto esecutivo.

  

Tubo, del quale, però, da allora nessun’altro ha più parlato.
Quasi che me lo fossi inventato.
Quasi che, da solo, non sia determinante per l'adozione, da parte di RFI, di una variante al progetto esecutivo dell'imbocco della galleria di sfollamento, i cui lavori sarebbero dovuti iniziare il 15 febbraio scorso.

Saro Di Paola, 2 dicembre 2016

Commenti

Caro Saro, tu ti appelli alla logica, alla sintassi e ai significati dei termini usati, ma tu sai che questi tre strumenti del ragionamento scientifico non trovano e non hanno trovato ospitalità né presso l'Amministrazione né in Consiglio. Anzi, sono stati messi alla porta con il termine "sciocchezza" o con quello di "dabbenaggine".

Si spera che i cittadini comprendano un poco di più di queste Istituzioni, ma ne dubito.