Le cerimonie, la vigilia elettorale e la sfiga

Ritratto di Saro Di Paola

4 Marzo 2024, 07:12 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Sono passati due anni esatti dal 4 marzo 2022, quando, ad Ogliastrillo, si è svolta la cerimonia per l’accensione simbolica della talpa Margherita, www.qualecefalu.it/node/24349 .
                                                                    
È stata una cerimonia con grande partecipazione di Autorità, di Politici, di Tecnici, di Maestranze e di Giornalisti, alla fine della quale il Vescovo di Cefalù, Eccellenza Reverendissima Mons. Giuseppe Marciante, ha impartito la benedizione agli astanti, al cantiere ed alla talpa Margherita.
                                                                                     
          
Una cerimonia in tutto simile a quella che si era svolta il 18 aprile del 2019, quando, in quel di Vallone di Marzo,
                                                                                        
venne organizzata la “VISITA CANTIERE FINESTRA SANT’AMBROGIO”, col chiaro intendimento di dare eco mediatica alla ripresa dei lavori del raddoppio ferroviario, che erano fermi dal 2016, solo pochi mesi dopo che erano stati iniziati www.qualecefalu.it/node/23033 .
                                                                                                    

Fu una cerimonia nella quale non mancarono i discorsi di circostanza e di compiacimento di Tecnici e Politici, che annunziarono, per la fine del mese di giugno del 2023, la data entro la quale sarebbe, addirittura, transitato il primo treno nella nuova tratta Ogliastrillo-Castelbuono.

Anche il 4 marzo del 2022, è stata annunziata la data entro la quale sarebbe stato ultimato il raddoppio, che, ovviamente, è stata posticipata entro la fine del 2025.

L’indomani delle due cerimonie, ho scritto, senza mezzi termini, che politici e tecnici, più che annunziare date, avevano dato NUMERI.
In entrambe le occasioni, ne ho spiegato le ragioni, con argomentazioni elementari e piuttosto ovvie.

Dopo due anni esatti da tale ultima cerimonia la talpa è ferma.
Da quasi diciotto mesi.
La moderata attività, che, da circa tre settimane, è stata svolta, e viene svolta, in cantiere,
                                                                                                   

fa ritenere che sono stati eseguiti e sono, ancora, in corso i lavori propedeutici alla ripartenza della talpa.
          

Il che, considerati i tempi tecnici necessari per rimettere a punto la fresa e l’organizzazione del cantiere, rende probabile, entro un paio di mesi, la ripresa del viaggio di Margherita in direzione Fiume Carbone.

Tra un paio di mesi, saremmo alla vigilia di importanti elezioni europee, il cui esito potrebbe avere ripercussioni politiche in campo nazionale.
Una “buona” ragione, per la quale qualcuno potrebbe avere l’interesse che venga organizzata un’altra cerimonia ufficiale per dare eco mediatica alla ripartenza della talpa.
 
Se una cerimonia dovesse essere organizzata, la speranza è che politici e tecnici ci risparmino altri discorsi di circostanza, altri bla bla bla ed altre date.

Il tempo, con i suoi accadimenti, ha già dimostrato che portano sfiga.
E, poi, il “bello” deve ancora iniziare.
Mi riferisco ai cantieri, quattro, ancora da aprire per la realizzazione della fermata sotterranea.
Per il primo di tali cantieri, quello dell’imbocco della galleria di sfollamento, il cronoprogramma del progetto esecutivo fissava l’apertura al 15 marzo del 2016.
Quella data, così venne detto, avrebbe reso possibile il rendez-vous, tra la squadra, che, con metodi tradizionali, avrebbe completato la galleria di sfollamento e la talpa, che, dopo essere partita da Ogliastrillo, nel tardo autunno del 2017, sarebbe sopraggiunta nel punto, sotto Pacenzia, nel quale era previsto l’innesto di questa galleria con la canna frattanto realizzata dalla talpa.

Numeri e non date, tali ultimi, che ascoltammo il 26 novembre del 2015, nel clima edulcorato dai reciproci compiacimenti, dalle celebrazioni e dalle autocelebrazioni di quanti menavano, e menano, il vanto di avere fatto parte del comitato di cittadini, che, per sedici anni, si era battuto affinché RFI accettasse per Cefalù la fermata sotterranea.

Numeri e non date, ascoltati in quella che sarebbe dovuta essere la cerimonia ufficiale di presentazione del progetto esecutivo del raddoppio Ogliastrillo-Castelbuono.
Un progetto, che di esecutivo, oltre al tracciato ed alle estremità della tratta, aveva ben poco. 
Non sono io a dirlo.
A dimostrarlo è il tempo trascorso, da allora ad oggi, che, con i lavori al 30% circa di quelli previsti, è già di gran lunga superiore ai 2050 giorni previsti nel contratto di appalto.
A dimostrarlo è stata la modalità, con la quale è stata eseguita la galleria Sant’Ambrogio.
A dimostrarlo è la modalità, con la quale saranno eseguite le due canne della galleria Cefalù, modalità, entrambe, assolutamente diverse da quelle che vennero illustrate il 26 novembre 2015.
A dimostrarlo è la ricerca, ancora senza esito dopo oltre ventidue anni, del luogo in cui ubicare l’imbocco della galleria di sfollamento.

A dimostrare il resto saranno il tempo a venire e quanto d’altro accadrà prima che il primo treno sarà transitato dalla nuova tratta e si sarà fermato a Cefalù.
Dove e quando?
Dio solo lo sa!
Così è.
Purtroppo!

Saro Di Paola, 4 marzo 2024