L’appello ai politici di Cefalù e del comprensorio madonita sulla fermata sotterranea di Cefalù

Ritratto di Quale Cefalù

4 Giugno 2021, 15:43 - Quale Cefalù   [suoi interventi e commenti]

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Riceviamo e pubblichiamo dal Signor Giovanni Cristodaro, detto Pino, geometra, già Funzionario della Provincia Regionale di Palermo, Sindaco di Polizzi e Consigliere dell’Ente Parco delle Madonie

 

Caro  Saro,

nel tuo ultimo, come sempre stimolante, intervento del 2 giugno c.m. sul raddoppio ferroviario, provochi e retoricamente ti chiedi: è possibile che a riflettere su quelle opere o, quantomeno, a parlarne sono solo io? Personalmente sono convinto che sei più che seguito, ma pare, i nostri, siano tempi, dove non ci facciamo coinvolgere per tutelare l’interesse generale.

Nell’Agosto del duemilaquattordici risiedevo a Cefalù ed, un poco per sana curiosità, un poco per interesse, poi per arricchimento personale, ti ho seguito attraverso i tuoi articoli con i quali, prima dell’inizio dei lavori, ti sei occupato delle conseguenze sul suolo e nel sottosuolo di Cefalù ove si andrebbe a realizzare il vigente progetto per il raddoppio ferroviario e della nuova fermata di Cefalù (in sotterranea). Già nell’affollata conferenza che, richiesto, hai tenuto nel salone della Parrocchia dello Spirito Santo, in contrada “Spinito” a Cefalù, sei stato convincente nel rappresentare le varie e numerose difficoltà oggettive, alcune, parrebbe, non sufficientemente approfondite nella fase progettuale, che, sembra, rendano oggettivamente di difficile realizzazione la fermata prevista nel progetto delle ferrovia. In particolare, ti sei maggiormente  soffermato sui rischi connessi all’esecuzione delle opere di sicurezza in sotterranea, senza tralasciare di dire che la gestione finanziaria dell’infrastruttura, ammesso si riuscisse a completarla, sarebbe antieconomica. In quella sede, se non ricordo male, era presente il  dottor Enzo Cesare, seppi poi,  uno dei più autorevoli sostenitori del progetto in discussione, il quale, intervenendo iniziò così: “allora ho sbagliato tutto?”. (Molto sommessamente, penso che non abbia sbagliato ad avanzare quella proposta ed a crederci, toccava ad altri verificarne la fattibilità, ma a fronte di certe evidenze, penso valga  il detto: sbagliare è umano  ma perseverare è diabolico!)

Le tue osservazioni, a mio modesto avviso, puntuali sia sotto il profilo tecnico ed economico, non mi risulta siano state mai confutate, nemmeno nel corso  della conferenza, tenutasi nella “Sala delle Capriate” del comune di Cefalù, per la presentazione del progetto, a cura del soggetto Esecutore ed i Dirigenti Tecnici delle Ferrovie, committenti. Poi, lo stesso professore Fabio Cafiso, all’uopo incaricato dal Comune di Cefalù, nel rendere la sua consulenza (giugno 2016) mi sembra non ti abbia smentito. Tant’è che, se non ricordo male, Il Sindaco dott. Rosario Lapunzina, si recò a Roma per consegnarla  alla Direzione delle Ferrovie. Da quel che trapelò, si ritenne avesse ricevuto assicurazioni per una revisione del progetto. In quel periodo, sempre se la memoria non mi inganna, lo stesso tuo allarme trovò conferma nelle dichiarazioni pubbliche del professore Vincenzo Liguori, ordinario di geologia all’Università di Palermo.

A seguito, già dal 2016-17, sembrava pacifico si dovessero modificare le previsioni originarie di progetto con un’apposita perizia di variante e suppletiva,  ma pare  ciò non sia avvenuto ed  i lavori vanno avanti.

