Se il Comune avesse preso IL TORO PER LE CORNA

Ritratto di Saro Di Paola

1 Settembre 2017, 07:05 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Sulla “questione idrica” di Cefalù ho scritto troppo.
Sin troppo per non avvertirne nausea.
Per commentare gli ultimi sviluppi sarò telegrafico.
A non esserlo mi ripeterei.
Inevitabilmente.
Correrei il rischio di nuocere e non mi piace.
Non prenderò spunto dai due ultimi comunicati del Sindaco Lapunzina e del Presidente dell’ATI Orlando, ma da un passaggio di uno dei precedenti comunicati di Lapunzina e da un altro passaggio di una nota ufficiale di Orlando.

La gestione unica di ambito non è, come sostiene Orlando, un “lontano traguardo”, ma un inderogabile principio di legge, di recente ribadito dalla Corte Costituzionale”.
Così Lapunzina nel comunicato del 19 luglio, (http://www.qualecefalu.it/node/20981) col quale aveva replicato ad Orlando, che, il 13 luglio,  in una nota ufficiale gli aveva scritto:
il principio della unicità della gestione del SII nell’Ambito territoriale ottimale sancito dalla Corte Costituzionale con la sentenza 93/2017 ed invocato dal Sindaco Lapunzina è la “meta finale” e rappresenta la "conclusione" di un complesso ed articolato percorso”. (http://www.qualecefalu.it/node/20980 )

Due passaggi con due verità troppo banali per essere confutate.
Sì, perché tutte le Leggi hanno una teleologia, sono ispirate da “un principio”, che si consegue, quando si consegue, a “conclusione del percorso” previsto dalle Leggi medesime per la loro attuazione.
Un percorso troppo spesso, “articolato e complesso”, che, altrettanto spesso, finisce per impantanarle al punto di farne fallire il “principio”.

Nella “questione idrica” di Cefalù, tra le due verità  ve n’è un’altra: l’incapacità del nostro Comune di prendere il toro per le corna.

Una verità, forse, meno banale, ma, certamente, inconfutabile come le altre due.
Sì, perché se il nostro Comune avesse avuto tale capacità per tempo, cioè sin da quando, il 29 ottobre del 2013, il Tribunale di Palermo ebbe a dichiarare il fallimento di APS, Cefalù, nel 2017 si sarebbe ritrovata in una situazione diversa da quella attuale.
Una situazione, che, certamente, non sarebbe stata rosea ma, che, altrettanto certamente, non sarebbe stata drammatica e difficilissima, se non pressoché impossibile, da risolvere  come quella attuale.
Ma questo l’ho già scritto.
Mi sono ripetuto.
Mannaggia.

Saro Di Paola, 1 settembre 2017