Consiglio Comunale del 17 febbraio 2011 (parte 2°)

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Dopo la Relazione di Patanella, e l’intervento di Lapunzina, riportati nella 1° parte, adesso gli interventi di Franco, Calabrese, Rasa e Noto. Nella prossima terza ed ultima parte riporteremo gli interventi di Scialabba, Mangano, Liberto, Gattuso e Fatta (l’intervento conclusivo del Sindaco è stato già riportato il 19 febbraio).
Ovviamente questo lavoro non vale più come cronaca ma per documento.

Franco (lunghissimo intervento di oltre 39 minuti)
Resisterò alla tentazione, a cui mi ha indotto l’assessore Patanella, di fare -come lui ritiene che io sappia fare - la storia di Ruggero; non è questo il compito di un consigliere comunale!

Farò una serie di valutazioni che riguardano soprattutto la politica culturale di questa città, perché il senso profondo della nostra richiesta di inserimento del Punto all’ordine del giorno riguarda la riappropriazione dell’organo di rappresentanza elettivo di questa città di quella che è la tematica della programmazione di una politica culturale che, in queste settimane, in questi mesi, mi è sembrata onestamente sfuggire di mano.
Ritengo che invece fra di noi - anche in quest’Aula - ci possano essere contributi e riflessioni di grande importanza su tematiche che vengono risvegliate da un evento - una occasione che ci viene - che valutiamo positivamente, ma che dovrebbero essere all’ordine del giorno del Consiglio comunale di Cefalù da molto tempo.
Perché vede, assessore Patanella, lei dice che ha grande fiducia nella proposta di un gruppo di associazioni - meritorie senz’altro - , però io mi chiedo: ma fino a questo momento, nell’arco di molti anni in cui si sono succedute le ultime amministrazioni, ma che cosa è stato fatto per la cultura di questa città, e - prima di tutto - per la valorizzazione è il protagonismo delle associazioni locali? Questa è una città nella quale le associazioni culturali sono state chiamate spesso soltanto per salvare la baracca nel momento in cui, senza fondi e gratuitamente, qualcuno si doveva esibire per riempire un programma per l’estate, giusto per non fare brutta figura, ben al di fuori di qualsiasi progetto culturale! Quindi, che non mi si vengano a rappresentare intenti di valorizzazioni delle organizzazioni culturali, delle maestranze o delle intelligenze di questa città; perché la politica che avete rappresentato nell’arco di molti anni di amministrazione ha completamente trascurato la valorizzazione di queste intelligenze, si è disinteressata totalmente delle associazioni, e non sarà per aver fatto, qui e là, un incontro per valorizzare soprattutto la sua persona (molto debole, da un punto di vista amministrativo, in quanto importata in questa città, non al servizio di questa città ma in rappresentanza di un partito che questa sera apprendiamo non esistere più in Consiglio comunale, in rappresentanza pretoriana del Presidente della Provincia di Palermo. E’ perciò quindi - essendo figura fragile di questa amministrazione - lei ha cercato piuttosto, qui e là, di assumere un minimo di visibilità con qualche iniziativa sporadica ed anche abbastanza scollegata dal contesto di questa città.
Non mi meraviglia che la risposta sia stata limitata a qualcuno che le ha inviato qualche progetto di natura anche personale o della propria associazione.

Noi le chiedevamo - e lei non ha risposto, perché lei non può rispondere - su un progetto culturale che, come ci accorgiamo, ancora è tutto da definire. Certamente c’è una confusione: lei ha parlato di progetto e si è appoggiato, per sostenerlo, ad un programma di manifestazioni. Giusto, sacrosanto, un programma di manifestazioni in occasione della celebrazione della posa del monumento dello scultore Salvato. Ma un progetto culturale è qualcosa di ben più ampio e certamente di ben più comprensivo di stimoli, di intelligenze, di proposte; e noi queste cose le vogliamo valutare, le vogliamo conoscere come Consiglio comunale. Le vogliamo soprattutto apprezzare insieme, perché noi siamo e saremo - credo qui dentro non ci possa essere nessuno contrario a questo - siamo e saremo per il protagonismo delle associazioni di Cefalù, perché siano veramente al centro della politica culturale di questa città. Lo abbiamo detto tante volte, e devo dire - per la verità - tante volte inascoltati; quando, ad esempio, abbiamo sollecitato il funzionamento di ciò che è previsto dallo Statuto: la Consulta delle associazioni! Non la iniziativa lodevole, senz’altro encomiabile, di un ente privato, di un gruppo di privati, che riunisce associazioni certamente per uno scopo, per un fine!
La Consulta delle associazioni sarebbe invece una realtà in cui tutte le associazioni, collegate fra loro in un confronto dialettico, si potessero esprimere nella maniera migliore, più costruttiva, più democratica e quindi più paritaria al cospetto delle istituzioni di questa città.

Tante volte abbiamo chiesto che cosa l’Amministrazione comunale propone sulla gestione del Teatro comunale, o di altre realtà potenzialmente fortissime della cultura di Cefalù. Ebbene, su queste cose, l’Amministrazione comunale è stata ben povera di idee. Ci ha sempre rinviato a chissà quali apporti che dovevano venire soprattutto dall’esterno. Non si deve meravigliare nessuno quindi che i consiglieri comunali chiedano la discussione su un progetto culturale, di cui siamo venuti a conoscenza in una maniera - diciamo così -occasionale. L’occasione è stata data dalla presenza di questo monumento - già realizzato - sul quale, non mi esprimo; nella veste di consigliere comunale, io devo valutare il monumento a re Ruggero come una opportunità che viene data a questa città. E nessuno, credo sia contrario, nessuno sia per buttare a mare questa opera, o per collocarla in un luogo sotterraneo, nascosto, oppure allo Spinito, dietro uno dei tanti palazzi che sono sorti, caro assessore Patanella, nel degrado più assoluto della cementificazione di questa città.

