21 Marzo 2016, 21:23 - Michele Cutaia [suoi interventi e commenti] |
Le conchiglie di Franco D'Anna
Caro Franco, ho nostalgia dei colori ad olio e noto che li usi con grande trasporto. Io ho smesso di usarli da moltissimi anni! Mi sbizzarrivo con le tempere, mescolavo pure tempere e smalti, con i colori ad olio era uno spasso. Di questi mi piaceva l'impasto, la loro talvolta plastica duttilità al momento della stesura sulle superfici. Facevo l'astratto, l'informale e il figurativo. Paesaggi, nature morte e ritratti (qualche volta). Poi mi invaghii degli smalti su rame e ne feci tanti con il collega ed amico Andrea Merlo.
Michele Cutaia - Andrea Merlo
Composizioni, smalti su rame, 1968/70 circa. (Collezione privata, Palermo)
Lui era già un esperto in ceramica e di forni. E il passo fu breve. Entrambi comprammo un forno specifico per smalti e producemmo oggetti di smalti su rame, di piccolo formato, ma alcuni decisamente più grandi. Esperienze notevoli. Se ben ricordi, collocammo due pannelli con fantasie figurative d'impronta moderna su un pilastro di una dimora palermitana di cui curasti l'elegante arredamento. Gli smalti su rame! Un'esperienza indimenticabile, anche, per i risultati conseguiti, di consensi ricevuti ad alto livello. Ma, vuoi i colori ad olio, vuoi gli smalti con i solventi adoperati, i cosiddetti diluenti aciduli i cui odori inalavo senza rendermene conto, l'acqua ragia e simili, m'hanno causato dei problemi, infezioni alle mani (evidentemente per mia negligenza). I rischi aumentarono quando con altri colleghi intrapresi restauri di pitture sui muri di edifici pubblici con l'uso di certi prodotti di fissaggio... “Rinuncia ai colori ad olio, agli smalti, ai loro solventi irritanti” m'impose perentoriamente l'amico dermatologo e, incalzando severo “ci tieni alla pelle?” “Certamente!” risposi. “Allora devi smettere! Conosci altre tecniche”? Chiese.“Certo, le tempere, gli acquerelli, gli acrilici, sono colori ad acqua”. ”Quindi, dove sta il problema?” e concludendo, “Come vedi, potrai continuare a dipingere...” In effetti, il “cambiamento” fu assai salutare e risolutivo.
Molti dipingono con i colori ad olio e tra questi, caro Franco, ci sei pure tu. E, con molta dimestichezza, vedo e, dopo i fiori ti sei tuffato sulle “conchiglie”. Mi avevi accennato di tali propositi. Ora ti occupi delle dimore dei molluschi, in sé insignificanti, esteticamente irrilevanti, ma “dotati” a produrre forme estremamente sublimi. Molluschi inconsapevoli, “fabbricano” da millenni e sono depositari (con il beneplacito del Padreterno), di esemplari, dai più semplici ai più complessi, eccezionali... “Sculture” le definisce Rosalba Gallà la quale fa, sulle opere di D'Anna, un resoconto puntiglioso, articolato, scientifico, storico-artistico molto esauriente... Sculture, sì, ma anche “architetture”, se vuoi, “l'una e l'altra” si fondono egregiamente. E Franco ci ha provato a trasmetterci, con i suoi interventi pittorici, emozioni e sensazioni. Quel che apprezzo di lui che, dopo averci mostrato varie conchiglie e nautilus dipinti, inglobati nei quadrati giallo azzurri, o tutt'azzurri, eleganti nei loro favolosi labirinti, li “stacca “ dai loro siti geometrici e finalmente li depone in spazi reali in cui respirano di nuova luce: ecco la “Tonna galea”, semplice, delicata, dai toni rosati, posta su zone ondulate variamente rosate dando la sensazione che, scomparso il mare, sia scampata su onde desertiche sabbiose.
Tonna galea (olio, cm 100x80), 2015
Poi la “Siratus beaui”, adagiata su un azzurro trasparente ove si riflette, schiarita da un cielo delicatamente rosato.
Siratus beaui (olio, cm100x80), 2015
Infine la “Melo aethiopica”, nella sua forma, piena e generosa, in sosta sulla darsena, in primo piano.
Melo aethiopica (olio, cm 80x100), 2015
Giù un mare nero-seppia e, frontalmente, un blocco verticale luminoso di case riflesse nel mare. E un cielo ancora nero! Ma qui le “tenebre” sono apparenti. Tutto sembra un gioco di luci. Questa “conchiglia” dipinta con cura, plasmata nella sua sfericità dalla natura e carezzata dalla variante luminosa progressiva dal giallo chiaro all'ocra, sembra accogliere soavemente la spazialità dell'aria nella sua cavità, fin nella zona più recondita e infinitamente piccola. Salda conchiglia, incorrotta “Arca di Noè”, magicamente divenuta enorme, che ascolta il frangersi fragoroso delle onde, l'eterno affanno degli oceani, le angosce, le urla dei migranti, naufraghi in fuga dalle loro case distrutte, dalle violenze dei malvagi e l'”Arca” sembra salvarli e accoglierli nel suo grembo, pronta a salpare verso mete incontaminate e sicure ed offrire loro una vita migliore.
Dopo questa nota, mi scuso con i preziosi Lettori se mi asterrò per qualche periodo a dare ulteriori mie notizie, tranne, forse, qualche caso indispensabile. Riprendo degli impegni che avevo messo da parte e a cui vorrei dedicare un po' di tempo prima che questo si dilegui del tutto. Spero di non averVi annoiato. Grazie e Cordiali saluti per Tutti Voi.
Palermo, marzo 2016. Michele Cutaia
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Articolo correlato:
Franco D'Anna: un originale percorso dai fiori alle conchiglie – Rosalba Gallà – 7 gennaio 2016 (https://www.qualecefalu.it/node/18614)
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Commenti
Franco D'Anna -
Minerali ad olio
Caro Michele, il compianto amico comune Pasquale Culotta, nel catalogo della mia mostra “Bianco, nero e colori”, ricorda i miei acquarelli, poi ho usato la tempera e dopo sono arrivato alla pittura ad olio, la mia preferita perché la più corposa.
Ricordo i lavori a smalto su rame, che hai eseguito insieme all’amico Andrea, anche per i particolari effetti materici che ottenevate con la cottura. Capisco il tuo rimpianto per avere dovuto abbandonare, qualcuno nel passato ci ha rimesso finanche la vita.
Ti ringrazio per la tua nota critica, come al solito chiara, profonda e competente.
Archiviato il tema delle conchiglie, adesso mi sto dedicando ai minerali. Sono affascinato dalle loro forme a volte scultoree, a volte geometriche, altre volte pittoriche. Sto lavorando al quindicesimo lavoro. Dipingendo mi sento sereno.
Un abbraccio,
Franco