Il nostro Comune, non da oggi, va famoso per la cura del Bene pubblico

ritratto di Pino Lo Presti

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Non mi riferisco solo ai Beni naturali, paesaggistici, storici e culturali ma anche a quelli dei servizi, delle proprietà, a quelli, in generale, economici e della salute.

E’ famoso per come li cura tutti questi beni e per come li difende nell’interesse dei cittadini, come un buon padre che vuole lasciare del suo più che può al figlio.

Altri paesi sono famosi invece per aver distrutto i propri beni naturali, paesaggistici, storici e culturali, per come hanno dismesso i propri servizi primari, per come hanno dissestato le casse comuni, e le precarie condizioni igienico-ecologiche.
Cefalù non è certo fra quelli capaci di perdere tutte le cause legali (pure quando ha ragione) e, nello stesso tempo, di creare di continuo le premesse per nuove, non è certo tra quelli che non bacchettano le mani dei tanti che cercano di incamerarsi un pezzo del patrimonio pubblico: fosse pure un vicolo, un fondo, un cortile, etc...
La generosità “verso terzi” degli amministratori dell’interesse pubblico cefaludese giunge a far pagare ai propri cittadini amministrati persiono due volte 2,5 milioni di euro per la potabilizzazione di una stessa quantità di acqua, beninteso non bevibile.

Ma il sadismo verso i propri cittadini-amministrati ha infinite varianti.
La storia della Posta è vecchia come ciò che resta della sua costruzione.
Pur potendola comprare subito con dei finanziamenti, ad un certo prezzo già convenuto, il Comune ha preferito permettere a terzi di comperarla per primi per poi potere acquistarla da loro ad un prezzo maggiorato se non altro dalle spese legali, e ciò per la gioia dei propri masochisti ma felici cittadini-amministrati.

Da quanto dice questo Atto del 1960 (vedi allegato: “Cessione gratuita 1960”, in pdf.) di cessione gratuita, da parte del Comune di Cefalù, di un terreno, di propria proprietà, contenuto nell’area della cosiddetta “Villa comunale”, alla società S.E.T., “al solo ed unico scopo di costruire lo edificio telefonico per la nuova centrale automatica”, lo stesso Comune sarebbe ritornato in possesso del proprio terreno e di quanto sopra costruitovi “nel caso venga nel futuro a cessare l’attività per cui viene fatta la presente cessione”. Fra le clausole anche quella che tale area “conseguentemente non potrà essere nè ceduta nè alienata” .

Non sembrerebbe, a prima vista, che quell’edificio, che fa da sfondo al monumento del Botta, svolga la stessa funzione che altri della mia generazione vi hanno visto svolgere per alcuni anni dopo la sua inaugurazione, nè sembrerebbe che la Società, proprietaria dell’edificio sia ancora la S.T.E.T.

Non si sà se sia questo un ennesimo caso di generosa amministrazione dei beni della città a favore di terzi e in ... ai gaudenti cittadini cefaludesi, da un punto di vista economico-patrimoniale (alcuni sarebbero curiosi di saperlo), ma vi è anche il serio dubbio che lo sia dal punto di vista della salute.
Non risulta infatti che vi sia un monitoraggio del potenziale di inquinamento elettromagnetico di quel ripetitore; eppure proprio sotto di esso vi stazionano i nostri anziani e i nostri bambini (vi è persino un piccolo parco giochi).
E’ possibile che un centro della salute, un Ospedale importante come è quello di Cefalù, neanche lui si curi di queste cose?

Per saperne qualcosa di più, vedi di Italo Piazza “Elettrosmog: è passato di moda?”, del 1 luglio 2011 - http://www.qualecefalu.it/lac/node/4915)

ritratto di Saro Di Paola

CHI AVREBBE DOVUTO FARLA RISPETTARE ?

Il Consiglio comunale del tempo
LA CLAUSOLA PER TUTELARE L'INTERESSE DEL COMUNE
l'ebbe ad esprimere ed il Sindaco Giardina la fece inserire nell'atto pubblico :
CHIARISSIMA!

CHI AVREBBE DOVUTO e forse potrebbe ancora FARLA RISPETTARE ?