Quando qui dentro, assessore Pantanella, Italia nostra, le associazioni ambientaliste, i grandi intellettuali, i consiglieri comunali, le persone presidenti di associazioni, come il sottoscritto, le istituzioni di questa città si confrontavano e chiedevano che non venisse deturpata la rocca con l’insediamento di strutture ricettive alberghiere per lo sfruttamento intensivo della rocca, quando in questa città si discuteva, si dibatteva in maniera forte, anche con il contributo di nostri cittadini onorari, come Vincenzo Consolo e come Amedeo Tullio (che lei questa sera ha mortificato con le sue parole, dicendo cose che lei non conosce, non che le sono sfuggite, lei non le sa; lei è stato per tanti anni uno dei vacanzieri di questa città)...
In questa città ci sono stati fiori di intellettuali, uomini di cultura che hanno lottato, hanno fatto le barricate contro la cementificazione di Cefalù, inascoltati, perché gli sniffatori di cemento si sono impadroniti di questa città e l’hanno ridotta così (e magari ora vanno a difendere i progetti culturali), questo è il problema! In questa città la politica si fa “in maschera”, è questo il problema. Si cerca di manipolare la cultura!
Io credo che in questa città ci siano state voci altissime che si sono preoccupate della dignità del Centro storico, della valorizzazione degli aspetti culturali, di ciò che è stata il “sacco di Cefalù”, e sono rimaste inascoltate. Oggi che si esprimono semplicemente su uno dei particolari, su uno dei particolari di questo progetto, uno dei particolari che certamente crea una discussione (anche perché questa città, anche per colpa di chi l’ha amministrata e l’amministra, di questi dibattiti, di queste discussioni non ne fa, e magari ci devono arrivare proposte confezionate dall’esterno per potervi rianimare il dibattito), io credo che invece il dibattito ci sia stato e ci sia.
In questa città ci sono intelligente che si pongono questo problema - magari in questo momento sulla collocazione (su cui dirò qualche cosa) -. Certamente possono essere in contrasto, possono essere dialettiche! D’altra parte credo che ci sia comunque una motivazione forte che induca a riflettere molto sulla collocazione che ha proposto l’Amministrazione comunale.

Per quanto riguarda il progetto “Cefalù - città di Ruggero”, noi valutiamo positivamente che in questa città, una associazione, una realtà, un ente privato, un laboratorio di carattere artistico presieduto dal maestro Salvo Salvato (persona che certamente è animata da una grande creatività, da un grande spirito artistico, che dirige un corso di scultura presso l’accademia delle belle arti di Palermo) proponga un’opera finanziata della Regione; noi siamo d’accordo ad accogliere la Pietra della memoria (fra l’altro, credo che ci abbia, come lei accennava, restituito a un dignitoso dibattito sui temi della nostra storia; e su questo quindi ritengo che ci si debba ringraziare un po’ a vicenda per aver provocato e risposto, creando questo dibattito).
Il progetto però lo vorremmo capire nella sua dimensione complessiva, perché, caro assessore e caro Sindaco, se si tratta soltanto di realizzare un merchandising - come lei poc’anzi ha detto - sulla Pietra della memoria, lei capisce bene che il progetto nasce debole, nasce limitato, anche perché - lei mi insegna, essendo uomo di diritto e certamente conoscitore della dimensione globale della nostra società - che il merchandising funziona a tratti: c’è quando funziona e quando viene superato pure dalla maglietta del padrino, e non è detto affatto che a Cefalù, esponendo le magliette di Ruggero, si venga meno al fatto che qualche idiota, dico io, compri invece maglietta del padrino.

- il M° Salvo Salvato, autore della "Pietra della Memoria",detta anche - nell'uso corrente del linguaggio sui siti telematici e non - "La statua di Ruggero", la "Pietra del Mito", il "Volto di Ruggero" e semplicemente la "Pietra".

Quindi il problema sta in un progetto culturale effettivo, di radicamento, di conoscenza da parte della città, non solo delle associazioni. E’ bene che ci siano anche le scuole; per esempio, sarebbe anche bene che tutte le scuole aderissero ma non a un progetto culturale soltanto ma a un progetto complessivo, della Amministrazione, di conoscenza della storia, di conoscenza dei valori e di conoscenza delle potenzialità culturali della nostra città: non è soltanto una battaglia che si intesta il laboratorio federiciano e le associazioni che vi aderiscono, è una battaglia che si deve porre l’Amministrazione comunale, il Consiglio comunale, gli uomini della politica di questa città. Perché solo questo ci può salvare da quella stupidità della globalizzazione delle magliette, della paccottiglia che esiste nella nostra società, perché altrimenti noi potremo fare tutte le Pietre della memoria, potremmo fare tutte celebrazioni con le migliori associazioni di Cefalù ... resteranno cattedrali nel deserto, anzi - sa che le dico (?) - può anche darsi che la Pietà della memoria verrà assoggettata da quel fenomeno di cui ancora la città di Cefalù, non solo l’Amministrazione, non solo il Consiglio comunale, ancora non si è resa conto: il degrado della realtà giovanile di questa città, il riflusso verso la ignoranza, il fatto che in questa città si moltiplicano fenomeni di vandalismo!
Lei pensa che soltanto col merchandising questo venga superato? Non è un problema solo di conoscenza esteriore, non è solo un problema giusto di dare lavoro alle intelligenze che sono a Cefalù nel campo dell’artigianato e dell’arte.
Noi il progetto lo vorremmo capire e conoscere in una maniera più complessiva, farlo soprattutto recepire, gustare dalla gente, in una dimensione più ampia.
Invece ancora tutti ci chiediamo di che cosa si stia parlando.

Ora la pregherei, non per superbia intellettuale, il problema della leggenda di Ruggero non è un problema soltanto di carattere filologico (fra storici rigorosi, diremmo tucitidei, come il sottoscritto, che elaborano la storia come connessione rigorosa di causa ed effetto, scienza della storia, e altre tipologie di storici che amano l’aneddoto, o amano la leggenda o il racconto prezioso, rispettabili ma lontane da me), non è una questione filologica: è una questione, quella della leggenda di Ruggero, che è stata affrontata cinquant’anni fa da un nostro grande e poco conosciuto concittadino, Monsignor Giuseppe Misuraca, il quale, nel 1960 (in un suo libro che dovrebbe essere ristampato a cura dell’Amministrazione, proprio con l’intento di celebrare la cultura storica e la conoscenza minuziosa della storia locale di questo non solo eccelso Arcivescovo, Nunzio apostolico, personaggio di straordinaria levatura anche all’interno del Vaticano, Monsignor Giuseppe Misuraca) stupiva tutti quanti quando, cinquant’anni fa circa, diceva queste parole a proposito, anche lui, della leggenda del voto di re Ruggero.

