23 Giugno 2012, 01:00 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
C'è stato un momento in cui ho creduto giusto e doveroso appoggiare la candidatura di Rosario Lapunzina. Mi ero convinto che egli potesse rappresentare quella discontinuità, che il Paese aspetta da almeno quindici anni e della quale c'era e purtroppo c'è ancora una grande necessità, se si vuole ridare un futuro a Cefalù.
Quanto è accaduto subito dopo le elezioni mi ha lasciato sconcertato e deluso. Non mi aspettavo, cioè, che si potesse tradire in modo così plateale il basilare principio della trasparenza e quello della divisione dei poteri. Soprattutto quello della divisione tra il controllato e i controllori.
Nessun osservatore può negare che gli accordi tra la neo eletta Amministrazione e alcuni consiglieri, che avrebbero dovuto far parte dell'opposizione, sono stati raggiunti in totale assenza di trasparenza. Lo ha dimostrato la lettera di protesta, serena ma dura, di alcuni responsabili dello stesso PD, il partito di Lapunzina.
E' accaduto anche che, in forza di questi accordi, il nuovo Sindaco ha trasformato il Consiglio in un suo controllore controllato da lui, con buona pace del principio della divisione dei poteri.
Sic stantibus rebus, dov'è la discontinuità con il passato, quel passato contro il quale lo stesso Lapunzina si è battuto per dieci anni?
E non vengano a dire, come ha fatto il segretario comunale del PD, che senza maggioranza l'Amministrazione non poteva governare, o che - come ha detto il Sindaco - in questo modo sarà possibile "velocizzare" l'azione amministrativa nell'interesse della Città, i cui problemi esigono risposte rapide.
Non è vero! Non è vero che senza una maggioranza precostituita non si può governare.
Il mandato a governare il Sindaco lo ha ricevuto dal popolo e non può contrattarlo con qualsivoglia opposizione senza con ciò tradire i suoi elettori. Egli può e deve governare, proponendo al Consiglio nella sua interezza le sue scelte. Se queste andranno nell'interesse della Città, chiunque vi si opporrà, ne risponderà agli elettori.
Che l'opposizione, se ne aveva i numeri, eleggesse il presidente e il vicepresidente, e si assumesse poi la responsabilità di essere il controllore dell'esecutivo, votando le proposte che andavano nell'interesse della Città. E facesse così anche con il bilancio, sul quale non avrebbe potuto apportare emendamenti snaturanti la proposta della Giunta, perché vietati dalla legge nel caso di comuni con una situazione debitoria come quella del comune di Cefalù. Avrebbe dovuto approvarlo o bocciarlo: nel primo caso l'Amministrazione avrebbe potuto continuare la sua attività in tutta tranquillità; nel secondo caso il Consiglio sarebbe stato sciolto e sarebbe stato nominato un commissario ad hoc, che avrebbe avuto come interlocutore il Sindaco soltanto, che sarebbe rimasto libero da eventuali pastoie fino alle elezioni del nuovo Consiglio.
Più veloci di così!
Invece si è preferita la strada dei compromessi, la strada nella quale i tranelli o i ricatti saranno numerosi e pericolosi.
In un primo momento raccolsi delusione e amarezza, ma poi subentrò la preoccupazione per l'avvenire. Questa preoccupazione e la consapevolezza che dovessi continuare a mostrare le sue ragioni, facendo il mio dovere di cittadino per combattere l'avverarsi di situazioni pericolose, mi hanno spinto ad allontanarmi dal blog "L'altra Cefalù", divenuto ultimamente una voce sussieguosa e acritica della nuova maggioranza, e di fondare, insieme agli amici che leggerete spesso, questo nuovo blog, dove tutti insieme cercheremo di spiegare quale Cefalù vogliamo.
Spero che non ci mancheranno gli aiuti e le opinioni dei nostri lettori.
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Commenti
Claudio Barbera -
Non fa una piega
Partendo da idee politiche opposte sono giunto alla stessa conclusione. Ho creduto nel progetto Sgarbi quale strumento per dare un segnale di cambiamento al centro-destra tutto che, proponendo l'abbraccio mortale PDL, Grande Sud, ha dimostrato quanto sia attuale la Sindrome di Stoccolma che crea uno stupefacente feeling tra vittima e carnefice. Appoggiare un partito che ha contribuito a distruggere il PDL è quanto di più insensato si sia mai visto in politica. Per di più cedendogli perfino il candidato sindaco. E catapultandolo improvvisamente sulla scena cittadina nonostante fino a pochi giorni prima nessuno sapesse nemmeno chi fosse. Sotto questo aspetto il segnale è certamente arrivato ed è l'unica cosa positiva (si fa per dire) della campagna elettorale, per quanto mi riguarda.
Ciò che è accaduto dopo mi ha sconcertato e deluso. Sia l'atteggiamento del sindaco che è sceso su un piano obiettivamente deludente di politica ritrita, sia quello dei consiglieri quaglisti che hanno tradito il mandato elettorale ricevuto, meritavano un epilogo diverso, e , questo si, rivoluzionario. La novità sarebbe stata portare in aula i provvedimenti e farli votare in virtù della loro condivisibilità per il bene comune e non per accordi precostituiti. Ancora una volta è fallito il tentativo di fare politica nuova e davvero trasparente. Ci sono nuovi contenitori che contengono sempre lo stesso cibo. Scaduto.