Intervista al consigliere Patrizia Messina

Ritratto di Quale Cefalù

16 Ottobre 2012, 08:12 - Quale Cefalù   [suoi interventi e commenti]

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Ecco allora la domanda: voi consiglieri d'opposizione avete facile accesso agli atti amministrativi, come la legge prevede, oppure siete soggetti a ostruzionismi e persino a dinieghi?

 

Inizialmente si è incontrata una certa diffidenza da parte di qualche Ufficio Comunale con la conseguenza di tempi d’attesa relativamente lunghi.

Con l’arrivo del nuovo Segretario Comunale si sono chiariti tempi e procedure per l’accesso agli atti da parte dei Consiglieri Comunali.

 

Secondo Lei l'attuale Amministrazione ha una strategia? E se sì, la ritiene compatibile con le necessità derivanti dall'asserita situazione debitoria del Comune?

 

La spada di Damocle del “Ricorso Croci” e l’esigenza di ottemperare a quanto richiesto dalla corte dei Conti hanno forse rallentato l’attività di programmazione dell’Esecutivo.

Da Consigliere Comunale di opposizione non sono a conoscenza né di strategie né di programmi.

 

Pensa che gli atti fin qui compiuti per rendere i rendiconti dal 2008 al 2012 non più sindacabili da parte della Corte dei Conti, che tra l'altro, con la nuova normativa, avrà pure l'obbligo del controllo preventivo, siano idonei allo scopo?

 

Come già espresso ripetutamente ed abbondantemente in Consiglio Comunale, relativamente ai Conti Consuntivi degli anni 2008 e 2009, è parere della scrivente, che gli atti adottati non soddisfano in pieno quanto richiesto dalla Corte dei Conti anzi hanno peggiorato la situazione economica dell’Ente.

Ho cercato di indicare quali potevano essere le problematiche ma le osservazioni mosse  non sono state recepite né dall’Esecutivo né dai Consiglieri di maggioranza.

Speravamo in un atteggiamento diverso anche da parte del Collegio dei Revisori, ma così non è stato.

Cercherò di essere più incisiva durante la trattazione del Rendiconto 2010, sperando che le valutazioni di merito siano almeno ascoltate.

Forse questa sarà l’ultima occasione per correggere definitivamente i conti del Comune e dare finalmente risposte serie e concrete all’Organo Regionale di Controllo.

 

Che cosa cambierebbe, se fosse il Sindaco, negli uffici comunali?

 

Intanto sarebbe opportuno ridisegnare le dotazioni organiche di ciascun Servizio cercando di ottimizzare le risorse umane in modo da rendere più proficuo il lavoro di tutti i dipendenti.

Introdurrei tutte le indicazioni normative sulla “semplificazione” per snellire il lavoro e rendere un servizio più efficace al cittadino.

Intensificherei l’attività di riscossione dei tributi sia attraverso un incremento di personale, sia mediante l’utilizzo delle nuovissime tecnologie informatiche.

La Casa Comunale, intesa non solo come luogo fisico, deve essere accogliente per tutti i Cittadini.

 

Commenti

Ho letto attentamente questa intervista, alla ricerca, come sono, di capire se chi è stato scelto per amministrare il Paese, ha compiuto e compie gli atti richiesti dalla situazione.

Mi ha lasciato l'amaro in bocca scoprire che anche un consigliere d'opposizione "non è a conoscenza né di strategie né di programmi" da parte di questa Amministrazione. Infatti non espone alcuna considerazione, anche critica, né su l'una né sull'altra: non si può riflettere su ciò che non è!

C'è anche un accenno a una obiettiva "insoddisfazione" da parte della Corte dei Conti per i rattoppi apportati ai rendiconti del 2008 e del 2009, forse al solo scopo di coprire le proprie marachelle. Stasera sapremo se i giudici dell'Organo di controllo si sono lasciati ingannare. Stesera, forse, sarà il momento del redde rationem.

Caro Angelo, non è che ti eri convinto, o forse illuso, che Rosario Lapunzina, eletto Sindaco, avrebbe fatto il miracolo ?
E di colpo ?
Nè Lapunzina nè altri avrebbero potuto farlo !
Il presidente Franco ce lo ha ricordato in uno degli ultimi Consigli : "Ad impossibilia nemo tenetur".

A prescindere dalla complessità della questione economica cui, a mio giudizio, è pressocchè impossibile venire a capo,
la verità è che amministrare la Cosa Pubblica è difficile.
Molto difficile.  
Per chiunque ed a prescindere dall'impegno che vi si possa profondere.