Diceva (ricordando la sua appartenenza con orgoglio a questa città, la sua appartenenza ad un gruppo di giovani che pubblicavano a Cefalù un giornale: L’Idea, che era il fiore all’occhiello della cultura cristiana cattolica locale), diceva: “Quando parecchi anni fa io scrissi in un giornale cittadino alcuni articoli su questo argomento, ed esprimevo con simile documentazione, doversi considerare leggenda la tempesta e il voto del re, come ho fatto più sopra, da qualcuno si gridò allo scandalo, perché un sacerdote, dicevano, non dovrebbe contraddire un’antica tradizione popolare religiosa. Accettare o meno la storicità del voto non ha nulla a che vedere con la religione. Questa con i suoi dogmi e i suoi divini insegnamenti resta sempre al suo posto e non ha bisogno della tempesta e del voto di Ruggero per dimostrare il suo divino ordinamento, anzi è bene che il popolo impari a distinguere ciò che è di fede divina o ecclesiastica da ciò che appartiene alla sola fede umana. Ruggero a sua volta resta sempre un grande sovrano, religioso, pio, pur assecondando i suoi fini ad accorgimenti politici, è il nostro monumentale Duomo non perde nulla della sua magnificenza, della sua importanza se deve ad altri motivi la sua origine e la sua fondazione ”.

Sono parole da scolpire nel marmo del nostro discorso. Non perché riguardano l’aspetto filologico della leggenda ma perché riguardano l’aspetto culturale della leggenda. Cioè noi non possiamo fondare un progetto culturale, che contiene all’interno la realizzazione di un monumento in onore di re Ruggero, semplicemente su una leggenda, bensì su un quadro culturale che deve passare tra la gente - diceva “il popolo” Monsignor Misuraca -, che deve essere apprezzato, deve entrare e costituirsi come parte integrante della storia culturale, antropologica di un luogo.

In virtù di tutte queste considerazioni andava fatto prima un percorso coinvolgendo le associazioni senz’altro, coinvolgendo i liberi cittadini senz’altro, coinvolgendo i professionisti, gli intellettuali, gli artisti di questa città senz’altro, ma coinvolgendo, scusatemi, il Consiglio comunale molto tempo prima che un assessore X o un assessore Y incontrassero le associazioni e dicessero loro di attivarsi per una data ben precisa, il 25, 26, 27 febbraio.
Intendiamoci, è chiaro (quando questa sera lei sembra quasi prefigurare che i consiglieri comunali - che questa sera hanno chiesto di discutere di questa cosa - vogliano annullare le celebrazioni, far finire l’evento, chiudere i battenti di questa proposta, o altre espressioni più o meno che lei ha usato), è chiaro che lei si sta rivolgendo alle associazioni, anche qui presenti, dicendo: “questi sono i vostri nemici”! Noi a questo non ci stiamo, assessore, noi a questo non ci stiamo!

Lei ha detto delle cose che non stanno né in cielo né in terra perché l’evento culturale per quanto abbia bisogno, a nostro giudizio, di una riconsiderazione - e quindi anche di un adeguato tempo - non può assolutamente prescindere dal coinvolgimento delle associazioni: è chiaro che le associazioni - specialmente quelle che hanno già offerto la loro disponibilità e in forma gratuita, in forma creativa - debbano essere coinvolte; se poi sarà il 25, 26, 27 febbraio, o sarà il 31 marzo, o il 28 aprile, o il 6 agosto (che sarebbe anche una data particolarmente significativa), che sia in questo mese o che sia dopo uno o due mesi, certamente nessuno vuole escludere le associazioni di questa città e nessuno vuole escludere, ovviamente, dalla partecipazione a un dibattito culturale, chi ha creato quest’opera, cioè il Laboratorio e cioè il maestro Salvato.
Il Maestro Salvato ha certamente spiegato le caratteristiche della sua opera, l’ha anche portata a Cefalù (lei dice “con fatica” e riconosco che è difficoltoso in questa città tante volte far passare messaggi culturali), l’ha portata, l’ha fatta vedere, l’abbiamo vista, abbiamo anche sentito lui che la spiegava sui vari siti telematici. C’è stato un Convegno l’11 di questo mese, secondo me l’unico intervento (non come lei dice che tutti gli interventi si sono occupati di questo progetto, io ero presente) che è stato perfettamente in linea con il tema, è stato quello del maestro Salvato, il quale ha parlato ai ragazzi presenti (certamente piuttosto smaniosi perché vedendo già sei persone schierate che dovevano parlare, già avevano messo in conto di stare lì quattro ore come è stato, in maniera anche abbastanza stancante), facendo l’intervento più interessante e più pertinente della giornata, quando ha spiegato le caratteristiche della sua opera, ha sinteticamente esposto in che modo questa opera è stata proposta a Cefalù e ha cercato anche di coinvolgere i ragazzi in una prospettiva di carattere storico-artistica che interessava loro particolarmente perché poteva essere quella propria del liceo artistico.

Mi deve scusare, gli altri interventi io sinceramente - e confesso la mia evidentemente pochezza intellettuale - io non ne ho capito la connessione con la spiegazione del progetto “Cefalù - città di Ruggero”, se non che, ogni tanto, quasi ci fosse stato un accordo preventivo, bisognava citarlo o che, a un certo punto, si doveva dire - facendolo entrare in qualche modo - il fatto che si era d’accordo con la collocazione al Molo di questa opera monumentale.
Questo mi è sembrato, perché in realtà, il professore Pes ha parlato di altre prospettive culturali, parlando della statua del Redentore di Rio de Janeiro, il professor Frisella ha parlato di questioni relative - certamente di attualità - alla importanza della cultura nel quadro economico di sviluppo del nostro paese, il professor Musco, docente di filosofia medieval, ha semplicemente parlato in maniera molto generale del valore della storia della conservazione della memoria, ma non applicandola a nessun progetto della città di Cefalù. L’ ingegnere Di Paola non ha fatto altro che leggere suoi interventi nei blog e che possono essere letti da tutti
Quindi, riitengo che quella è stata una occasione certamente mancata per potere presentare realmente il progetto Città di Ruggero, che stiamo ancora aspettando di conoscere nel dettaglio. E che quindi, come lei dice, visti gli stringenti tempi “della burocrazia”, rischia di non essere presentato alla città, rischia di non essere capito dalla città, rischia di non essere apprezzato dalla città, prima di quella data che lei ritiene essere fondamentale per la celebrazione di Ruggero.