Il recente cedimento della strada statale in contrada Ogliastrillo, da te commentato, causato dall’andamento dei lavori, proprio  per il raddoppio del binario ferroviario,  è stato da te ritenuto  un campanello di allarme di quanto, di più e di grave, potrebbe avvenire quando si lavorerà nel sottosuolo dello Spinito e zone adiacenti.  Hai così ripreso, con civiltà e competenza,  l’argomento con “le tue pillole” sul blog “Quale Cefalù”, ove tutti i tuoi interventi sono riscontrabili nell’archivio alla voce: Saro Di Paola, raddoppio ferroviario.

Ma il tuo allarme pare abbia l’effetto di una voce nel deserto, nonostante non solo ci metti la faccia ma anche il tuo prestigio  professionale d’ingegnere,  di più, ove quanto scrivi  non fosse almeno veritiero, forse rischieresti  qualcosa per procurato falso allarme. Invero, sembrerebbe che nessuno ti legga. A sostegno della tua tesi  noto qualche rara espressione di solidarietà, eccetto un intervento (Quale Cefalù del 15/05/2021) , ricco di  spunti, dell’architetto Giovanni La Barbera, già dirigente dell’Urbanistica presso il Comune di Cefalù. Tutto ciò, nonostante la tua narrativa, penso non sfugga a nessuno, porta a concludere che  il  non completamento dell’opera non sarebbe un danno per la sola Cefalù ma, a cascata, avrebbe effetti negativi anche sui vicini Comuni del litorale e di quelli dell’entroterra delle Madonie. Non a caso, Cefalù è stata  considerata ed è  la porta ed il biglietto da visita di tale territorio, non solo per collocazione geografica, ma per tradizioni socio-culturali-religiose ed economiche, infatti, da anni, è pure meta rinomata per il turismo internazionale. Un unicum con il territorio vicino e dell’entroterra. Cefalù, ovviamente non per caso, è stata dichiarata sito Unesco per la storia e l’arte Araba-Normanna. Presenza, penso  sia a tutti noto, riscontrabile anche in buona parte nei  Comuni delle Madonie. A riguardo, solo per  semplificazione, sono certo che l’ottimo Sindaco di Petralia Soprana e Presidente dell’Unione dei Comuni delle Madonie, il dott. Pietro  Macaluso, che ho avuto la possibilità di apprezzare quando, per due Assemblee dell’USL  50, sono stato capo del gruppo dei consiglieri DC (15/30), non mancherebbe di confermare che il Conte Ruggero, fonte il  “Malaterra”, nel 1066, fuori le mura di Soprana, realizzò un Castello-fortificazione del quali si servì per estendere il suo dominio su tutta la Sicilia, già in mano agli arabi. Il Sindaco di Polizzi Generosa, il dott. Gandolfo Librizzi, potrebbe aggiungere che  Ruggero a Polizzi fortificò la Rocca e il Castello per poter affrontare i Saraceni, diede grande impulso alla cittadina e ne lasciò la signoria alla figlia Matilde, moglie di Rainulfo il Magnifico. Sua figlia, a sua volta, lasciò Polizzi in dote alla figlia la Contessa Adelasia, moglie di Rainaldo dell’Aquila signore di Avanella. Uno dei più importanti eredi fu Ruggero dell’Aquila, nipote di Adelasia al quale è attribuito la costruzione della Commenda poi incardinata nell’ordine dei Gerolosomitani di Sicilia. Ma penso che  anche le  altre Comunità conservano elementi per completare la “Storia”. Mi permetto questo piccolo richiamo, tralasciando altre sinergie possibili,  per fare intravvedere  quali siano state, sono  e potranno essere le interiezioni tra Cefalù e l’area presa in considerazione, specie  in un  ottica di sviluppo integrato e sostenibile del territorio. Atteso che il ruolo di Cefalù non sia fungibile in questo contesto, a me pare che quanto tu continui a denunciare non abbia una valenza locale, ma dovrebbe essere preso in considerazione, non solo dai signori Sindaci, ma dai “Tanti” che in questo territorio hanno un ruolo nell’Istituzioni, nelle varie Organizzazioni sociali e da chi abbia a cuore il futuro di queste terre.  