Siamo alle solite: chiudiamo tutto, mettiamo sotto chiave il mondo così solo potremo difenderlo dagli uomini!?

ritratto di Pino Lo Presti

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Prima di inneggiare, “W” , anch’io al supposto “disinteressato senso civico” di vecchi e nuovi privati aspiranti a protettori o a semplici custodi del “Bene pubblico” (* vedi nota), chiederei - senza con questo voler essere impertinente o offendere alcuno - al consigliere Antonio Franco se, usando delle prerogative ispettive di pertinenza di ogni consigliere comunale, volesse dirimere - una volta per tutte - il dubbio di tanti circa la proprietà del Cortile Fiume;

dubbio che deriva non solo da - sempre opinabili - memorie individuali ma anche dalla presenza di una targa che non si direbbe privata.

nota* - vedi commenti “U ciumi” e il sig. Barravecchia (di Saro di Paola) e “W Barravecchia” (di Antonio Franco) al recente “Mentre parliamo di Identità e consapevolezza”... di G. D’Anna, http://www.qualecefalu.it/lac/node/3564 )
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Ciò come incidentale premessa al tema - riaperto di recente - della “chiusura” di particolari luoghi sensibili di Cefalù, al fine di prevenire i famosi atti vandalici, sul quale anch’io vorrei intervenire.

Non entrando nel merito del parallelismo tra la torre Eiffel, il Colosseo e il Bastione o la Corte delle Stelle, mi limiterei inizialmente ad osservare come pur essendo sempre valido il principio “prevenire è meglio che curare o reprimere” , tuttavia, come ogni principio, se portato all’accesso - superando cioè un certo limite - anche esso mostra il suo triste lato in “ombra”.

Lo abbiamo visto ad esempio nel caso dello sconfinamento-degenerazione nel principio-derivato della “guerra preventiva” o della pratica dittatoriale - di recente da qualcuno pensata di recuperare - dell’arresto o del semplice “fermo preventivo” in occasione di particolari manifestazioni; ma anche nel mezzo-progetto (abortito) della vasectomizzazione di chi si valuti possa reiterare particolari reati sessuali, avanzato da qualcuno in questi recenti anni di imbarbarimento sociale.

Un altro caso esemplare stava prendendo piede a Cefalù ed era quello della chiusura di alcune strade con “paletti fissi” con cemento al suolo.

Si deve alle iniziative di protesta del Comitato dei Cittadini del Centro Storico se questa “idea” non solo non si è sviluppata - come invece auspicato ufficiosamente dal Sindaco, dall’ex comandante Blasco (suo acerrimo sostenitore) e da alcune voci della “imprenditoria” turistica locale - a tutte le vie del Centro Storico, ma è stata “sradicata” dalla via Mandralisca dove già si era “impiantata” (di questo - va ricordato - va riconosciuto merito alla formazione liberale del vicesindaco Corsello).

Lo slogan usato allora dal Comitato: “Regole sì, Ostacoli no”, può cessare di valere - io credo -, in uno stato di democrazia liberale, solo in sopravvenute condizioni di “Guerra” cioè in una condizione scaturita dalla accertata impossibilità di una convivenza civile; sino a quel momento le istituzioni pubbliche, se da un lato non devono cessare di interrogarsi sulle cause del fenomeno del “vandalismo” per prevenirne la genesi, dall’altro devono porre in atto tutte le possibili misure dissuasive prima di dichiarare lo “stato di guerra” chiudendo “le porte della città”!

Solo in uno stato di “guerra” vengono sospesi i diritti civili; tra questi vi è certamente quello di godere liberamente delle bellezze dei luoghi “aperti” (verso il cielo) e delle suggestioni che esse suscitano nell’animo individuale.

Trovo “scivolosa” la definizione di Cefalù come “museo a cielo aperto” perchè dal primo impatto lusinghiero, facilmente si scivola verso la idea di una città “chiusa” come appunto sono i musei. E, Cefalù è invece una città “aperta” alla vita, perchè abitata e vissuta con tutte le contraddizioni e le tensioni che ai fenomeni della vita appartengono; a meno chè non la si voglia infine svuotare dai suoi abitanti, rendendola una sorta Ercolano o Pompei, magari però con concessione di cittadinanza esclusiva ai soli B&B, ristoranti, boutiques, locali di ristoro e intrattenimento vari e ai loro relativi “gorilla” o a gruppi guidati!