La collocazione di questa statua.
Per quello che si diceva, prendendo spunto dalle parole del Monsignor Misuraca, ma anche da quello che è stato detto da altre persone di questa città, ben prima - lei dice - che s’esprimessero autorevoli intellettuali come Dacia Marini, Vincenzo Consolo e Amedeo Tullio ...

-la dott.sa Agozzino ci ha chiesto cortesemente di coprire il suo volto nelle foto in cui è presente

Faccio una breve parentesi.
Io ritengo che questa città non debba, come lei in maniera molto azzardata - e chiamo a richiamarlo il Sindaco che è colui che ha responsabilità su quello che lei dice - ha detto: che si sarebbe aspettato che ”prima” venissero dei contributi da queste persone.
Bene, si ricordi, che a queste persone, ad alcune di queste persone, noi abbiamo conferito la cittadinanza onoraria; vuol dire che per noi sono cittadini privilegiati di questa città, e quindi non ci dobbiamo aspettare di “moto proprio” le loro riflessioni sulla città, dovremmo essere noi i primi a coinvolgerli quando si tratta di cultura, di arte. Il cittadino onorario è il primo consigliere della città, è colui che deve (non per sua responsabilità, ma per iniziativa di chi governa la città) essere coinvolto nelle decisioni importanti che riguardano la cultura: sono i nostri promotori nel mondo, sono coloro che ci rappresentano ad altissimo livello nel mondo!
Oggi non sono stati espressi tre pareri di amici del partito democratico, caro assessore Patanella (perché davanti alla “cultura” non più di questa città ma di questa nazione, lei ci fa una figura ridicola). Si dice che Dacia Maraini, Vincenzo Consolo e Amedeo Tullio si sono espressi perché sono politicamente orientati. Ma non hanno preso posizione sul sindaco Guercio, la loro non è stata una presa di posizione sull’Amministrazione di queste città; hanno preso posizione su un particolare che è quello su cui concludo tutta la mia riflessione: la collocazione al Molo.
Sulla collocazione al Molo della Marina si sono espresse persone come Angela di Francesca - che è stata la prima a cogliere il problema -. La questione di questa statua sta certamente nel fatto che la sua presena massiccia si inserisce in un luogo di straordinaria delicatezza che ha una memoria antropologica particolare legata alle persone del Centro storico, legata al mondo della Marina; tutte persone e tutte realtà che la Amministrazione, o lei, non credo abbiate coinvolto per sapere la loro disponibilità a inserirla in quel contesto.
Quello è un contesto particolare, delicato! Lei quasi sfotteva Dacia Maraini per avere richiamato le parole dell’arabo Idrisi, ma noi riconosciamo la nostra città come una fortezza - come ha detto il prof. Tullio - che è strutturata sugli scogli, che ha le sue pietre della memoria sugli scogli: ce li hai già le “pietre della memoria”! Le quali cose, le quali realtà, i quali siti sono lì in quel luogo da millenni. Non mi venga a raccontare che in questo modo non si sarebbe costruito il Duomo Cattedrale; il Duomo Cattedrale è stato costruito non violentando i luoghi ma con una connessione storica con quei luoghi. Non è certo una opera monumentale che racconta la vita di Ruggero; il Duomo Cattedrale è stato costruito con ben altre motivazioni che cambiavano la storia di questo territorio, che volevano modificare profondamente i rapporti tra Potere e Chiesa in questo territorio. Ma di che cosa stiamo parlando?
A me può anche far piacere chiacchierare con il maestro Salvato, paragonandolo ai faraoni che hanno costruito le piramidi e che hanno cambiato i luoghi della storia, ma anche il maestro Salvato riconoscerà che il parere di Vincenzo Consolo, il parere di Amedeo Tullio, il parere di Dacia Maraini - che sono ben altra cosa rispetto al parere del prof. Antonio Franco, piccolo docente di provincia di questa città - vanno rispettati. E non abbiamo bisogno di telefonargli a casa, facendogli sapere preventivamente quello che pensiamo della statua perché non si sono espressi in questi termini, non hanno valutato la statua!

Io propongo che il monumento della Pietra della memoria, anche per ragioni di protezione, per la delicatezza della sua stessa struttura, e per la inopportunità della collocazione al molo della Marina, vada ripensato nella sua ubicazione, e non diciamo - come facevo una battuta poco fa - di buttarlo a mare o di piazzarla in qualche luogo “scognito” della nostra città già violentata dalla cementificazione. Noi, considerando quello che potrebbe essere un luogo “cerniera” della nostra città, abbiamo pensato di poter esporre questo singolare opera (certamente ancora da affinare la sua conoscenza, perché è un’opera moderna, non è certamente un’opera classica che quindi si apprezza a prima vista, però) in un contesto diverso da un luogo così caratterizzato del nostro Centro storico, in un contesto che possa avere come sfondo il Centro storico e che possa essere di “cerniera” al Centro storico, che possa essere anche ben visibile da coloro che vengono a trascorrere qualche tempo a Cefalù. Oppure abbiamo un’altra prospettiva, cioè quella di conservare questo reperto, se abbiamo paura di esporlo all’esterno, conservarlo in un luogo protetto. Queste sono le due possibilità che ci vengono fuori!


