“Ricordando Nico Marino” dell’ Archeoclub - 20 marzo, Fondazione Mandralisca
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22 Marzo 2011, 08:58 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti]
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Il dott. Angelo Piscitello, Presidente della Fondazione Mandralisca
Fa piacere vedere tanta gente perché questa è una ulteriore conferma di quanto questo paese abbia voluto bene a Nico e voglia ricordarlo.
Questo è un incontro che si intitola “Ricordando Nico Marino”.
Ricordare, riportare alla memoria, è far rivivere nel cuore - la memoria sta nel cuore - e questo è sicuramente quello che noi vogliamo fare.
Nico era uno che aveva dedicato la sua vita al “ricordo”, far rivivere i ricordi; lo vediamo dai suoi scritti, che l’Archeo-club, la Fondazione hanno contribuito a far nascere. Lo vediamo anche - perché nò - nelle sue canzoni.
Faceva tutto questo con grande passione, con grande disinteresse diventando un punto di riferimento per tutti, “era diventato un punto di riferimento culturale”.
“A lui si rivolgevano quanti volevano far conoscere notizie interessanti riguardo la storia di Cefalù e dei suoi personaggi”, questa sembra una fase che ricorda Nico; in realtà questo è un brano del libro di Nico dedicato ad Enrico Piraino di Mandralisca, è il ritratto che lui faceva di Enrico Piraino di Mandralisca.

Questo, per tracciare, qui in questa sede, alla Fondazione Mandralisca, un parallelo tra due persone che sicuramente hanno dedicato la loro vita e il loro amore a questa città.
E’ quindi giusto che questa città, non solo stasera ma negli anni (perché questo è il primo di una serie di incontri che ci saranno), voglia ricordare chi tanto ha fatto.
Questo è un libro che edito dall’Archeoclub - in prima linea in questo ricordo -, ed è un libro dove ci sono ringraziamenti per la Fondazione. Lui vi passava le sue giornate; tante volte recuperando libri o anche oggetti per poi farne delle mostre (per esempio quella sui “ninnoli”) per ricreare il passato, renderlo vivo attraverso anche le piccole cose come le foto. Noi lavoriamo per rendere viva la Storia perché perché se guardiamo al passato possiamo avere un futuro e quindi possiamo pensare di poter crescere e poter fondare una cultura che possa arricchire le nuove generazioni.

Il Sindaco di Cefalù, dott. Giuseppe Guercio
Sento di ringraziare vivamente l’Archeoclub d’Italia e di Cefalù e la sua Presidente, dott.sa Flora Rizzo, per questa occasione che ci consente di ricordare ancora Nico Marino.
Sono passati alcuni mesi dalla sua dolorosa scomparsa e in ognuno di noi non si è ancora spenta la pesantezza della sua assenza. Stasera, parlando della famiglia Del Duca - scultori che hanno fatto la storia della nostra città, oltre i confini della nostra isola - ci è dato anche di fare memoria della lucida e puntuale ricerca storia, condotta negli anni, da Nico; con la sua instancabile opera di ricostruzione del passato che lo ha visto impegnato per tanti anni. Nico aveva già riportato alla luce il corpus documentario relativo alle vicende della famiglia Del Duca, custodito nell’archivio storico diocesano di Cefalù. Le sue intuizioni, a distanza di anni, vengono confermate dalla ricerca storico-artistica, come ci dirà fra poco il relatore, il professor Giuseppe Fazio.