ritratto di Nicchi Salvatore

A Cefalù, in piazza del

A Cefalù, in piazza del Duomo, e mel palazzo di Città vale una regola:
"Quello che é di tutti, é di nessuno, proprio perch'é di tutti; siccome é di nessuno deve essere di qualcuno".
Forti di questo assunto nell'arco dei tempi si sono trovati spesso personaggi che all'interno ed all'esterno si sono adoperati a che quello di nessuno diventasse di qualcuno. Non solo quando si sarebbe potuto regredire da alcune azioni e decisioni palesemente a danno dei cittadini, hanno sempre remato contro l'interesse dei cittadini ma nell'interesse degli stessi.
In quel posto né allora ne mai si sarebbe dovuto procedere ad una riduzione del bene comune, se non dopo una consultazione popolare. Ricordiamoci che già in passato però era già stata fatta una riduzione della superficie della "VILLA".
Ma tutto questo pare passare sulla testa dei CEFALUDESI, senza che nessuno protesti, pettegolezzi sì, tanti, ma niente che mostri un sussulto di orgoglio dei cittadini.
C'é si sbraccia si affatica, si sgola, si strappa i capelli sempre nell'interesse dell'amata Cefalù, ma al momento di "quagliare"?.........
Povera Città di Don LAPPANIO!

ritratto di Saro Di Paola

TRAVISARE IL SIGNIFICATO DELLA SCELTA

La valutazione sulle scelte amministrative non può prescindere da un minimo di riflessione sulle condizioni sociali,economiche,infrastrutturali .... della Città nel periodo in cui le scelte medesime sono state adottate.
Un minimo di riflessione andrebbe, anche, riservato alle prospettive sociali e di sviluppo che quelle scelte hanno dischiuso nel periodo storico nel quale sono state adottate.

Ritenere o lasciare intendere che scelte come quella che ha fatto determinare i rappresentanti delle Istituzioni del tempo a cedere una porzione della "Villa" per la "centrale telefonica" siano state penalizzanti per il bene Comune significa, a mio giudizio,
TRAVISARE IL SIGNIFICATO DELLA SCELTA.

Un significato, a mio giudizio, DI GRANDE VALENZA POLITICA.

Per Cefalù,alla fine degli anni 50, L'UFFICIO POSTALE, prima, e la CENTRALE TELEFONICA, dopo, FURONO DUE CONQUISTE.
SOCIALI E POLITICHE!
Anche per la ubicazione : all'estremità occidentale di quello che, allora, era il centro abitato.
Nella realtà urbana e socio-economica di quel periodo sarebbe stato impensabile ubicarle in luogo più lontano.

Oltre mezzo secolo dopo, a non potere essere accettato sarebbe IL MANCATO RISPETTO DI UNA CLAUSOLA CONTRATTUALE che, lo ripeto, E'CHIARISSIMA.

ritratto di Salvatore Culotta

Al di là degli aspetti

Al di là degli aspetti legali credo sia ora che gli abitanti di questa Cefalù comincino a pretendere che,con analisi e misurazioni e qualsiasi altro strumento di indagine,sia valutata la vivibilità,in senso letterale,dell'ambiente cittadino; e si tratta delle antenne telefoniche, dell'inquinamento da automobili,dell'eternit,dell'igiene e così via. Forse si dovrebbe aprire un circolo di Legambiente.

ritratto di Nicchi Salvatore

Se come linea di pensiero si

Se come linea di pensiero si adotta di giustificare le scelte scellerate che si sono fatte a prescindere di quando sono state operate, e con l'attenuante dell'utilità collettiva, il discorso non fà una grinza e si possono giustificare pure scelte non fatte.
Io come Cittadino di Cefalù avrei preferito fare qualche passo in più verso ovest, per esempio dove sono nati allora i palazzi multipiano, ed avere integra la Villa.
Pare come scelta più opportuna la Posta vecchia, anche se in parte occupa il suolo della Villa, che quella della centrale telefonica che pochi anni dopo é stata chiusa alla cittadinanza, senza poterne usufruire più.
Appare così aleatoria la tua giustificazione, che mi fà capire perchè si volevano tagliare le palme!
Ai Posteri l'ardua sentenza!
Confidiamo nella clemenza del Popolo di Don Lappanio!?
Ad Maiora

ritratto di Saro Di Paola

SOLTANTO UNA RIFLESSIONE

La mia non è stata una "giustificazione" .
E' stata, SOLTANTO UNA RIFLESSIONE.

Quanto alle palme di piazza Duomo sono stati i politici del tempo a non condividere quella che era stata una indicazione del tecnico, prof. G. Samonà che, in quel periodo era uno dei più insigni, se non il più insigne, urbanista italiano.

ritratto di Nicchi Salvatore

Questo tipo di riflessioni,

Questo tipo di riflessioni, caro Saro, mi fanno paura!
in alcune questioni, oltre che a riflettere, a volte, necessità vuole che bisogna prendere una posizione.
per non di meno come disse un tizio in un film "continuiamo a farci del male"

ritratto di Salvatore Culotta

Non riuscirò mai a darmi

Non riuscirò mai a darmi pace per questo continuo saltare di palo in frasca, dimenticando l'argomento di fondo.

ritratto di Vincenzo Gerone

edificio telecom vendonsi

L'edificio della telecom l'ho visto in vendita su alcuni annunci pochi mesi fa..