Il problema del Molo è un problema forzosamente posto dall’Amministrazione comunale, o meglio dall’assessore quando dice che il percorso burocratico è stato già avviato. Noi sappiamo benissimo che anche con all’autorevolissimo parere di coloro che si sono espressi per la sua collocazione in altro luogo, i tempi burocratici possono essere ridotti, e possono essere anche utilizzate le stesse risorse intellettuali, perché l’opera venga fruita nella maniera migliore anche altrove rispetto al molo della Marina.
Io mi domando questo: è la statua che va a valorizzare il luogo o è il luogo che deve valorizzare la statua? Io ritengo che sia la statua, nella sua modernità, nella sua potenzialità culturale, che debba valorizzare il luogo. Bene se è questo, come io desidero, il ruolo, lo scopo di questo monumento, non può essere la Marina di Cefalù, perché la Marina di Cefalù o il molo della Marina è già valorizzato dalle sue pietre, dalla sua storia, dalla sua antropizzazione, dal suo percorso millenario che è molto diverso (mi consenta una battuta, lei ha detto che Ruggero approdò al Molo; le consiglio di leggere poi in privato qualche studio di archeologia marina che ha rivelato che il vero approdo di Cefalù era la Calura, e che quindi venendo da Salerno l’approdo di Ruggero sarà stato molto più probabilmente la baia della Calura, ma nonsto dicendo di andarla mettere ovviamente al porto di Presidiana, mi sembra ovvio questo).
Il discorso è diverso, il problema della collocazione è un problema di contestualizzazione; nel contesto della Marina non c’è nulla da valorizzare da parte di una statua; già si valorizza da sé.
(Chiediamo all’Amministrazione comunale piuttosto di proporre un progetto, all’interno di un progetto culturale complessivo, di un percorso che valorizzi i luoghi, per esempio, del film “nuovo cinema paradiso, di Giuseppe Tornatore, i quali certamente hanno la loro caratteristica, una loro identità, a prescindere dalla collocazione della statua, senza la statua).

Quindi da parte nostra tutto il sostegno, tutta la forza possibile e tutta la mobilitazione, perché le associazioni culturali possano essere inserite in un progetto complessivo dove si possono esprimere, dove si possono anche democraticamente confrontare; un progetto nel quale il laboratorio federiciano dica la sua coinvolto alla pari con tutte le altre associazioni. Certamente siamo partecipi di una preoccupazione culturale per questa città, siamo pronti ad impegnarci notte giorno per questo - più di quanto già non facciamo con le nostra professione e con le nostre attività culturali!
Per quanto riguarda la collocazione di questa opera meritoria dell’artista Salvato noi pensiamo che l’Amministrazione comunale ed il Consiglio comunale si debbano esprimere ripensando, modificando quel progetto originario, in tempi contingentati certamente - perché tutti vogliamo vedere in tempi brevissimi la soluzione di questo caso culturale -, e credo che abbiamo le potenzialità e le intelligenze per poter riflettere serenamente, saggiamente, questa sera, nel migliore dei modi.

Calabrese
Vorrei esordire stasera dicendo che forse ai cefaludesi, dopo tutto quello che è stato tolto in questi secoli, viene anche tolto il fascino del mito, il fascino della leggenda.
Io ho 42 anni appena compiuti e sono nato e cresciuto con questo fascino dello sbarco del re Ruggero e sfido chiunque, nell’immaginario collettivo, a dire che questo sbarco, sempre secondo la leggenda, non sia avvenuto nei pressi del Molo. Ma anche se così non fosse stato storicamente, e sfido chiunque dire il contrario - non ci sono elementi certi per dire che sia sbarcato lì o che non sia sbarcato lì -, non ci potete togliere neanche il fascino del mito, non ci potete togliere neanche ciò in cui si è cresciuti in questi anni. Perché dico questo?
Perché la cultura è anche mitologia - la mitologia si nutre della cultura e viceversa -, non possiamo noi pensare tutto come - in qualche modo - scientificamente dimostrato per poi porre in essere le azioni dell’uomo. Io condivido pienamente quanto ha detto, all’inizio di questa seduta, l’assessore Patanella; mi stupisce certamente la tempestività di illustri pensatori che hanno espresso il loro parere (che stimo per la loro grandissima professionalità, per la loro spiccata sensibilità) ma certamente mi stupisce la tempistica: questo sicuramente va sottolineato!

Ma non possiamo noi pensare che i cefaludesi non abbiano la testa per poter ragionare; io sono cefaludese e a me, visto che stasera parliamo della statua del re Ruggero, non dà assolutamente fastidio che quella statua venga posizionata in quel luogo. Quel luogo che allo stato attuale è ridotto, scusatemi i termini volgari, ad un pisciatoio, è un luogo che purtroppo è ridotto anche a parcheggio pubblico, dove si parcheggia indiscriminatamente ovunque. E, allora dobbiamo essere seri, dobbiamo guardare in faccia la problematica: qui non è tanto stasera “discutere di cultura”, di far rivivere coloro i quali si sono occupati dello sbarco del re Ruggero, di portare elementi più o meno validi storicamente, qui, il Consiglio comunale, la politica, la città si devono interrogare: vogliamo la pietra della memoria? Se la risposta è sì, allora dobbiamo andare avanti, dobbiamo andare avanti per cercare di capire se quel luogo è più o meno idoneo.
Ripeto per me è idoneo. E idoneo perché quel posizionamento è legato non a un fatto storico ma a un fatto mitologico, ci evoca questa bellissima sensazione pensare che il re Ruggero sia approdato in quei luoghi, luoghi che ricordo - sempre storicamente - avevano una porta di accesso che era una delle poche di accesso dal mare verso Cefalù, Porta Pescara.
Dico, se vogliamo quindi contestualizzare l’opera, non con riferimenti storici (perché sfido chiunque a dire che non sia così), quantomeno lasciateci la leggenda, lasciateci il mito!
Perché mai una statua non debba incarnare ciò che la città di Cefalù ha vissuto come mito, come leggenda!
Stasera, mi piace ripetermelo, “mito”, “leggenda”, mi piace, mi perdonerete però è così, e così perché io non posso mai pensare che gli illustri intellettuali che si sono espressi non abbiano mai visto gli scempi che sono stati fatti in questi anni in quel del Molo, in quelle case: le canne fumarie, le tettoie in ethernit, i serbatoi di plastica e quant’altro. È questo che fa, lo lasciamo da parte? E che dire della ultima opera che è stata fatta :del cemento posato in quel luogo che doveva diventare quasi un anfiteatro naturale? A me fa più specie vedere quel cemento che vedere la statua di Ruggero.

