Leggere le cosiddette carte

Ritratto di Angelo Sciortino

3 Gennaio 2017, 12:55 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Cefalù merita di più ; Cefalù ha bisogno di confronto ; prima di scrivere occorre conoscere le carte.”. Così comincia un commento del Sindaco a un intervento di Saro Di Paola (https://www.qualecefalu.it/node/20241) e conclude con la seguente “sfida”: “Quando l'ingegnere Di Paola vorrà pubblicamente confrontarsi sul tema il Sindaco è disponibile”.

Certo che bisogna conoscere, non soltanto prima di scrivere, ma anche prima di parlare. Il problema è che bisogna mettersi d'accordo sul significato, che si dà alle “carte”. Se a esse, infatti, si attribuisce il valore di verità assoluta e indiscutibile, allora la “conoscenza” subisce un colpo mortale e con essa ogni possibilità di agire correttamente per migliorare la vita di una società.

Quindi, conoscere è importantissimo, a condizione che si conosca bene e non il sapere preconfezionato delle “carte”.

Il Sindaco conosce sicuramente Galileo Galilei e la storia della scienza a partire dai Presocratici e sviluppatasi per tutto il Medioevo, quando ci si reputava “scienziati” e persino medici, perché si conoscevano le “carte” lasciateci da Aristotele. Tale conoscenza delle “carte” ebbe, però, un effetto negativo sulla crescita della scienza e della sua conoscenza. Per secoli non fecero un benché minimo progresso l'agricoltura e la medicina; si moriva di fame e di malattie; la vita media degli uomini era di appena quarant'anni. La superstizione regnava sovrana, giungendo persino a far esiliare il medico greco Demetrio, perché nella Palermo colpita dalla peste era riuscito a guarire gli appestati, dimostrando così di essere uno stregone. Ai Palermitani d'allora non rimase che affidarsi alle ossa di Santa Rosalia e alle “carte” dei Gesuiti, che la vollero santa, nonostante quelle ossa ritrovate da un cacciatore su Monte Pellegrino non fossero di una donna, ma di un uomo!

Nessuna meraviglia che a quasi cinque secoli i Palermitani continuino ad affidarsi a Santa Rosalia e alle “carte”, e la stessa cosa vorrebbe il Sindaco da parte di chi critica la sua amministrazione e persino ne ride, quando egli la presenta con i suoi comunicati.

Diverso fu il comportamento di Galilei. Egli considerò le “carte” di Aristotele come una conoscenza storica, ma non come una verità scientifica. Disse e scrisse – cito a memoria - “Anch'io ho orecchi, occhi e cervello come Aristotele, quindi anch'io ho la capacità di scoprire le leggi scientifiche, che regolano il Mondo.”. Nacque così la scienza moderna; la scienza, che ha allungato la vita media degli uomini e ha fatto conoscere loro ciò che prima era ignoto ed era riportato sbagliato nelle “carte” di Aristotele. Tale progresso permise agli uomini, tra l'altro, di programmare la loro vita e di autogovernarsi, riprendendo i principi democratici dell'Atene di Pericle. Quei principi, che l'invito del Sindaco di giudicare con la conoscenza delle “carte” ci farebbe perdere.

Per questo motivo vorrei con tutte le mie forze che ci fosse veramente un dibattito pubblico tra Saro Di Paola e il Sindaco. Esso mi farebbe rivivere il momento storico, che Galilei descrisse nella sua opera Dialogo sopra i massimi sistemi, dove il semplicismo scientifico dei seguaci delle “carte” di Aristotele è rappresentato dal personaggio Simplicio. Sarebbe divertente e spero ardentemente che il dibattito avvenga. Sarebbe divertentissimo: Simplicio contro Galileo Di Paola!

Commenti

Caro Angelo, grazie ad internet e ai recentissimi approfondimenti, che mi ha consentito di fare sull'asino, ho acquisto due certezze:
- l'asino per la coda non entra;
- l'asino non vola.
Tali certezze hanno fatto maturare in me due convincimenti:
- quello che l'impresa di fare entrare l'asino per la coda non riuscirà mai a nessuno;
- quello di non credere a chi vorrebbe farmi credere che l'asino vola.