Caro Vicesindaco, nonchè Roberto.

ritratto di Pino Lo Presti

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Dopo le prime dichiarazioni a Crm del 3 gennaio, il neo vicesindaco Corsello, questa volta a Radio Cammarata, in un dibattito con il cons. Lapunzina, spiegava ancora una volta la coerenza di fondo dei suoi comportamenti e delle sue dichiarazioni
(in quel caso, al riguardo della sorprendente - ai più - scelta di campo a sostegno del Guercio.
Diceva: “...è una scelta che, da un punto di vista logico, tale non è... (...). Sono perfettamente consapevole che ... partendo da questa ovvia considerazione (..chi viene eletto alla Opposizione debba rimanervi..., ed anzi...)... il nostro comportamento appaia assolutamente incoerente, contraddittorio e difficile da comprendere”.
La coerenza di fondo, al di là delle apparenti contraddizioni, stava ovviamente nel perseguimento del Bene prevalente della Città: “... cercare di utilizzare questo scampolo di consiliatura per portare a termine determinate risposte ad alcuni problemi importanti della nostra città”.

1°PRG
Confesso che una parte di me, per qualcosa che tu sai, è rimasta, pur in quel contesto, fiduciosamente incuriosita. Per quanto, mi fosse chiaro che la luce di quella tua sortita provenisse dall’idea di PRG dell’ex sindacatura, ho creduto che, da liberale democratico, quale ti stimo, davvero avresti fatto di tutto perchè esso non fosse “scippato” alla città dei cittadini, attuali.

In quella sede, hai dichiarato:
"Non sono l’assessore all’edilizia privata ma al PRG.
Anche qui bisogna sgombrare il campo da un altro equivoco: il PRG è pronto! Né l’assessore, né il sindaco, né il funzionario, né nessun altro può modificare un progetto che giace, dall’anno 2007, nei cassetti. Lo schema di piano è quello, e non è suscettibile, allo stato, di alcuna modifica. Quindi io non capisco questa preoccupazione, questo serpeggiare di chissà quali preoccupazioni di chissà quali atti loschi.
Solo il consiglio comunale può modificarlo. Io sono tra coloro che si era espresso, alcuni mesi fa - quando si è parlato di PRG in consiglio -, perché lo strumento del piano venisse reso pubblico quanto prima; in quanto il piano deve essere fatto-proprio dalla città, digerito, e poi discusso in C.C., dopo che la città lo ha dibattuto
Io credo che il dibattito debba essere riportato nella città, perché il piano regolatore è uno strumento assolutamente indispensabile.
Ha ragione Saro, il pericolo, che il nostro consiglio comunale possa essere espropriato da questa facoltà, c’è, perché - se non ricordo male - i consiglieri comunali che si erano dichiarati compatibili alla trattazione erano 8 o 9, e io non so cosa succederà quando il piano verrà in consiglio comunale; ma non c’è dubbio che “deve tornare” in consiglio comunale, che è l’organo deputato a discuterlo, trattarlo e ad approvarlo".

E’ vero, non si possono costringere dei consiglieri a dichiararsi “compatibili”, con una legge che individua anche al 4° grado di parentela possibili elementi di incompatibilità, ma pure è vero che, qualunque sia la causa-scusa, sarebbe, sul piano della democrazia e della liberalità, una inaccettabile sconfitta perchè colpisce al cuore la scelta più importante per il futuro della intera città, quale è il Piano Regolatore.
Non valgono le ragioni di chi, tra i progettisti, vedono una qualche incompatibilità di legge nello accesso pubblico agli atti progettuali della Variante, perchè in realtà questo è un Piano che “non vale più”, in quanto risponde a direttive di troppi anni fa. Nel frattempo molte cose sono cambiate “e si vedeva” - si è detto - “persino nella cartografia”, dove nella progettazione non si sarebbe sempre tenuto conto del - nel frattempo - esistente, come parrebbe riconoscano gli stessi progettisti restituendo le tavole aggiornate del progetto.
Oggi si parla tanto di un Progetto per il futuro turistico di Cefalù, di esso si era già tenuto conto in quelle direttive?
Quando infine sapremo di più sul nostro futuro - quella sera in cui le tavole saranno esposte al Consiglio comunale - cosa potremo da cittadini fare? Solo prenderne atto? O, addirittura, quel “disegno” verrà valutato direttamente da un Commissario - magari già individuato - perchè in Consiglio alla fine mancherà il “numero legale”?

Mi piacerebbe che tu riuscissi a dare ai giovanissimi di oggi la stessa sensazione che tu hai provato, tra quelle tavole del PRG di Culotta-Leone, in piazza Duomo. Se non vi riuscissi verrebbe a mancare un sostegno forte alla fondatezza delle ragioni dell’accorrere al sostegno del Sindaco. In vista di quali altri appuntamenti importanti per la città parlavi allora?

2° Uffici Ente Parco
Il 10, hai detto che ci poteva essere solo una difficoltà di tipo giurisprudenziale. Oggi sappiamo che non c’è, e che la difficoltà viene da una “costrizione economica”, cioè da una valutazione politica!