E, perché nò, pensare anche che questa statua possa costituire, oltre che la Pietra della memoria, la Pietra del mito, la Pietra della leggenda che sarà sicuramente un volano per la nostra economia, un ulteriore volano.
Perché noi, cefaludesi, tutte le volte che abbiamo un’occasione, piccola, grande che sia, ci dobbiamo interrogare facendo diventare - utilizzo una espressione siciliana, tipica cefalutana - “ogni pilu un travu”, ma perché?
Ci siamo interrogati l’anno scorso; è successa una polemica enorme, perché vedevamo i manifesti dello Sherbeth con il nostro Pantocratore con il gelato! Dico, ma quale offesa è stata resa alla cristianità? Le autorità ecclesiastiche non hanno mosso un dito rispetto a quello che era avvenuto.
Si voleva veicolare una delle altre icone sacre della nostra cultura, della nostra storia, che è il Cristo Pantocratore, rispetto a un qualcosa di cultura, che non possiamo pensare, come messa una vetrina, là, andiamo lì, guardiamola. La cultura per Cefalù deve essere anche veicolo per il turismo, e perché nò allora non pensare a questa opera meritoria del maestro Salvato come veicolo ulteriore per la nostra economia? Siamo “a terra”, dico abbiamo una occasione che ci viene presentata e noi ci interroghiamo, facciamo farneticazioni, perché cosa? Per dire che non la vogliamo messa in quel posto? Per me va bene - non perché a me va bene, perché mi piace vederla - ma perché ritengo che quella sia la posizione più logica, che ritengo abbia animato anche il maestro Salvato nella configurazione stessa dell’opera in quest’abbraccio fraterno tra Gesù Salvatore e re Ruggero che, finalmente scampato al pericolo della tempesta, approda - certamente dal mare, non dal cielo o dalla terra. E, che guarda chiaramente Cefalù.

Io penso che stasera il consiglio comunale deve dimostrare che Cefalù vuole cambiare, che Cefalù vuole cambiare non cercando - tutte le volte che c’è una proposta che può dare lustro alla città - di bloccarla a tutti i costi, facendo delle barricate o ancora commettendo un peccato imperdonabile di sfruttare questa occasione per strumentalizzarla politicamente; non lo stiamo facendo però guai se in ogni consigliere comunale ci fosse stasera l’idea di strumentalizzare questa questione, questa situazione, a scopi politici, guai perché evidentemente il politico non può fare un ragionamento di questo tipo, non lo deve fare. E per questo io dico che per me quello è il luogo più giusto per la statua della Pietra della memoria, la Pietra del mito - come mi piace chiamarla -, e, perché nò, se attraverso questa collocazione - io sono certissimo che comunque sta facendo parlare, ne farà parlare - ci saranno tante altre persone del circondario, della Sicilia, dell’Europa, del Mondo che, incuriositi da questa Pietra del mito, da questa Pietra della memoria, verranno a Cefalù proprio per vederla! E, perché noi dobbiamo perdere questa occasione (perché non ci dobbiamo prendere in giro; se ci sono voluti mesi, anni per avere le autorizzazioni - e noi sappiamo come funzionano i meccanismi regionali della sovrintendenza e quant’altro, e siamo veramente impantanati dalle pastoie burocratiche), ci vogliamo prendere in giro?
Noi ci faremo scappare questo “treno” per questa estate che è già alle porte e chissà quando andremo a parlare della statua del re Ruggero, della Pietra del mito - come mi piace chiamarla - della Pietra della memoria.

Perché dobbiamo farci scappare quest’occasione, per quale motivo? E, se per caso decidessimo di collocarla in quel luogo e domani una sommossa popolare dicesse: non ci piace; cosa ci vieterebbe di dire: benissimo, signor Sindaco, la città si sta esprimendo in questa maniera, togliamola da lì, cerchiamo di trovare un altro posto. Dico, perché dobbiamo perdere questa occasione, per quale motivo? È incomprensibile!
Ripeto ancora una volta, in questo Consiglio comunale, nella mia esperienza di tre anni e mezzo - quasi quattro -, tutte le volte che viene all’esame una questione che riguarda un miglioramento - e mi piace sottolinearlo: un miglioramento - della nostra vita sociale, culturale - anche economica - perché ne abbiamo bisogno...?
E’ inutile che ci prendiamo in giro: la cultura non è fine a se stessa, Cefalù deve fare cultura, deve promuoverla, ma la cultura va finalizzata a qualcosa, a un turismo culturale che chiaramente non può non avere un ritorno economico. Quindi che ben venga il merchandising rispetto alle statuette, alle magliettine, perché no? Dico, ci stupiamo quando noi andiamo fuori e compriamo la statuetta, le pietà di Michelangelo? Perchè non possiamo fare una cosa di questo tipo anche a Cefalù, scusate, per quale motivo?
Poi, Cefalù, che in questi secoli si è quasi dimenticata del re Ruggero, finalmente se ne ricorda e dove? Nel Molo, dove la mitologia vuole, dove tutti i nostri nonni ci hanno insegnato, tramandato che, in prossimità di quel luogo, sia sbarcato re Ruggero, che tantissimo ha dato a Cefalù.
Quindi io penso che il politico deve fare il politico, il politico deve fare delle scelte anche coraggiose, impegnative - e questa sicuramente lo è sotto tutti profili - ma io penso che Cefalù non possa perdere questa occasione.
Quindi, signor Presidente, dico che personalmente, e a nome del mio gruppo consiliare, Forza del sud, noi siamo favorevoli a che la statua, Pietra del mito, Pietre della memoria, venga posizionata al Molo di Cefalù.