Per questo motivo, per quelle che sono ancora il residuo di qualche mia conoscenza diretta, oltre ai due signori Sindaci già citati, rispettosamente, spero di richiamare l’attenzione di alcune Persone autorevoli, che operano ancora nel territorio: l’avvocato Giuseppe Muffoletto, già Sindaco di Cefalù, poi di Gratteri e, dopo la sosta di legge, ancora a Gratteri, il dottore Mario Cicero, Sindaco di Castelbuono che fu mio gradito ospite  nel 1991 quando svolgevo la funzione di Sindaco a Polizzi Generosa, il dott. Giuseppe Minutilla, Sindaco di S. Mauro Castelverde,  l’architetto Vittorio Castrianni, Sindaco a Blufi e, conosciuto di recente, il dott. Mario Musotto, Sindaco di Pollina, Comune ove vivo da qualche anno, ma a Pollina c’è pure il dott. Pino Sarrica, Presidente del Consiglio, già Sindaco ed, in atto, Responsabile Regionale per il Turismo del “Cantiere Popolare”.  Ma mi sembra rispettoso,  non scordare  altri con i quali ho avuto l’occasione d’interfacciarmi in passato e che tutt’ora rivestono ruoli qualificanti e di rilievo nel territorio: il prof. Santino Inguaggiato, già Sindaco di Petralia Sottana ed ora Presidente del GAL  Madonie, il dott. Alessandro Ficile, già Consigliere Comunale a Polizzi, ora Presidente della SO.SVI.MA., il dott. Leo Agnello, Presidente del Consiglio di Petralia Soprana, il dott. Patrizio David, Presidente del Consiglio di Polizzi e già Sindaco, l’ins. Pietro Scelfo, già Sindaco di Alimena  ed oggi Presidente del Consiglio dell’Unione dei Comuni delle Madonie,  l’onorevole Domenico Giannopolo, ricorderà il lungo seminario della Lega delle Autonomia nel 1975-76, in atto consigliere Comunale a Caltavuturo, l’onorevole Armando Aulicino, di Lascari, in rapporti da quando è stato costituito il Comprensorio Territoriale della CISL Madonie-Termini Imerese, fino a qualche giorno fa Commissario Regionale della Democrazia Cristiana, il geom. Francesco Cesare di Cefalù, oggi Segretario Regionale del PRI in Sicilia,  che ho avuto il piacere  di conoscere quando,  dal 1991 al 1996, facevamo parte del Consiglio dell’Ente Parco, ove fui chiamato a presiedere il gruppo della D.C. forte di 24 consiglieri su 52, l’ing. Fabrizio Piscitello, oggi capo dei consiglieri d’opposizione presso il Comune di Cefalù e, di fresca nomina, rappresentante di “Fratelli d’Italia”, che ho conosciuto ed apprezzato quando fu  Consigliere presso la Provincia Regionale, infine, scusandomi di qualche dimenticanza per i miei vuoti di memoria, non posso fare a meno di richiamare fra le mie vecchie e care conoscenze: il dott. Franco Scancarello, più volte Assessore alla Provincia di Palermo, che nella qualità di rappresentante dell’Associazione “Uniti per le Madonie-cittadinanza attiva” scrive spesso su problematiche di questo territorio, con l’altro rappresentante l’Associazione, il dott.  Pino Di Martino, già Sindaco di Castellana Sicula, capogruppo PDS, ex PCI, alla Provincia Regionale di Palermo, componente del Comitato di Gestione all’USL 50 e del Comitato Esecutivo presso l’Ente Parco. Sono certo che ben pochi dei Signori citati avranno l’opportunità di leggermi, ma me lo auguro, perché conosco, se informati, quanto siano in grado d’impegnarsi in positivo.

