Mandralisca - Conf. del prof. B. Massa “Naturalisti siciliani dell’ 800”

ritratto di Pino Lo Presti

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Sala delle Conferenze - 9 gennaio 2010

Riportiamo per esteso il discorso introduttivo svolto dalla Direttrice del Museo, dott.ssa Marisa Dispenza

la dott.ssa Marisa Dispenza

Buonasera, e a tutti i presenti un sincero e cordiale augurio di buon anno. Dopo la pausa collegata alle festività di fine anno, riprendono questa sera le manifestazioni del Bicentenario della nascita di Enrico Pirajno di Mandralisca, che si prolungheranno sino al prossimo mese di marzo. Riprende in particolare il ciclo di conferenze intitolato a “Enrico Pirajno di Mandralisca: l’uomo e il suo tempo”: quello di stasera è il quarto appuntamento della serie, con il quale si giunge a metà del percorso. In effetti, avrebbe dovuto essere il quinto, se cause di forza maggiore non avessero costretto a rinviare la conferenza del dott. Rosario Lentini sull’economia siciliana nel periodo pre-unitario, che avrebbe dovuto svolgersi il 19 dicembre. L’incontro con il Dott. Lentini avrà luogo invece – e vi prego di prenderne nota – il prossimo 13 febbraio.

- il prof. Bruno Massa

Questa sera abbiamo il piacere di ospitare presso la Fondazione il Prof. Bruno Massa, che ci parlerà dei naturalisti siciliani dell’Ottocento. Il Prof. Massa, che è per formazione biologo, è attualmente professore ordinario di entomologia agraria ed applicata presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Palermo. Inoltre, insegna Zoologia nei corsi di laurea presso la stessa Facoltà.
Il suo campo di interessi scientifici comprende la faunistica, la sistematica di uccelli ed insetti, l’ecologia, la biologia riproduttiva degli uccelli, il ruolo della vegetazione spontanea in agricoltura integrata. Il Prof. Massa, che ha collaborato e collabora con svariate istituzioni scientifiche e anche musei, ha al suo attivo ben 280 articoli ed alcuni libri di divulgazione scientifica.
Il tema che viene affrontato questa sera è ovviamente collegato con gli interessi naturalistici di Enrico Pirajno di Mandralisca, uno degli aspetti più interessanti della sua personalità e della sua attività di studio e ricerca. Non a caso, sempre nel quadro delle celebrazioni del Bicentenario, la Soprintendenza ai Beni culturali di Palermo ha voluto dedicare proprio a Mandralisca naturalista una mostra che espone libri, manoscritti, conchiglie, reperti scientifici tratti dalla sua biblioteca e dalle sue collezioni. La mostra, accompagnata da un catalogo assai interessante, è tuttora in corso presso il Museo e rimarrà aperta sino al 17 gennaio: invitiamo tutti coloro che non l’abbiano ancora vista a venire a visitarla.
Dicevo che gli interessi di Enrico Pirajno nel campo delle scienze naturali sono probabilmente uno dei tratti più interessanti e rivelatori della sua personalità.

Personalmente trovo sorprendente, e molto indicativo delle sue doti intellettuali e caratteriali, che una persona come lui, che non frequentò mai un corso di studi a livello universitario e che presso il Convitto carolino ricevette una formazione certamente più storico-umanistica che scientifica, sia stato in grado, da solo e da autodidatta, di raggiungere quello che certamente può essere considerato un livello di eccellenza nel campo delle scienze naturali. Un bagaglio di conoscenze ed un tipo di approccio alla materia che gli consentì di scrivere addirittura delle monografie specialistiche nel campo della malacologia, di studiare e classificare uccelli e insetti, di scoprire una nuova specie di pianta che porta oggi il suo nome: i suoi interessi in campo naturalistico non si limitavano infatti alla malacologia, che restava certamente la sua disciplina di elezione, ma spaziavano dalla botanica all’ornitologia, all’entomologia, alla paleontologia.

Un livello di conoscenze e un tipo di approccio che gli valsero la stima e la considerazione, oltre che l’amicizia, dei più insigni naturalisti del suo tempo, da Vincenzo Tineo a Filippo Parlatore, da Andrea Bivona a Francesco Minà Palumbo, per citare solo gli scienziati italiani; e che gli aprì la porta di svariate accademie scientifiche che non avrebbero certamente accolto un mero dilettante.
Tutto ciò è certamente indicativo delle doti intellettuali del barone Mandralisca, come indicative delle sue qualità caratteriali sono la costanza, la disciplina intellettuale, l’operosità, la capacità di lavoro che gli consentivano di impegnarsi a fondo in svariati campi del sapere e al contempo di essere attivo nel sociale, di spendersi sempre con generosità a favore della sua città e dei suoi concittadini.
Ma penso che gli interessi naturalistici di Enrico Pirajno ci dicano anche qualcos’altro in merito alla sua personalità. Credo – e il prof. Massa mi correggerà se sbaglio – che le scienze naturali fossero, all’epoca del Mandralisca, la punta più avanzata della scienza, della ricerca scientifica quale allora poteva concepirsi; un ambito disciplinare che andava del resto dispiegando una nuova visione dell’uomo e della natura stessa: non è un caso che Charles Darwin, che rivoluzionerà le teorie sull’origine dell’uomo, sia esattamente coetaneo del barone Mandralisca.

Il fascino che su Enrico Pirajno esercitavano le scienze naturali era quindi – a mio avviso - il fascino che su di lui esercitava la scienza stessa, quel metodo scientifico che rigettava le teorie preconcette e accettava solo quanto derivasse dall’osservazione della realtà e dalla sperimentazione. Il barone Mandralisca ne era probabilmente attratto perché era questa la sua “forma mentis”, mentre al contempo intuiva che era la scienza la strada del progresso e la porta sul futuro.
Questo “abito mentale” guiderà, a ben vedere, tutta la sua vita, le sue battaglie e le sue decisioni, sino a quella finale di destinare il suo intero patrimonio alla creazione di una scuola nella quale i giovani potessero essere sottratti a qualsiasi tirannia intellettuale e potessero imparare ad immaginare il futuro, oltre e più che a conoscere il passato.