Troppo facilmente l’incapacità e la inettitudine della amministrazione normale di una città, producono questo tipo di fughe verso facili soluzioni ad effetto “senza se e senza ma” ma che abbassano - senza quasi rendersene conto - di molto la qualità esistenziale di tutta una comunità.

Sorvolando in questa sede quali potrebbero essere le direzioni da seguire per “de-nutrire” alla base il prodursi di fenomeni di devianza - quali sono le attitudini vandaliche -, prima della dichiarazione di “sconfitta” di ogni possibilità di convivenza civile e quindi della dichiarazione di “guerra” con le sue - a quel punto - inevitabili misure restrittive, considererei molto più seriamente le possibilità offerte dalle moderne tecnologie di video-sorveglianza e ciò anche per il libero accesso notturno alla Rocca.

Se poi si prendesse l’abitudine di “svergognare” pubblicamente chi si rendesse colpevole di offesa alla cosa pubblica, costringendolo a prestarsi in prima persona nella rifusione, compensazione e - quando possibile - nel rimediare direttamente al danno, avremmo secondo me fatto un passo avanti e non uno indietro come certamente si farebbe - ed inevitabilmente sempre si fa - con ogni “chiusura”!

ritratto di Gianfranco D Anna

Concordo con te, Pino

Chiudere la notte il Bastione, la Corte delle Stelle, Porta Pescara, il Lavatoio Medioevale - e, a questo punto, aggiungerei anche la passeggiata sulla scogliera e la Postierla - è come dichiarare di trovarci in stato di guerra ed essere costretti ad applicare le inevitabili misure restrittive, manca solo il coprifuoco!.
Resto anch’io dell’idea che le moderne tecnologie ci possono venire incontro.
Oggi, un sistema di videosorveglianza con telecamere wireless day & night o con infrarossi abbinate a un sistema di registrazione delle immagini ha un prezzo abbordabile anche per un privato che vuole proteggere la propria abitazione o la propria attività commerciale, figuriamoci, quindi, se un’amministrazione che vuole veramente tutelare il proprio patrimonio, non se lo può permettere.
La presenza delle telecamere ben in vista – che non vuol dire facilmente raggiungibili – ma soprattutto la presenza di cartelli che avvisino che l’area è sottoposta a videosorveglianza e, soprattutto, che le immagini sono registrate, come ho già avuto modo di dire, è certamente un deterrente.
Inizialmente, inoltre, basterebbe “educare” le persone con una maggiore presenza di Forze dell’Ordine che girino all’interno del nostro centro storico – non solo per controllare questi luoghi - ed, eventualmente, punire pubblicamente ed in modo esemplare chi si rendesse colpevole di offesa alla cosa pubblica, per potere risolvere il problema.
(Un esempio: quanti automobilisti una volta sfrecciavano ben oltre i limiti di velocità sulla SS113 all’incrocio di Lascari; dopo la comparsa dei cartelli che indicavano i limiti di velocità consentita e la presenza di apparati di controllo della velocità molti hanno ridotto la propria andatura; dopo le prime multe, la percentuale degli automobilisti disciplinati è notevolmente aumentata; oggi tutti passano a velocità ridotta ben al di sotto del limite, a prescindere dalla presenza dell’autovelox.)

ritratto di Pino Lo Presti

E' tempo di finirla

col far pagare alla gente civile la inciviltà di altri.
Mi viene - proprio in questi giorni di rinnovo delle Polizze - da pensare al caso abnorme delle Assicurazioni Auto dove automobilisti che non hanno mai fatto incidenti pagano caro per le truffe di tanti.
Uno Stato, una Amministrazione che non sa perseguire chi non è corretto e per coprire la propria incapacità fa pagare il danno anche a chi "non c'entra" non è degno di essere definito/a tale.
Solo in tempo di guerra, non trovando il responsabile si procede alla "decimazione".
Conservo ancora molto triste il ricordo di una scuola, in cui la Preside - si chiamava Guagliardo - non trovando il colpevole di un bigliettino affensivo attaccato alla cattedra di un professore - "mandò a casa" tutti quelli dei banchi dell'ultima fila!
Ho orrore di questi metodi!

