La Corte dei Conti intenderebbe dichiarare il dissesto finanziario

Ritratto di Comune di Cefalù

14 Dicembre 2012, 15:27 - Comune di Cefalù   [suoi interventi e commenti]

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Sia pur informalmente, apprendiamo di una decisione con cui la Corte dei Conti avrebbe ritenuto sussistenti le condizioni per dichiarare il dissesto finanziario, negando al nostro Ente la possibilità di accedere ai benefici stabiliti da una legge dello Stato che consente la procedura di riequilibrio anche per i Comuni sotto i 20.000 abitanti. Ciò, sull'assunto che la Legge, entrata in vigore il 7 dicembre (data di pubblicazione sulla GURI), sarebbe tardiva rispetto al termine che la Corte stessa aveva fissato per assumere la propria decisione. Se dovesse trovare conferma, sarebbe una scelta ingiusta, e forse anche illegittima, perché, una differenza di pochi giorni, risultati occorrenti per l'iter parlamentare, condannerebbe la Città al dissesto finanziario. Abbiamo ragione di ritenere che il termine che la Corte si era imposto per la propria decisione non possa pregiudicare gli effetti di una Legge dello Stato, e valuteremo la possibilità di proporre ricorso nelle sedi competenti.
 
                                                                                                       Il sindaco
                                                                                                        Rosario Lapunzina

Commenti

Dagli esposti alla Corte dei Conti  al ricorso contro la Corte dei Conti in una situazione contabile che, per grandi numeri, - almeno così pare - nel 2012 è rimasta invariata rispetto agli anni precedenti: 12,5 milioni di debiti e 20 milioni di crediti.

A me che, in materia, non ho competenza alcuna, viene spontanea una domanda:
ma quale azienda privata andrebbe in default con una situazione contabile come quella che, per grandi numeri, ha - o avrebbe- il Comune di Cefalù ?

A me che - lo ripeto -, in materia, non ho competenza alcuna, i conti non tornano.

Leggo un  ragionamento analogo a quello svolto da Saro Di Paola su altro sito (http://www.lavoceweb.com/lettera.php?IDLettera=1266),  e mi viene già difficile comprendere come possa  incorrere in  confusione  chi, pur se non avvezzo alla contabilità pubblica, gestisce un'impresa, interessandosi, si presume, ai conti della stessa.    Ma a Te, Saro, che da molti più anni di me ti occupi del funzionamento degli Enti Locali, non può e non deve sfuggire l'enorme differenza tra i crediti vantati da una Amministrazione (che regolarmente contabilizzati, costituiscono, se non riscossi nell'anno di competenza, la massa dei residui attivi, cui  si contrppongono i residui passivi, ossia i debiti pregressi, ugualmente inseriti in contabilità) e i debiti fuori bilancio. Se non erro, il rendiconto 2011 del Comune di Cefalù si è chiuso con un avanzo di amministrazione di appena 20.000 euro. I crediti (residui attivi) bilanciano pertanto con i debiti (residui passivi). i debiti fuori bilancio sono, appunto ... fuori bilancio.

Hai ragione, Gaetano, sono "incorso in confusione".
Confusione e numeri o grandi numeri a parte, giustificherai, però, la mia difficoltà a cogliere la compatibilità tra gli esposti alla Corte di ieri ed il ricorso contro la Corte di domani.  
"I conti non (mi) tornano" nel senso che qualcosa non (mi) convince.
Delle due una :
o, ieri, gli esposti alla Corte non erano da presentare o, domani,il ricorso contro la Corte non sarà da presentare.
Ovviamente, secondo il modo di vedere di uno come me che, lo ripeto, non ha avuto, e non ha, competenza alcuna in materia di bilanci degli Enti Locali, pur essendo stato, ahimè, consigliere comunale per 15 anni, 10 dei quali, però, nella prima Repubblica.
Cioè in un contesto politico-amministravo assai diverso da quello attuale.

Contraddizione solo in apparenza, tra il "ricorso" alla Corte ed il "ricorso contro" un provvedimento della Corte. In passato si è lamentato  (non solo nei confronti della Corte) il perdurante inadempimento di chi avrebbe dovuto portare quei debiti in bilancio, per trovarvi copertura. Oggi, l'eventuale ricorso riguarda la diversa interpretazione di una norma che potrebbe consentire al Comune di Cefalù di accedere ad un piano di riequilibrio, che la Corte ci nega, ritenendo che la procedura fosse già in fase avanzata nel momento, il 07 dicembre scorso,  in cui la Legge è entrata in vigore. Una interpretazione assai penalizzante, se si considera che il provvedimento definitivo non risultava ancora emesso e che vi è stata, nel frattempo, una novità legislativa rilevante.  Nessuno, comunque,  vuole ricorrere per negare l'esistenza dei debiti. Quello sì che sarebbe contraddittorio. 

La contraddizione - come la definisci Tu - o la incompatibilità - come la ho definita io - tra i "ricorsi alla" Corte ed il "ricorso contro" (un provvedimento del)la Corte sarebbero "solo in apparenza" se i primi, cioè i ricorsi alla Corte, fossero stati finalizzati a mettere "in bilancio per trovarvi copertura" quei debiti che con "perdurante inadempimento" erano stati lasciati "fuori bilancio".
Non mi pare, però, che tutti i "ricorsi alla" siano stati ispirati dal, o al, perseguimento di tale finalità.
Mi pare, piuttosto, che alcuni siano stati ispirati dal, o al, perseguimento di quel rispetto formale di norme che, ieri, si è preteso da parte del Comune di Cefalù e che, domani, si vorrebbe contestare alla Corte. 

Contraddizione o incompatibilità a parte, da cittadino, mi auguro che "l'interpretazione", da parte della Corte, della norma entrata in vigore il 7 dicembre non sia "assai penalizzante" per il nostro Comune, che la nostra Amministrazione non sia costretta al ricorso contro la Corte e che Cefalù  possa fruire dei benefici della recentissima norma..
Già oggi, però, i miei sarebbero potuti non essere soltanto auguri.
Sarebbe, forse, bastato poco : una considerazione, sia pure minima, per quel suggerimento che è stato spacciato per disinformazione.