Non possiamo che ringraziare ancora Nico per la eredità umana, culturale e storica che ci ha lasciato.
I suoi studi, la sua fatica silenziosa e mai ostentata, sono e rimangono pietre miliari. Chiunque vuole ricostruire il passato di Cefalù, la sua storia, gli uomini che l’hanno resa celebre, deve passare inevitabilmente da Nico. E’ questo circolo virtuoso ad assicurare a Nico la perenne memoria della sua gente e della sua città. Una memoria che rimarrà sempre viva.
Sò che, subito dopo la morte di Nico, molte associazioni hanno avvertito il bisogno di dar vita a qualcosa di stabile in suo nome. Non so a che punto è questo progetto.
Come Sindaco di questa città, intendo assicurare la piena e convinta partecipazione del Comune a tutte le iniziative che si realizzeranno, nelle forme e nelle modalità più adatte, per conservare vivo il ricordo degli studi di Nico.
È un debito di riconoscenza e di gratitudine che abbiamo nei confronti di Nico e della sua famiglia. Ma è un debito a tutto vantaggio della nostra città.
Dott.sa Flora Rizzo, Presidente dell’Archeoclub di Cefalù
Questa sera, qui a questo tavolo, abbiamo chi rappresenta la città, il nostro Sindaco; abbiamo il Presidente della Fondazione Mandralisca, altro punto di riferimento fondamentale; e abbiamo anche la Scuola, rappresentata dalla Preside Rosaria Gallotta dell’Istituto Jacopo Del Duca, altro punto di riferimento dellanostra Città. La Città, la Fondazione, la Scuola sono stati i punti di riferimento di Nico, i luoghi dove lui si è speso in nome della cultura. Abbiamo voluto quindi, come Archeoclub d’Italia, in questa occasione, coinvolgere anche la Scuola e in particolare questa perché vi avrà poi seguito una attività riguardante appunto la famiglia Del Duca.

La Preside dell’Istituto Jacopo Del Duca di Cefalù
Nella primavera del 1995, durante la Presidenza del Prof. Paolo Catalano - allora io collaboratore vicario -, si decise di organizzare il “trentennale” della nostra istituzione intestata, nel 1965 - con grande e meritevole appropriatezza -, a Jacopo Del Duca, architetto.
Ci sembrò importante avviare un calendario di manifestazioni tra le quali, importanza centrale ebbe per noi, docenti più giovani, l’invito a docenti, a vecchi alunni e a personalità del mondo dell’arte, che dessero un contributo alle scoperte sulla biografia e le opere di Jacopo Del Duca o Lo Duca. Le personalità che si decise di coinvolgere furono Padre Crispino Valenziano - in primis - che mi suggerì di contattare Sandro Benedetti; che allora fu impedito a partecipare ma che fece in modo che partecipasse, a quel convegno, Francesca Paolino, professoressa di Architettura presso la Facoltà di Reggio Calabria, e Nico Marino, carissimo amico.
Francesca Paolino parlò della sua opera, “Jacopo Del Duca e le opere siciliane”.
E’ un lavoro che viene presentato alla stampa con un’ampia introduzione del professore, Sandro Benedetti; quindi credo che sia una pietra miliare in tutto questo cammino intorno alla famiglia degli scultori Lo Duca a Cefalù, a Roma e in varie altre parti.
Francesca Paolino, in quest’opera, ci presentò un’importante lavoro di scavo, di analisi, di lettura, da cui emergono tanti avanzamenti nello stato della questione “Del Duca”, oltre al recupero di un documento del Puzzolo che precisa la conclusione della sua vicenda umana tra Messina e Cefalù.
Morto a Messina nella 1600 e traslato a Cefalù nel 1604.
Crispino Valenziano, in aggiunta alle sue molteplici pubblicazioni sulla Cattedrale, fece un intervento di natura storiografica, aprendo il campo ad una importante ampliamento dell’opera su Jacopo Del Duca.