Rasa
Le parole dell’avvocato, consigliere Calabrese alla fine mi inquietano.
E mi inquieta soprattutto una affermazione grave che lui ha fatto. L’affermazione che, qualora la statua non venga ubicata in quel luogo, è “un treno” che Cefalù perde. Questo è qualcosa che mi lascia perplesso, e forse in queste parole noto che qualcuno, una volontà esterna voglia prevaricare la rappresentanza del comune di Cefalù, e quindi i cittadini cefaludesi. Questo è qualcosa che non posso accettare in quanto sono democratico e vivo in uno Stato democratico e non voglio assolutamente che nessuno venga ad imporre, in un paese democratico, le proprie volontà.
È chiaro che la statua della memoria è qualcosa che Cefalù deve accettare; è qualcosa che fa crescere la nostra città e soprattutto ricorda, a noi cefaludesi, questa figura di Ruggero che viene richiamata con l’opera d’arte che noi qua abbiamo. Ricordo a me stesso che anche la Cattedrale di Cefalù è un’opera conosciuta mondialmente, che quell’epoca ci ha lasciato.
Quello che non riesco a capire è perché noi dobbiamo non salvaguardare questa statua. Statua che io ho visto in una foto, qualche anno fa, venendone per la prima volta a conoscenza.
E’ chiaro che questa statua, a mio parere, va salvaguardata e va, come diceva il consigliere Franco, posta anche nei luoghi dove questi luoghi vengano valorizzati; perché secondo me questa statua - qua mi complimento con l’artista che a quanto capisco è presente tra il pubblico - è qualcosa che ha già un suo valore, rappresenta già un’arte, rappresenta già un’espressione da parte dell’artista.
Perché porla al Molo? Perché porla e lasciarla alle intemperie, agli agenti atmosferici, al vandalismo, addirittura - sono parole che traggo da ciò che ha detto il consigliere Calabrese, che dice che la vuole ubicare - in un luogo che, scusate l’espressione ma è l’espressione del consigliere Calabrese, oggi rappresenta un pisciatoio! Io non so se mettendo là questa statua può fungere da “muro”, la statua, a chi naturalmente vi si reca in maniera volgare a fare propri bisogni! Noi dobbiamo salvaguardare la statua! La dobbiamo salvaguardare ponendola in punti in cui essa va a valorizzare luoghi - come diceva il consigliere Franco - che fanno da cerniera, o - come io propendo - in luoghi addirittura dove la statua venga conservata per essere visibile a tutti ma nello stesso tempo deve essere salvaguardata dal vandalismo, dagli agenti atmosferici.

Quindi io assolutamente non sono d’accordo per metterla proprio in quel luogo, sia per il pericolo che stasera - involontariamente forse - il consigliere Calabrese ha evidenziato ma anche perché non ritengo che quella statua - che di suo ha un valore, che sarà sicuramente (almeno come l’ho vista in fotografia) abbastanza bella, un’opera d’arte - venga ad essere posta accanto ad un’altra opera d’arte che è la cortina del Molo di Cefalù di cui tante fotografie ormai circolano nel mondo.
È come mettere una opera d’arte su un’altra opera d’arte, è come mettere davanti alla pietà di Michelangelo un quadro di Caravaggio; vedendoli entrambi in contemporanea non si riesce ad apprezzare né l’una né l’altro.
Io credo che il luogo di Cefalù - come diceva il consigliere Franco - è di per sé già valorizzato da quelle case, dal mare, dal Molo.
Quindi a mio parere la statua va salvaguardata perché è un’opera d’arte che ha un suo sicuramente valore, non deve essere nascosta, ma deve essere messa in luoghi accessibili a tutti ma a tutti colori che non possono vandalizzarla.

Noto
Devo confessare la mia ignoranza.
Perché, come consigliere comunale, come cittadino di questa città, sconoscevo questo progetto sulla città ruggeriana, non conoscevo questo progetto culturale, non conoscevo la posa in opera della statua della memoria. E debbo ringraziare il consigliere Lapunzina chè proprio per merito suo questa sera noi stiamo dibattendo questo Punto.

Quindi devo in non certo senso contraddire l’assessore Patanella che, nella sua esposizione, ha fatto capire che già il dibattito era passato attraverso la città e che quindi non c’era bisogna neanche che questa sera noi trattassimo questo Punto.
Io sono convinto che nessun Consiglio comunale del tempo abbia già deciso dove posizionare questa statua. Il posizionamento di questa statua, e il relativo progetto culturale che lo accompagna, ancora una volta ci viene calato dall’alto. Noi, poveri cittadini, dobbiamo subire le decisioni che avvengono in altri luoghi, in altre istituzioni e, se ci opponiamo, allora noi siamo contro il progresso, siamo contro la cultura!
Questo non sta bene.
Io ho apprezzato molto il discorso fatto dal Prof. Franco, un discorso che si riferiva, al di là del posizionamento di quella statua, si riferiva al tema della cultura della città.

Il problema della cultura non può essere, almeno a mio avviso, intrapreso da altre istituzioni, da altri istituti, da altre associazioni se non quella di Cefalù. La cultura di Cefalù è nostra e ce la dobbiamo gestire noi. Ma chi la gestisce la cultura, chi dirige le associazione culturali? E’ l’Amministrazione comunale! E la politica è il punto di riferimento su cui poi le varie manifestazioni vengono ad essere collocate fra di loro e quindi gestite.
Purtroppo la parola “cultura” non riesce, non solo da parte di questa Amministrazione ma anche di quelle del passato. La cultura non è stata il primo o uno dei punti principali di un obiettivo di una amministrazione. La cultura, come la scuola, sono i punti più bassi nella scala delle priorità, e invece dovrebbe essere al contrario. La cultura dovrebbe essere ai primi posti dei valori perché è attraverso la cultura, attraverso l’insegnamento, attraverso la conoscenza chenoi possiamo recuperare quelle che sono le coscienze dei nostri giovani, le problematiche dei nostri giovani.
Noi ci lamentiamo spesso e volentieri dei nostri giovani che sono allo sbando, che non hanno un punto di riferimento; non ci dobbiamo lamentare, dobbiamo incolparci perché quando un’Amministrazione comunale non attenziona questi problemi, allora noi poi non dobbiamo lamentarci del fatto che i nostri giovani sono allo sbando.
Quindi la cultura io non la vedo come un problema che debba poi sfociare nella mercificazione; perché io ho capito, questa sera - almeno dai discorsi che sono stati fatti, sia dall’assessore che da altri consiglieri comunali - che, in fondo, il problema culturale è solo un business. Invece non è così, mi dispiace: se voi mettete al centro della società il dio denaro noi abbiamo perso la scommessa con i nostri figli e con le nostre giovani generazioni, la abbiamo persa!

