L’accusa del Sig. Sciortino di perseguire un interesse diverso da quello pubblico non mi interessa

Ritratto di Rosario Lapunzina

27 Marzo 2017, 18:58 - Rosario Lapunzina   [suoi interventi e commenti]

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Dell’ennesima elucubrazione del Sig. Sciortino non mi ha per nulla interessato la stantia ed evanescente accusa che mi muove, di perseguire un interesse diverso da quello pubblico. Accusa, questa, che lo Sciortino, sebbene abbia a più riprese annunciato rivelazioni su motivi che, a suo dire, turberebbero la mia serenità, non è mai riusciuto, né mai riuscirà, a provare, non potendo suo malgrado, innalzare il livello di fastidio che quotidianamente con i suoi scritti mi procura, pari, per intensità, a quello cagionato da certi insetti , innervositi dal tempo che mette al peggio.

I terreni di cui parla, di proprietà dell'Ente comunale di assistenza, hanno l'indice di edificabilità delle zone agricole, e, così come tutti i terreni a monte della circonvallazione, sono stati giudicati inidonei ad iniziative edificatorie di edilizia sovvenzionata, con istruttoria a suo tempo resa dal Responsabile pro tempore del Servizio PRG. 

Parlo, per maggiore chiarezza, dei primi anni 2000, e quindi di Amministrazione comunale diversa dalle ultime due succedutesi; con ciò volendo fornire al "costruttore di teoremi" qualche ulteriore elemento di riflessione e ricerca.

Piuttosto, ciò che, a proposito di ricerche, mi ha incuriosito è come il Sigor Sciortino abbia avuto modo di pubblicare, a sostegno delle sue fantasiose accuse, una visura dell'elenco immobili registrati all'Ufficio provinciale del Territorio di Palermo, che è stata realizzata attraverso l'accesso in "convenzione" del Comune di Lascari, che ne ha chiesto il rilascio per finalità "Urbanistica", e quindi "esente per fini istituzionali", così come ben può leggersi sulla certificazione datata 16 marzo 2017.

Ecco: sul perché il Comune di Lascari abbia richiesto una certificazione relativa all'Ente comunale di assistenza di Cefalù e su come la stessa sia stata consegnata al Sig. Sciortino (per l'uso non istituzionale e, direi anche, non intelligente che ne ha fatto), questo credo proprio possa essere di interesse della Autorità Giudiziaria, cui mi accingo a fare la opportuna segnalazione.

                                                                           Il sindaco 
                                                                            Rosario Lapunzina

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Intervento correlato:

Quanta legalità di fatto segue a quella verbale - Angelo Sciortino - 27 marzo 2017 (http://www.qualecefalu.it/node/20549)

Commenti

Chiarisco di non aver mai affermato che il sindaco Lapunzina persegue un interesse diverso da quello pubblico, perché in cinque anni non sono riuscito a cogliere una indicazione chiara di quale interesse egli persegua. Semmai, ho sempre detto che per questo motivo si può parlare soltanto di “agitazione” e non di “azione”, come nel caso di questa replica.

Convengo che i miei scritti, suggeriti dal “tempo che mette al peggio” per questo povero Paese, possono essere scambiati fastidiosi più degli insetti, purché il Sindaco convenga a sua volta che egli qualche responsabilità per le mie “punture” la abbia.

Ha ragione, il Sindaco, quando dice che i terreni da me indicati hanno “indice di edificabilità dei terreni agricoli” e quindi “inidonei a iniziative edificatorie di edilizia sovvenzionata”. Se è così, però, il Sindaco ha avuto torto a consentire l'insediamento di Ogliastrillo e quello di Sant'Oliva, che avevano indice di edificabilità dei terreni agricoli.

Considero gli “ulteriori argomenti di riflessione” inidonei alla costruzione di qualsivoglia teorema. Ancor meno mi sembra influente la curiosità di conoscere come abbia avuto la visura, che, riguardando il semplice elenco, è esente sia per fini istituzionali e sia per richieste private. In fondo, l'elenco riguarda atti pubblici di Enti pubblici, che ogni cittadino, non solo italiano, ma anche europeo, ha il diritto di conoscere.

Che l'uso che ne ho fatto sia intelligente, lo dimostra la reazione del Sindaco. Già l'averlo costretto a ribattere ne è una prova.