Partendo dalla vita sacerdotale di Jacopo, che diciottenne si era recato a Roma sollecitato dal grande desiderio di imparare “qualche lettera latina” - sono sue testuali parole -, fu tra i primi siciliani che tra il 4 e il 500 inaugurarono ed iniziarono l’uso di recarsi a Roma per compiere gli studi; e così pure Crispino, andò - giovane chierico - Roma.
Jacopo Del Duca fu scultore, sia a Roma, sia - in parte - tra la Sicilia e Roma, nella bottega di Michelangelo, garzone di Michelangelo al tempo del Papa Giulio II°.
Lavorare con Nico per la organizzazione del “trentennale” fu naturale, come pure lavorare con Giuseppe Forte che fece produrre agli studenti, in quella occasione, con un laboratorio all’aperto, dei murales che ancora si possono ammirare, nonostante le intemperie, nel cortile della nostra scuola, sita in via Pietragrossa 68/70.
Lavorammo allora pure con Pasquale Culotta, con Marcello Panzarella, con Domenico Portera e tanti altri.
È questa una strategia didattica, di ricerca-azione che abbiamo sposato sin dagli anni ‘90 e che costituisce una buona prassi che consente di radicare nel territorio la formazione degli studenti, i quali - provenienti dal parco della Madonie - nel nostro Istituto conseguono un diploma con specializzazione in economia d’azienda, turismo e tecnica dell’ambiente. Nico si coinvolse da solo in questi processi innovativi della nostra scuola perché, in quel tempo della giovinezza, ci sentivamo “un gruppo”, eravamo legati, stimolati, sensibili ai valori della appartenenza della inclusione. Insieme guardavamo con curiosità ed ammirazione alla generazione dei più grandi per imparare e crescere. Entrò in sintonia con la dott.sa Paolino che accompagnò di continuo in quei giorni al museo Mandralisca, alla Biblioteca del Vescovado, e la faceva sorridere durante i momenti conviviali, spesso con la sua sagacia.
La Paolino ci confessò che, in certe notti, nei periodi di studio più intenso, aveva “visto e parlato” con Jacopo, più volte. Questa osservazione ci affascinò e ci stupì; pensammo: come se lui fosse vicino a lei e non fossero i secoli invece a separarci.

Nico, alla tavola rotonda, fece un intervento sulle questioni più dubbie come la attribuzione di alcune opere, o la morte, la sepoltura; meritorie ricerche delle sparse membra del patrimonio documentario che Cefalù ha, ma anche Messina.
I suoi erano pazienti recuperi di immagini ed opere ignorate.
Il suo intervento fu connotato da vivacità, da interesse e leggerezza. Parlava di Jacopo come di un cefalutano che nel suo immaginario aveva incontrato, con cui aveva dialogato spesso. Oggi, grazie a Flora Rizzo, Presidente dell’Archeoclub della sezione di Cefalù, possiamo rivolgere un invito al Prof. Giuseppe Fazio per una comunicazione che avverrà presso la nostra scuola, l’Istituto tecnico Jacopo Del Duca, durante il maggio del 2011 che, come è consuetudine, dedichiamo sempre a vari incontri con autori. Scopriremo che le osservazioni e le ricerche, da dilettante, su Jacopo Del Duca, di Nico Marino, non sono leggeri, come apparirono per lo stile gioioso del dire, ma fondate, qualificanti; erano suggestioni ed intuizioni attivate da una mente fervida dall’alta valenza espressiva, dalla sua curiosità, dalla sua cultura. Nico marino è stato a Cefalù una “civis” che si muove nel solco architettonico della città facendo ricerca libera con l’animo fiero del suo essere, della sua appartenenza alla comunità che tanti illustri uomini ha consegnato alla storia del mondo contemporaneo.
Chiamato a ricordare uno spaccato di vita, fra i tanti, di Nico, credo che si possa concludere che la fine e l’oblio non esistono.
Era mio compagno di banco, alle elementari, all’Istituto delle suore della Croce a Cefalù. Me lo ricordava con tanta intensità, delicatezza e affezione, sempre, puntualmente ogni qualvolta comparivo a Porta terra.
E così, con questo bel ricordo d’infanzia, iniziava la nostra frequentazione di grandi, di adulti ormai, sia in giro per la città, sia per l’ufficio di Presidenza della scuola per parlare di nuove iniziative presso il teatro Salvuccio Cicero, l’ultima volta che lo incontrai.
Così lo ricordo oggi questa sera.

