L’“Angelo Custode” di Pietro Novelli si trova a Cefalù

ritratto di Gianfranco D Anna

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L’“Angelo Custode” realizzato da Pietro Novelli per la Cattedrale si trova a Cefalù.

Pietro Novelli, Angelo Custode, 1638. Olio su tela, 249X182 cm. Cefalù, Palazzo Vescovile.

È questo il risultato finale della ricerca avviata a seguito della richiesta di maggiori informazioni dell’attenta Sig.ra Angela di Francesca che, nell’articolo “Un quadro di Pietro Novelli” (http://www.qualecefalu.it/lac/node/4139), chiedeva notizie riguardo alla collocazione all’interno della Cattedrale di Cefalù di un’opera di Pietro Novelli intitolata l’“Angelo Custode”, la cui immagine compare nel risvolto di copertina del libro "Sotto la Rocca" di Giuseppe La Calce De Franchis.

L’indagine ha rivelato che l’immagine pubblicata nel libro riproduce sì un dipinto di Pietro Novelli intitolato “Angelo Custode” ma che si tratta di un secondo “Angelo Custode” dipinto da Novelli, su commissione del Consolato dei Mercieri, per la Chiesa degli Agonizzanti di Monreale ed ora esposto nel nuovo Museo Diocesano di Monreale inaugurato il 13 aprile u.s.. (http://www.museodiocesanomonreale.it/)

La Sala di San Placido del Museo Diocesamo di Monreale con, in fondo a destra, l’“Angelo Custode” di Pietro Novelli

Pietro Novelli, Angelo Custode, 1638-39. Olio su tela, 256X179 cm. Monreale, Museo Diocesano.

Dalla ricerca condotta è, infatti, emerso che «La realizzazione novellesca del tema iconografico dell’Angelo Custode aveva trovato, ..., una prima occasione nell’impegno assunto con il vescovo di Cefalù don Pietro Corsetto, nel 1638, di eseguire un dipinto per il sacellum Sanctis Angelis Custodibus in Cattedrali Ecclesia» (Teresa Viscuso, 1990).
Fu dunque Pietro Corsetto (nominato vescovo nel 1638 e deceduto il 23 ottobre 1643) a commissionare il dipinto a Pietro Novelli - come riportato anche nell’iscrizione presente sulla tela: «PETRUS CORSETTUS (E)PISCOPUS ANNI(IVERSA)R(I)O SUI M(I)N(IST)ERII (A.) DOMINI - 1638 EX VOTO DEI(DI)C(AVIT) » - ed a decidere di farla collocare originariamente nella cappella della navata sinistra della Cattedrale di Cefalù che lo stesso vescovo fece aprire e che successivamente fu inglobata in quella parte della sacrestia poi adibita ad aula capitolare, ora non più esistenti.

Da alcuni mesi, dopo alterne vicende, l’“Angelo Custode” di Pietro Novelli si trova, in tutto il suo splendore, nella Cappella del Palazzo Vescovile di Cefalù.

Sicuramente la presenza di un dipinto di Pietro Novelli che, senza dubbio, è considerato il maggiore pittore del Seicento siciliano, rappresenta un valore aggiunto al patrimonio storico-architettonico-artistico della nostra cittadina.

Colgo l’occasione per ringraziare S.E. Rev.ma Mons. Vincenzo Manzella per l’attenzione dimostrata verso il patrimonio architettonico ed artistico della Diocesi di Cefalù, per quanto ha già fatto, sta facendo e, certamente, farà per proteggerlo e valorizzarlo al meglio.
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Breve biografia di Pietro Novelli

Pietro Novelli, detto “Il monrealese”, è, certamente, il maggiore pittore del Seicento siciliano.

Gli studi, le monografie e le mostre a lui dedicati hanno in gran parte chiarito il suo percorso umano ed artistico, sviluppatosi nell’arco di pochi decenni nei quali si attuò il passaggio dal Tardo Manierismo alla prima grande stagione del Barocco.
Nato il 02 marzo 1603 a Monreale, si formò presso la bottega del padre Pietro Antonio, apprezzato pittore e mosaicista.
All’età di 15 anni, per studiare la pittura e la prospettiva, si stabilì a Palermo dove subì l’influenza dei dipinti di scuola genovese presenti nell’Oratorio di Santo Stefano Protomartire al Monte di Pietà e della “Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d'Assisi” dell’Oratorio di San Lorenzo, dipinta nel 1609 da Caravaggio durante il suo breve soggiorno palermitano. Forti furono, anche, le influenze dei pittori fiamminghi presenti all’epoca a Palermo, in particolare di Anthony van Dyck che, su invito di Emanuele Filiberto di Savoia, viceré di Sicilia, soggiornò nella capitale siciliana dall’aprile al settembre del 1624 malgrado l’infuriare di una terribile epidemia di peste che uccise lo stesso Emanuele Filiberto. Lo studio delle opere del coetaneo van Dyck incoraggiarono Novelli ad alleggerire la sua tavolozza, una decisione che aggiunse dolcezza ed eleganza alla sua arte.
I viaggi di Novelli ebbero una grande importanza nell’evoluzione della sua pittura. Visitò Roma tra il 1622 e il 1625, dove ebbe modo di studiare i maggiori pittori del Rinascimento tra cui Giovanni Lanfranco, mentre nel corso di un viaggio a Napoli nel 1630, vide le opere di Jusepe de Ribera e di alcuni pittori naturalisti napoletani che lo incoraggiarono a sviluppare una pittura più realistica.
Tornato in Sicilia nel 1637, divenne ben presto uno dei maggiori pittori del suo tempo.
Alla ventata di naturalismo, suggeritagli dalla conoscenza della pittura napoletana dell’epoca, subentrò, negli anni successivi, una sorta di classicismo atemporale, di accademico
eclettismo – inteso nel senso più alto – nell’ambito della ormai affermata civiltà barocca,
caratterizzante in particolare l’ultima fase della sua produzione.
Negli anni della sua maturità, viceré, aristocratici, esponenti della borghesia emergente,
monasteri, chiese, compagnie e confraternite, a Palermo come in altri centri della Sicilia e fuori,
fecero a gara per possedere un Novelli.
La nomina negli ultimi anni della sua vita a “pittore reale”, architetto del Senato di Palermo ed anche ingegnere della Regia Corte ne vide definitivamente riconosciuti genio e fama, mentre i suoi
contemporanei, seguendo l’uso del tempo, si spinsero a suggerire azzardati paragoni con Michelangelo.
Il 22 agosto 1647, venne ferito in Piazza Vigliena a Palermo con un arma da fuoco durante una rivolta guidata dal suo amico Giuseppe d’Alessi. Morì cinque giorni dopo e trovò sepoltura nel cimitero dei frati in San Domenico.
Numerose sue opere - dipinti e disegni - sono oggi esposte presso la Galleria Regionale di Sicilia di Palazzo Abatellis a Palermo e presso il Museo Diocesano di Monreale.

ritratto di Angela Di Francesca

grazie

grazie a Gianfranco che ha risolto il mistero!:) Saranno sicuramente interessanti le "alterne vicende" di cui è stata protagonista, ed è bello sapere che si trova a Cefalù. Spero che concordando con la Curia si possa visitare, mi piacerebbe molto vederla!

ritratto di Staff

Un grazie davvero

a Gianfranco e al suo papà, il prof. D'Anna, per questa loro indagine che sottolinea ancor di più il valore del nostro patrimonio, spesso sconosciuto, e - se ci si permette - l'uso e il ruolo di un blog come laltracefalu.