ritratto di Antonio Franco

Come si confondono le idee

Mi sorprende non poco che Pino Lo Presti, il quale, da ammirevole responsabile di questo blog, senza di solito intervenire in merito, permette che qualcuno esprima le farneticazioni politiche più deliranti attaccando quelli che ritiene suoi personali nemici, mentre, in questo caso, egli stesso arriva ad usare una foto e argomenti strumentali per un attacco stizzito e scomposto contro la mia idea di conservazione di alcuni luoghi cefaludesi di pregio. Noto che, da parte dei miei interlocutori, si adopera un certo romanticismo, certo di qualche vaghezza, ma che finisce solo con intorbidare le acque con un frullato di concetti diversi accostati con ragionamenti piuttosto contorti. Il tentativo è quello consueto di dipingere chi propone SOLUZIONI che non piacciono come un estremista, un bieco e retrivo oscurantista, forse preferendo che non si trovino mai soluzioni concretamente attuabili: rispettabili Pino e Gianfranco, con viva delusione per il metodo non per le vostre idee, ma io a questo NON CI STO! Che significato ha accostare quanto ho proposto su alcuni Beni, di grande e manifesta fragilità, con la chiusura del Centro storico, con eventuali abusi di privati (ben più diffusi del singolo cortiletto e sui quali sono il primo, se ne avrò il potere, a voler intervenire), con ingiustizie, con terrorismi di insegnanti o dittatori e con altre divagazioni autoerotistiche??? Ribadisco che l'uso capillare di videocamere è esposto ai rischi legati ai fondi con cui si devono acquistare, con cui si devono aggiustare, alle capacità d'intervento delle forze dell'ordine, ecc.; possono servire a un monitoraggio generale ma esse non scoraggiano proprio nessuno, specie se in stato demenziale o di alterazione per alcol o droga (per non parlare di tutte le questioni di privacy che provocano). Ribadisco che definire Cefalù "un museo a cielo aperto" non vuol dire affatto desiderarla "chiusa" o inaccessibile ai turisti; far pagare non significa addossare ai visitatori le colpe di taluni, ma creare un senso di condivisione alle spese per Beni preziosi e da curare continuamente. Nel merito, è scontato che i residenti dovrebbero avvalersi di ogni forma di agevolazione e che i visitatori potrebbero fruire di vari Beni con un unico ticket acquistabile nei vari luoghi visitabili. Per il resto, ritengo che le risorse umane da impiegare già ci sono fra i dipendenti comunali, ma altre è possibile reperirne tramite convenzioni con associazioni, scuole, università, ecc., anche accedendo a finanziamenti specifici. Ci sono luoghi dove l'accesso notturno è e può restare possibile liberamente; per altri ho le mie idee, che credo siano ampiamente condivise sia qui che anche in molti luoghi d'arte dove il turismo è a livelli d'eccellenza; certo è possibile che resti incompreso a Cefalù dove si va dal metodo turistico da Luna Park dei tempi della Vicari al degradante abbandono del periodo Guercio, ma con la costante di queste idee di godimento libertario dei Beni di tutti mentre, nel frattempo, ce li stanno distruggendo. Vorrei proprio vedere se si trattasse di vostre specifiche proprietà ma, se le mie proposte vi appaiono così sgradite, guardate che posso anche fare a meno di esprimerle!

ritratto di Gianfranco D Anna

Tony, mi spiace ma non ti “capisco”!!!

Caro e sinceramente stimato Tony
non ti “capisco” quando scrivi: «Noto che, da parte dei miei interlocutori, si adopera un certo romanticismo, certo di qualche vaghezza, ma che finisce solo con intorbidare le acque con un frullato di concetti diversi accostati con ragionamenti piuttosto contorti. Il tentativo è quello consueto di dipingere chi propone SOLUZIONI che non piacciono come un estremista, un bieco e retrivo oscurantista, forse preferendo che non si trovino mai soluzioni concretamente attuabili: rispettabili Pino e Gianfranco, con viva delusione per il metodo non per le vostre idee, ma io a questo NON CI STO!»