Voglio sperare che il sig. Sindaco di Cefalù, come si pensava in passato, sia ancora molto attento ai blog locali, voglio così augurarmi che non accolga questa mio povero appello ma quello ben motivato e propositivo, del citato architetto Giovanni La Barbera, ammesso non fosse già sufficiente quanto tu continui a ripetere, ormai da anni.  Per altro,  immagino che il dott. Rosario Lapunzina, sia già consapevole, come tu paventi, delle potenziali conseguenze negative che potrebbero subire, a breve, i suoi concittadini dello “Spinito” e dintorni, ove si proseguisse nell’attuazione del progetto in corso. Ciò m’induce a pensare che il Signor Sindaco, proprio per la sua conclamata autorevolezza, volendo garantire l’esecuzione dell’opera senza intoppi,  cercherà ed otterrà il sostegno dei signori Sindaci del territorio. All’uopo, mi sovviene un episodio, che ricordo a me stesso, di cui sono stato accidentalmente coinvolto in uno degli anni ottanta, quando con il dott. Fino Licata, Presidente del Comitato di Gestione dell’USL 50, abbiamo ricevuto un invito ad un incontro indetto dal fu dott. Salvatore Serio, che già avevo conosciuto molti anni prima, giovani D.C., con il fu dott. Nicola Imbraguglio, ricorderanno molti, fu pure Sindaco di Cefalù. Partecipai a quella riunione presso l’allora hotel President, in via F. Crispi a Palermo. Il dott. Salvatore Serio, quale Presidente del Comitato di Gestione dell’USL 49 di Cefalù, ci chiese di sottoscrivere, come facemmo, un ordine del giorno-petizione rivolto all’Assessorato Regionale della Sanità perché fosse trovata la copertura finanziaria per il completamento dell’attuale Ospedale “Giglio”. Prima di congedarci ci ha pure invitato a partecipare alla “romana”al pagamento per il nolo della saletta, circa diecimila lire a testa. Pochissimi, ovviamente, ormai ricordano l’episodio, ma oggi quando accedo all’Ospedale e noto l’afflusso dei cittadini, sono soddisfatto per quelle diecimila lire, sebbene direttamente  non ci abbia guadagnato nulla, nemmeno, come si usa oggi, in visibilità.

Ma in questo caso se il sig. Sindaco di Cefalù volesse coinvolgere gli altri Sindaci, il problema non si pone perché, penso, istituzionalmente ci sia la disponibilità d’uso gratuito della “Sala delle Capriate”.

Personalmente, ti ribadisco il mio povero sostegno, ma grande stima, mentre mi illudo che Qualcuno ed Autorevole, per caso, ti legga e senta il dovere di approfondire, a meno che, ma non voglio nemmeno pensarlo, si speri in qualche sorpresa geologica che, forse, potrebbe essere buona a togliere, ammesso ci sia, qualche castagna dal fuoco, ma sarebbe più amaro se si sperasse  nel detto: “chi viene dopo conta i passi”.

Affettuosi Saluti.

                                                                                  Giovanni Cristodaro (detto Pino)

Commenti

Molto lieto di conoscerla, sia pure per mezzo del suo “appello”. 

Brevemente.

Il tono suadente, accorato ed affettuoso, nonché ben informato, del suo scritto, ripropone l'obiettivo della localizzazione ottimale di un centro di servizio che sarebbe stato opportuno affrontare, analiticamente esaminando i fattori di localizzazione, di diversa natura, che nella prassi vengono assunti con il metodo dell'analisi Costi/Benefici.

Questo non è stato fatto e quindi l'agone tra fautori e detrattori si è caratterizzato per mezzo di discorsi emotivi ed incidentali, con argomenti sempre parziali ancorché dotati di una certa razionalità.

Questo accade nel nostro contesto sociale e politico, nel quale non è radicata la cultura scientifica applicata, come in altre realtà, ai problemi di pianificazione, e, se si vuole, più segnatamente di localizzazione di centri di servizio, il cui peso funzionale oltrepassa i meri confini comunali.

Mi pare, tuttavia che grazie soprattutto al suo contributo esortativo, si possa rapidamente riprendere le fila della questione è giungere ad una determinazione che, con l'umiltà della ragione, pervenga alla più idonea localizzazione della stazione.