“Fra le deleghe avute dal sindaco, ho anche quella dei rapporti con gli enti, le società e le istituzioni partecipate, fra cui l’ente Parco. Proprio venerdì pomeriggio mi sono incontrato con il commissario straordinario, architetto Angelo Aliquò, per affrontare la questione di cui correttamente faceva cenno Saro Lapunzina. E’ una tesi, dico subito, che io sposo perché la condivido totalmente - laddove sia possibile - quella di privilegiare il fatto che un bene del Comune continui a rimanere in mano pubblica; e l’Ente parco è un ente pubblico di cui peraltro il Comune fa parte. Il Parco ha pronta questa somma; è vero che il Parco ha fatto questa offerta; avremo l’incontro a giorni con il direttore generale dell’ente Parco, il dottore Licata di Baucina, e il nostro segretario generale, perché è sorto un problema di carattere tecnico.
La questione che bisognerà dirimere è se con l’ente Parco si può procedere a una vendita a trattativa privata, non passando quindi da un’asta pubblica.
Su questa questione, che è una questione di diritto, vi sono tesi contrastanti. Assumo l’impegno che, laddove sia possibile, noi privilegeremo senza dubbio (e credo che il consiglio comunale, dove dovesse essere chiamato anche a modificare il Regolamento, a tal fine, non farebbe mancare il proprio sostegno, su questa proposta) la cessione ad un soggetto pubblico, quale l’ente parco, dell’immobile di corso Ruggero, per realizzarvi uffici ed uno sportello turistico al piano-terra, piuttosto che venderlo ad un privato che vi potrebbe aprire un negozio di abbigliamenti o di frutta e verdura. È una questione di cui già mi sono occupato e che è velocemente e fortemente in itinere".

Consiglio comunale dell’8 febbraio.
Nel ribadire che personalmente condividi totalmente che ciò che è pubblico rimanga in mani pubbliche, aggiungi che: “... l’amministrazione comunale, ... questo principio lo ha anche affermato nella nota, a firma del Sindaco, del 27 gennaio 2010...".

Nel prosieguo dello stesso discorso, però, apprendiamo che essa Amministrazione: “...è stata costretta - anche per rispettare quelli che sono gli impegni che il consiglio comunale ha fissato (cioè l’individuazione di beni immobili da alienare per almeno 3 milioni di euro, entro il mese di aprile, se non ricordo male) - anche alla luce del fatto che le due precedenti aste per la vendita di altri beni del comune sono andate deserte.
E, allora, ci si è detti, senza troppi infingimenti, in Giunta: che fare? Abbiamo dovuto scegliere di percorrere la strada dell’asta pubblica, per questo bene, proprio perché noi ci auguriamo che, “al di là di quello che è l’aspetto romantico - della permanenza del bene nella nostra disponibilità , c’è l’aspetto pragmatico, pratico, purtroppo prevalente, che è quello di assicurare la maggior entrata possibile nelle casse del Comune. E, quindi, si è detto: questa asta s’ha da fare!"

Un superiore principio - che sembrerebbe quello di non dichiarare il dissesto -, vi costringe a rinunciare a quanto convintamente asserito - da te in queste occasioni - e dalla stessa amministrazione nella nota del 27 gennaio 2010; in fondo è solo una romanticheria quella del popolo che vuole mantenere nella propria disponibilità i propri beni!
Ci si appella al pragmatismo: alle altre due aste andate deserte! Ma questo, se vi fosse il rischio che anche questo terzo bene andasse invenduto. Invece paradossalmente lo si sarebbe già venduto, con soldi in contanti, ad un ente pubblico, lo stesso che lo ha in uso è che è un Ente la cui presenza e qualità di rapporto è fondamentale per Cefalù. Non centra dunque che le altre due precedenti aste siano andate deserte!
Si spera semmai di poterne ricavare una somma maggiore, rispetto a quella di 1.100.000 euro circa offerti dal Parco? Non resta altro da pensare!
La “necessità di individuare circa 5 milioni di euro - perché questa è la quota-parte per il 2010 - per i debiti”, porta al punto da rinunciare a quanto appare conveniente e giusto, in termini “intelligenza” e di “principi”, per qualche - da verificare - centinaio di migliaia di euro in più?

Il 10 hai pure detto, accennando a quelle “Spese che evidentemente, in parte, si dovranno pur fare - perché anche ci vogliono - ma (e lì si vedrà la capacità dell’amministrazione) attingendo ad altre fonti di finanziamento: sponsor e contributi straordinari da altri enti sovraordinati, come la provincia, la regione, l’ente parco ”.
E’ chiaro che converrà, ora, depennare dalla lista degli eventuali “contribuenti straordinari”, questo Ente!

Chi in realtà ha detto “Questa Asta s’ha da fare”! La stessa che, lo stesso aveva imposto per la Posta?

Perchè non si spiega ai cittadini come mai, dopo aver annunciato di finanziamenti già spendibili per un progetto d’uso sociale, già approvato, per la Posta vecchia e l’area intorno; dopo che le trattative erano giunte alla definizione di una cifra, il Comune ha lasciato che le Poste fossero “costrette” a mettere all’Asta il Bene?

Tra le tue, hai anche la delega alla “Legalità , trasparenza, comunicazione e informazione” .

Colgo l'occasione per richiederti ufficialmente di inserire "L'Altra Cefalù", come Sito di informazione, nell'elenco dei Siti telematici cui la Amministrazione invia le proprie informative. L'indirizzo di posta è info@laltracefalu.it
Grazie