E allora cerchiamo di rivedere il problema, cerchiamo di interessarci al problema culturale, quello squisitamente culturale, il recupero delle coscienze e dell’insegnamento delle giovani generazioni. E’ questo lo può fare solo una Amministrazione attenta, a cui sta a cuore il destino dei nostri giovani.
Ci sono diverse associazioni culturali a Cefalù, però non sono coordinate e questo coordinamento non può essere dato da un’associazione privata, perché la cultura non può essere privata, signor Sindaco, perché la cultura è di tutti ed è “pubblica”, perché dietro a un’associazione privata io vedo sempre qualcosa di “non chiaro”!
Noi questo lo dobbiamo impedire, quindi dobbiamo noi assumere la dirigenza della cultura cefaludese che non ci può essere imposta dall’alto.
Certamente io non entro nel merito del fatto tipicamente artistico della statua, ma certamente Cefalù non ha bisogno di simbolismi ulteriori per essere rappresentata nel mondo.
Qualcuno faceva il paragone che il simbolo di New York è la statua della Libertà, ma New York non è Cefalù; New York non ha quella memoria storica! Guai se a new York non ci fosse la statua della Libertà.
Noi non abbiamo bisogno di una statua per caratterizzare il nostro splendido paesaggio.

Io vi faccio una breve considerazione.
Cioè, da ora in avanti - da quando sarà posizionata la statua in quel posto -, da allora in poi noi “macchieremo” la nostra iconografia che è caratteristica e che, per secoli, è stata oggetto di attenzione di tutto il mondo; non abbiamo sicuramente bisogno, per valorizzare il nostro paesaggio, la nostra memoria, della presenza di quella statua.
Tra l’altro una posizione infelice.
Questa, nel giro di due anni,si deteriorerà sicuramente. Le intemperie, il maestrale la sgretoleranno nel giro di pochi anni. Quindi ci sarà anche l’altro aspetto del problema quello della manutenzione, e, guarda caso, chi farà la manutenzione? (dal pubblico: noi) Perfetto, complimenti!

Io non sono d’accordo sul mettere questa statua al Molo perché la ritengo, al di là il suo valore artistico, una offesa a quella che è la nostra iconografia; noi non abbiamo bisogno di questi simbolismi per poterci rapportare con il resto del mondo. Sono d’accordo di metterla in un altro posto, sono d’accordo che venga cautelata e quindi, per me personalmente, questa statua non deve essere messa al Molo.

ritratto di Saro Di Paola

SOLTANTO AD ONOR DEL VERO

Il consigliere prof. Franco, riferendosi al mio intervento nel convegno all’Istituto d’Arte organizzato dall’assessore avv.Patanella, per quanto è scritto nel resoconto di Pino Lo Presti che, da cittadino, non finirò mai di ringraziare per il contributo che, con il suo meticoloso e prezioso lavoro ha dato, e continua a dare, “alla memoria” della vicende politiche e non di questi anni, ha detto :

“L’ ingegnere Di Paola non ha fatto altro che leggere suoi interventi nei blog che possono essere letti da tutti “

Quanto riferito dal consigliere Franco oltre che INCOMPLETO è VERO, soltanto, PARZIALMENTE.

La precisazione che, al riguardo, ritengo di dover fare in questo mio commento non vuole essere, AFFATTO UNA CRITICA al consigliere Franco, al quale, piuttosto, sento di dovere esprimere il mio grazie per avere ritenuto quel convegno meritevole della sua attenzione di CONSIGLIERE COMUNALE e per essere stato L’UNICO CONSIGLIERE PRESENTE.
Il mio grazie, DA CITTADINO e da modestissimo relatore in quel convegno.

La mia precisazione, SOLTANTO, AD ONORE DEL VERO.

Infatti, in quella sede, dopo avere precisato di essere stato chiamato, soltanto il giorno prima, dall’assessore Patanella per intervenire come INDEGNO SOSTITUTO del PROF. ARCH. MARCELLO PANZARELLA , impossibilitato a partecipare per impegni universitari,
ho risposto alla domanda che, più o meno testualmente, l’assessore mi ha così formulato :

“Come dovrebbe attrezzarsi la Città di Re Ruggero, dal punto di vista urbanistico, per fare fronte all’incremento turistico che le deriverebbe se dovesse divenire, insieme a Palermo e Monreale, PATRIMONIO DELL’UNESCO. Incremento valutato nel 30 % delle attuali presenze ?”

Se la mancanza di tempo per preparare il mio intervento, non mi avesse impedito di preparare, come sono solito fare, un contributo scritto e se alla domanda dell’assessore non avessi, quindi, risposto a braccio a questo mio commento avrei allegato per intero la mia risposta sulla questione che mi è stato chiesto di affrontare.

Dopo avere risposto all’assessore, ovviamente, per quanto abbia potuto e saputo rispondere, quando ritenevo di avere concluso il mio intervento, l’assessore Patanella mi ha chiesto quale fosse la mia opinione sulla collocazione, al molo, della “Pietra della memoria”, ho, dapprima, sottolineato la ragione per la quale, su LALTRACEFALU e a RADIO CAMMARATA avevo ridefinito “Pietra del mito” la cosidddetta “Pietra della memoria”.
Ho, quindi,letto non già “i miei interventi sui blog che possono essere letti da tutti “, come ha riferito Toni in Consiglio, ma SOLTANTO, una parte di uno solo dei miei commenti, scritti su LALTRACEFALU.
Ho, anche, aggiunto alcune delle considerazione che, a RADIO CAMMARATA (http://www.radiocammaratacefalu.org/Oggi_Parliamo_di.html) , avevo fatto sull’”ESPRIT DEL LUOGO” e sulla “ALTERAZIONE DELLA SKY LINE DI CEFALU” di cui aveva parlato Angela Di Francesca.

La superiore precisazione, SOLTANTO, AD ONOR DEL VERO.

ritratto di Pino Lo Presti

Grazie a te

per avere contribuito a ricostruire, con meticolosa e preziosa precisione, quanto da me soltanto accennato.