La voglia di potere della destra cefaludese
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9 Gennaio 2010, 23:46 - Nicola Pizzillo [suoi interventi e commenti]
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E’ passata appena una settimana dalla mancata sfiducia al Sindaco che possono tirarsi le somme su quello che è avvenuto.
A mio modo di vedere un manipolo di temerari consiglieri ha approfittato della debolezza obiettiva che l’amministrazione stava vivendo, oramai sull’orlo del baratro posto che mancavano solo 3 voti per mandarla a casa, per lucrare dalla stessa tutto il possibile e sottrarsi così da quella scomoda posizione di opposizione a cui erano stati relegati.
L’operazione è pienamente riuscita ed oggi anziché condurre il paese verso nuove elezioni, costoro hanno consentito il mantenimento dello status quo, si sono insediati nelle stanze dei bottoni e pensano di poter amministrare tranquillamente per i prossimi due anni e mezzo. Non hanno naturalmente fatto i conti con l’Oste, che in questi anni si è bevuto una miriade di amministratori, ha varato cinque giunte diverse, ha sostituito alleati a ripetizione, ripudiando coloro che lo avevano fatto eleggere ed infine ha cambiato anche il suo partito di partenza, transitando in uno l’MPA che in campagna elettorale aveva presentato addirittura un candidato sindaco antagonista, insomma un elemento che non lascerà certamente dormire sonni tranquilli a questi nuovi inquilini del palazzo municipale.
Valeva la pena per questo spezzone del PDL cosiddetto lealista, che poi è una contraddizione in termini, fare questo ribaltone, rinnegare le proprie precedenti dichiarazioni dove affermavano che avrebbero votato la mozione di sfiducia?
A quanto pare SI dovevano proprio essere bramosi di poltrone e di potere se hanno accettato il rischio di essere sbugiardati alla prossima campagna elettorale posto che quelle loro dichiarazioni oltre ad essere messe a verbale sono state registrate dalla radio ed anche filmate pertanto costituiscono prove inconfutabili della loro incoerenza da potersi mostrare agli elettori a cui avranno l’ardire di chiedere ancora il voto, aggiungerei con quale faccia.
Mi chiedo ancora, se non è proprio il leader del loro partito ad avere coniato il termine “ribaltone” conferendogli una connotazione assolutamente negativa, intendendo con tale termine quel tradimento ordito in corso di legislatura ai danni degli elettori, che con il voto avevano scelto un candidato premier ed invece in parlamento si vedono formare una maggioranza differente che esprime un altro capo del governo, cosa di cui fu vittima Berlusconi nel 1994 quando venne tradito dalla Lega.
Direi a questo punto che piuttosto che “lealisti” questi esponenti locali del PDL sono dei “separatisti”, perché si distanziano dal pensiero del fondatore del loro partito molto più dei componenti del PDL Sicilia, i quali in questa occasione hanno compiuto appieno il loro dovere, ovvero quello di voler mandare a casa un Sindaco che oltre ad avere amministrato male avevano combattuto in campagna elettorale, dove gli contrapponevano quale candidato Cicco Dolce, allora commissario del partito cefaludese.
Non regge la spiegazione fornita dal capogruppo del PDL che giustifica questo ribaltone al fine di volersi spendere per aiutare il paese: primo perché i suoi elettori avrebbero voluto che aiutasse il paese facendo opposizione per tutta la durata della consiliatura e mandando, ove fosse possibile, a casa il sindaco dello schieramento avversario; secondo perché il paese sarebbe stato meglio aiutato da una diversa persona da porre a capo dell’amministrazione, maggiormente idonea a governare le criticità del paese, dotata di maggiori agganci negli enti superiori e con capacità di programmazione.
Si è parlato di una grande vittoria politica di questo gruppo, lo confermo, ma siamo sicuri che non si sia trattato di una vittoria di Pirro?
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