Punto 1: Pino è Pino ed io sono io, quindi, Pino ha le sue idee ed io le mie (scusa l'elementarità del concetto) e, per quanto queste idee possano spesso essere simili, nessuno dei due ha cercato un accordo con l’altro su un presunto “metodo per dipingerti come un estremista, un bieco e retrivo oscurantista”.
Come in ogni altro mio intervento iniziale o come in molti miei commenti, io ho sempre esposto le mie idee assolutamente personali – come, del resto, è mia consuetudine fare anche al di fuori di questo blog – ed ho dichiarato di condividere o meno le idee altrui, sempre nel più sereno e rispettoso confronto, senza cercare di screditare nessuno tra coloro che non hanno le stesse mie opinioni, a prescindere dalla stima che possa avere del mio interlocutore, inoltre, a giudicare dai commenti finora ricevuti, non mi sembra di aver finito “solo con intorbidire le acque con un frullato di concetti diversi accostati con ragionamenti piuttosto contorti”.

Punto 2: Continui a definirmi uno "molto romantico ma poco pratico". Se l’aver scritto nel mio commento “Non possiamo darla vinta agli IGNORANTI” (http://www.laltracefalu.it/node/3564#comment-2131) “La contemplazione, la riflessione, il desiderio di restare da soli in silenzio, la voglia di condividere dolci emozioni con la persona amata non possono avere un tempo-orario prestabilito, una tempo-durata congruo.” mi fa essere un romantico ben venga il romanticismo, ma tutto mi sembra di essere tranne che uno poco pratico quando, nello stesso commento ed ancor di più nel successivo commento “Caro Tony” (http://www.laltracefalu.it/node/3564#comment-2142) affermo che, sempre secondo me, “La tutela di questi luoghi può avvenire anche con un sistema di videosorveglianza con telecamere wireless day & night o con infrarossi abbinate a un sistema di registrazione delle immagini trasmesse.”
Semplicemente tu non hai fiducia nelle telecamere e preferisci chiudere con un cancello, io, invece, come in questo caso Pino Lo presti, ritengo che le moderne tecnologie sono efficaci. Ognuno ha le sue idee ma tutte sono da rispettare.

Punto 3: Non ho mai detto e non credo di aver-ti mai dato l’idea di pensare che le tue proposte mi appaiono sgradite, posso non condividerle ma le leggo attentamente e le rispetto. Credo che il confronto sia fondamentale, nessuno (in Terra) possiede la verità assoluta ed è solamente attraverso il confronto che le idee di ognuno si possono migliorare per poter giungere ad una scelta-soluzione condivisa dal maggior numero di persone possibile.
Con l’occasione, ringrazio ancora Pino e tutto lo staff, per la possibilità datami di potermi confrontare con persone che a volte non ho avuto modo di conoscere o che difficilmente riuscirei ad incontrare quotidianamente.

Con rinnovata stima ed affetto
Gianfranco

ritratto di Pino Lo Presti

Per non confondere le idee

Premesso che una certa idea “di conservazione” non sapevo che avesse un copyright, e che essa è una idea che io combatto da anni su “fronti” dove non solo non ti vedevo ma neanche potevo immaginarti, come nemico, sullo sfondo (prima quello della Rocca e poi quello del Centro Storico), mi dispiace che invece quel mio commento l’abbia preso come un attacco “personale”.
Potrai trovare gli stessi argomenti (un frullato di concetti diversi accostati con ragionamenti piuttosto contorti ... un certo romanticismo, certo di qualche vaghezza, ma che finisce solo con intorbidare le acque) in tanti miei interventi sparsi, già dagli anni del glorioso DonLappanio, proprio su quei fronti (però forse non lo leggevi). E’ la stessa idea che attacco ovunque la veda espressa; non sei tu il mio obbiettivo perchè ti ho considerato da sempre un stimato amico, tanto da averti votato, semmai qualcuno di cui riportare con diligenza le esatte parole pronunciate in - spesso - lunghi interventi nella Aula consiliare.