Flora Rizzo
Questa sera parliamo di Nico Marino e della famiglia Del Duca.
Di Nico parleremo per quanto concerne la sua attività all’interno dell’Archeoclub d’Italia. Dobbiamo per forza limitarci ad un piccolo ambito ristretto; non possiamo questa sera esaurire tutto l’argomento: non è possibile. E allora parleremo di Nico all’interno appunto della nostra associazione.
Vedremo pure qualche immagine di Nico e di quello che ha fatto per l’Archeoclub d’Italia che è a Cefalù.
Stasera sono presenti, assieme a noi, i moltissimi storici e studiosi del nostro territorio; li ringrazio tutti. Li abbiamo già ringraziati prima in una riunione che è iniziata alle 16,30, preliminare a quest’incontro, perché - proprio per quello che diceva poc’anzi il Sindaco - tantissime associazioni hanno pensato - già da subito - di fare qualcosa, di parlare di Nico, di trovare dei momenti per per portare avanti i suoi interessi, per condividerli ancora una volta.
L’Archeclub d’Italia porterà avanti, per il ricordo di Nico, una iniziativa che noi definiamo in questi termini: “riconoscere il territorio” perché appunto Nico era il nostro riferimento per tutto quello che riguarda l’informazione relativa alla conoscenza del territorio; informazioni che poi noi trasferivamo ai visitatori - come nel caso delle “chiese aperte” -, agli studenti -nel caso delle attività con le scuole -, ai cittadini nei momenti di incontro, di conferenze come quelle di oggi. Ecco per noi è stato tutto questo Nico: un riferimento, e abbiamo pensato di portare avanti questa iniziativa coinvolgendo i suoi amici, le persone con le quali ha condiviso tutto il suo lavoro, la sua ricerca; con le quali ha scambiato le informazioni, le notizie, e insieme alle quali è arrivato a conclusioni, a costruire basi di conoscenza della nostra storia.
Questo vuol dire che in futuro ci sarà un momento in cui ci riuniremo e in cui queste persone ci daranno il loro contributo e porteremo avanti un lavoro iniziato che deve assolutamente essere portato avanti per noi e per la nostra città è per tutta la comunità.
Nico era un socio dell’Archeoclub, lo è stato da sin dall’inizio, sin dal ‘95, è stato fra di noi e con noi.
Voi non immaginate quante persone, quanti gruppi (lo vedevamo tutti per strada quando accompagnava gruppi di amici o gruppi di soci di altre sedi) Nico ha accompagnato nella nostra città, nel nostro museo, per le nostre strade facendo scoprire oltre che, chiaramente, i nostri tesori anche l’ospitalità della nostra terra, la piacevolezza dello stare insieme e tutte quelle cose che noi conosciamo di Nico e che sicuramente ci mancano.
Nico non ha mai avuto delle cariche all’interno della nostra Associazione perché non ha voluto, non voleva; lui ha dato il suo contributo così come lo dava ad altre associazioni, a tutti, proprio con la massima generosità, con la massima naturalezza e semplicità.
Adesso proietteremo una PowerPoint che abbiamo preparato con delle immagini di Nico dentro l’associazione che ricordano varie attività: Salviamo le torri costiere, l’approccio ai beni culturali della Sicilia, fatta con le scuole,







Con Giuseppe Fazio ci siamo incontrati qua, qualche mese fa, durante l’iniziativa: “diventa proprietario in opera d’arte” riferendoci al dipinto di Santa Felicita.
In quell’occasione, Giuseppe mi disse che aveva trovato un documento inedito- su incarico di Nico - all’archivio di Stato a Roma, che trovò ma che non ebbe il tempo di dargli.
Ha sentito quindi il debito morale di trasferire queste informazioni; ciò costituito l’occasione perché noi, come associazione, potessimo dargli la opportunità di farlo.
Uno storico dell’arte che ha studiato tantissimo e nostro territorio e soprattutto la statuaria delle nostre chiese del territorio madonita.
E’ sembrato giusto quindi che questo suo intervento potesse essere inserito all’interno dell’ excursus suoi nostri cittadini illustri che sono andati oltre e fuori le mura.
Una relazione che lui dedica a Nico.

Della lunga quanto puntuale relazione di Fazio, rimandiamo all’articolo di Rosalia Liberto



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per i video degli interventi vedi: di Nicola Pizzillo: https://www.qualecefalu.it/lac/node/4085
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