Sempre a mio modo di vedere, la città e la costellazione dei piccoli centri urbani madoniti, va considerato più propriamente come sistema urbano che lei ha, con riferimenti storici, sostanziato con eloquenza nella sua narrazione.

Da qui ritengo che la stazione ad Ogliastrillo, prevista dal progetto dello Stato nel raddoppio ferroviario, presenta molte positività.

Dunque la fortuna dei cefalutani e dei madoniti, è ora riposta nell'impegno della Pubblica Amministrazione a sollecitare la rielaborazione delle determinazioni progettuali attuali.

In attesa di poterLa conoscere personalmente le invio i saluti più cordiali.

Caro Pino,
è sul periodo che hai iniziato con "molto sommessamente" e che hai messo tra parentesi che  incentro il mio breve commento alla tua graditissima lettera.
Quel periodo è la chiave di tutte le vicissitudini della fermata sotterranea di Cefalù.

Enzo Cesare, "non ha sbagliato tutto".
Come tu hai scritto, Enzo Cesare "non ha sbagliato ad avanzare quella proposta ed a credercitoccava ad altri verificarne la fattibilità".

Gli "altri" erano, o sarebbero dovuti essere, tanti.
Certamente qualcuno in più di quanti, per Legge, sono chiamati a verificare la fattibilità di un qualsiasi intervento, anche del più minuscolo, persino di un loculo cimiteriale, nel territorio della Repubblica Italiana.

Nel caso della fermata sotterranea la fattibilità di tutte le opere indispensabili al suo funzionamento ed al suo esercizio quali la galleria di accesso, la galleria del mezzanino, la galleria di sfollamento, le scale di emergenza, le gallerie per le scale mobili e quelle altre per collegare le gallerie dei due binari.
Fattibilità, che non avrebbe potuto, non potrebbe e non può, prescindere, per un verso, dalle caratteristiche idrogeologiche del sottosuolo nel quale quelle opere sono previste e, per altro verso, dagli effetti che, per queste caratteristiche, la realizzazione delle opere medesime può provocare ai manufatti esistenti in superficie: edifici, opere di urbanizzazione e servizi a rete. 

Sulla fattibilità di quelle opere, cioè sulla possibilità tecnica di realizzarle, intesa come ho anzi detto e come deve essere intesa, credo che non possa esserci un solo tecnico, ingegnere,  geotecnico o geologo che sia, in grado di dare le giuste garanzie alla collettività tutta.

Al riguardo forse che, per essere stati approvati dagli organi competenti non erano stati ritenuti fattibili la paratia di Ogliastrillo e i 56 metri di galleria di vicolo Bernava, che, ironia della sorte, richiederanno la realizzazione di due gallerie artificiali dopo un tombamento di scavo già eseguito nel primo caso e la demolizione di 4 o 5 edifici nel secondo?

Nel caso della fermata sotterranea di Cefalù la fattibilità delle opere previste richiede garanzie ben più giuste di quelle che, per l'approvazione dei relativi progetti, si riteneva esistessero per Ogliastrillo e per Bernava.
A Pietragrossa, Pacenzia e Spinito, infatti, per rimediare non potranno essere eseguiti tombamenti, come ho già scritto, e meno che meno,  gallerie artificiali.

Nell'impossibilità di ubicarla altrove, è alla fattibilità di tutte le opere previste, nessuna esclusa,  che sono legati la possibilità che Cefalù abbia una fermata ed il destino del completamento del raddoppio nel lotto Ogliastrillo-Castelbuono.

Caro Pino, non aggiungo altro se non il mio sentito ringraziamento per l'attenzione che, nella tua lettera, dimostri di avere riservato alle mie provocazioni.
Provocazioni, le mie, che insieme alla tua lettera e agli scritti dell'Arch. Giovanni La Barbera, sono sassi in quello che è uno stagno, solo in superficie.
Ne sono sono convinto.
Fermamente.