A Franco Nicastro, consigliere dell'O.N. dei giornalisti

Ritratto di Pino Lo Presti

27 Settembre 2012, 16:25 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Nel ringraziare l’infaticabile A. Sciortino che mi porta a conforto Zagrelbesky su “La Stampa” del 27, non per vacua ricerca di solidarietà ma per puro bisogno di conoscenza insoddisfatto, sento  - confesso - il bisogno di ascoltare la voce dei giornalisti locali al riguardo del caso occorsomi in data 18 c.m, riportato in Ma la "stampa" deve essere "invitata" e da chi? (https://www.qualecefalu.it/node/892).

In particolare sento la necessità di ascoltare quella di Franco Nicastro, giornalista di esperienza e di prestigio, a cui altre volte ho posto dei quesiti da lui prontamente soddisfatti.

Giorno 3 ottobre si terrà (così ho sentito dire) un incontro tra il Sindaco e (se non ho capito male) baristi e ristoratori (ma è solo un esempio).
Se la notizia fosse vera e io mi presentassi all’incontro per riportare ai cefaludesi quanto discusso ed eventualmente deciso tra una così importante categoria economica cefaludese ed il Sindaco, sarei un maleducato invadente che non si fa gli affari suoi presentandosi ad un incontro in cui non è stato invitato o un cittadino che cerca di svolgere dignitosamente un ruolo di informazione e trasparenza utile per la città e la consapevolezza dei suoi problemi?

Come funziona, caro Franco (almeno per i giornalisti professionisti):

- l’annuncio dell’incontro deve essere pubblico?
- oltre ad essere annunciato pubblicamente deve essere fatto esplicito invito alla “stampa”?
questo invito lo può fare, solo il Sindaco, ovvero deve essere concordato, dagli interlocutori di turno, preventivamente con lui?

Nel caso in cui, poi - come nel mio caso - non si tratti giornalisti iscritti all’albo ma di semplici blogger che spazio avrei/emmo per fare ciò che sentiamo come un dovere?

La proposta che quella sera fece il Sindaco fu quella di farmi rilasciare eventuali dichiarazioni sull’incontro dai suoi interlocutori alla fine dello stesso.

Ammesso che io poi, mercoledì, li attenda fuori e questi non avessero un loro portavoce ufficiale, quale valore avrebbero le dichiarazioni rilasciatemi da uno qualsiasi di loro che magari, nel raccontarmi “in breve”, dimentichi passaggi importanti o frasi-chiave che gli sono sfuggite (e che magari non sarebbero passati inosservati ad un attento cronista che fosse stato lì presente?) e che in ogni caso potrebbe essere richiamato dagli altri perchè “non autorizzato a rilasciare dichiarazioni per tutti loro”?
Dovremmo sperare di accontentarci di un Comunicato loro o della Amministrazione, e se neanche questo ci fosse?
E’ normale che di un incontro - comunque importante nella vita economica e sociale della città - non resti traccia solo perchè “non è stata invitata la Stampa”?

Davvero, Franco, da un maestro, quale - senza piaggeria - tu sei, mi aspetto, ci aspettiamo in diversi, una piccola lezione quanto mai opportuna oggi sui diritti e i doveri della informazione locale, professionale e dilettante, utile a chiarire e soprattutto evitare equivoci ed incomprensioni nei rapporti con la pubblica amministrazione che si potrebbero, altrimenti, da qui in futuro verificare!

Grazie!

Commenti

del vostro silenzio; è stata la risposta più eloquente anche alle domande che non ho osato porre.

Mi spiace che venga scambiata per reticenza quella che era solo una distrazione. Mi era sfuggito - confesso la colpa - il quesito che mi aveva posto Pino Lo Presti la cui stima e amicizia sono ampiamente ricambiate.

La risposta si può riassumere in pochissime battute.

La mia concezione della professione giornalistica è molto lontana da ogni vocazione corporativa e perciò considero come discrimine fondamentale il rispetto della verità sostanziale dei fatti, la qualità della scrittura, la lealtà, il rapporto corretto con le fonti e con i lettori. Sono criteri per me più irrinunciabili di altri nella definizione di giornalismo.
Considero perciò necessario consentire all’informazione di avere un accesso diretto alle fonti, nel rispetto e nella distinzione dei ruoli. Ma, come spesso accade, la soluzione di ogni problema risiede prima di tutto nel buonsenso.

A Lei, dott. Franco Nicastro, il mio grazie.
Per l'essenzialità delle Sue "battute" che sono più eloquenti, molto più eloquenti, del più articolato dei discorsi sul tema.
Quanto alla Sua "distrazione" che Pino ha scambiato per "reticenza" vorrà consentire una battuta anche a me :
tutti abbiamo "difetti" ed, a volte, Pino ha quello di lasciarsi travolgere dalla sua impulsività.