Ho un punto di contatto diretto con te (oltre al momento in cui richiamo quel tuo commento) soltanto quando ti ricordo di essere prudente prima di dire “grazie” a qualcuno a cui stai dando le chiavi di qualcosa di tuo senza nulla in cambio; e, al consigliere comunale - che so affezionato alla legalità - di verificarla in un caso in cui non mi sembra illegittimo farsi una domanda.

Soltanto dopo “ti sfioro” richiamandomi direttamente al concetto, da te presentato, di “museo a cielo aperto”.
Per il resto, ripeto, potrai trovare gli stessi argomenti, o “frullato” di concetti, da almeno quasi tre anni, sui blog.
Tu resti e comunque resteresti una persona da me stimata e, spero, un amico anche se io mi trovassi a - in vario modo - lottare con una “mentalità-metodo” nuvola la cui ombra per caso ti attraversi.

Sarà difficile convincermi che sia meglio tenere “chiuso (sottoposto alla chiave di qualcuno) un posto caro a tutti piuttosto che metterci degli occhi che stanno lì a controllare; se il problema è dissuadere qualche cretino dal compiere atti inconsulti!

ritratto di Saro Di Paola

PECCATO!

Il fatto che il signor Barravecchia abbia la chiave del cancello "ru ciumi" non ha, a mio giudizio,alcun nesso logico con quell'altro fatto che si desume dall'intervento di Pino Lo Presti e cioè che lo stesso signor Barravecchia abbia la chiave del cancelletto del cortile "ru ciumi".

La chiusura con cancelletto del cortile Fiume è questione ASSOLUTAMENTE DIVERSA da quella sulla quale ci si era confrontati, e ci si stava confrontando, con grande serenità e con assoluta pacatezza.

Avere accostato i due fatti oltre a "confondere le idee" come ha scritto Tony Franco è stato, a mio giudizio, fuorviante e pregiudizievole rispetto a quell'ulteriore confronto sulla questione che, almeno da questo blog, avremmo potuto continuare a svolgere.
PECCATO!

Con il mio commento "u ciumi ed il signor Barravecchia" più che provocare stizzite reazioni avrei voluto stimolare una riflessione sulla modalità di "gestione pubblica" di quel bene che, a Cefalù, non è unica e neanche originale solo perchè uguale a quella adottata per la Rocca.

Quanto al resto non aggiungo altro.
Non ho l'animo per aggiungere altro.

ritratto di Antonio Franco

Amo il dialogo, però...

Mi spiace, Pino, non essere d'accordo con te neppure su questa spiegazione che mi dai: l'accostamento tra la segnalazione di un palese abuso e le mie responsabilità di consigliere comunale era e resta tendenziosa, specie per uno come me - tu lo sai benissimo - che quasi giornalmente segnala e combatte abusi di ben maggiore entità anche esponendosi notevolmente. Cosa fai, mi vuoi mettere alla prova su queste cose? Se avessi interpretato con maggior attenzione il mio precedente intervento, avresti visto che io non ho ringraziato affatto il cittadino detentore di chiavi del cancello di un Bene pubblico e così avresti compreso che il mio "W" era un titolo ironico e amaro per sottolineare quanto sia improvvisata la gestione dei Beni pubblici a Cefalù! Comunque, non me la prendo più di tanto e non ho alcuna intenzione di duellare proprio con te (e per dir la verità non l'avrei con nessuno). Senz'altro ti ringrazio per avermi ricordato il tuo voto per me, ma sta sicuro che, alle prossime elezioni comunali, eviterò a te e agli altri questa incombenza.

ritratto di Pino Lo Presti

E' stata una mia libera scelta

e non una incombenza, e poi non so e non capisco chi possano essere "gli altri"!
Per il resto non credo - neanch'io - ci sia bisogno di aggiungere altro; a me sembra che le mie parole siano state chiare ma nello stesso tempo mi sorprendo a stupirmi delle vostre.
Qualcosa non và: è meglio riflettere un pò.