“L’Idea” e “L’Aratro” - Due periodici di opposta ispirazione politica, a Cefalù negli anni venti del secolo scorso

Ritratto di Carlo La Calce

27 Marzo 2020, 10:34 - Carlo La Calce   [suoi interventi e commenti]

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“L’Idea” e “L’Aratro”

Due periodici di opposta ispirazione politica, a Cefalù negli anni venti del secolo scorso

 

 

La grave crisi sociale ed economica che seguì la prima guerra mondiale ebbe profonde  ripercussioni  sul panorama politico italiano di quel travagliato periodo.

Gli eventi più importanti che caratterizzarono la scena politica del biennio 1919 - 1920 (il cosiddetto “biennio rosso”)  furono:

  • la nascita e la rapida crescita del Partito Popolare Italiano (che, fondato da Don Luigi Sturzo nel gennaio 1919, segnò il ritorno dei Cattolici alla vita politica in Italia)
  • il netto declino dei liberali
  • l’ enorme forza del Partito Socialista (che diede vita ad una stagione di lotte operaie e contadine )
  • la nascita dei Fasci Italiani di Combattimento di Benito Mussolini, nel marzo 1919, trasformatisi in Partito Nazionale Fascista nel novembre 1921
  • la crescita del partito dei nazionalisti e dei reduci di guerra

L’ inadeguatezza della vecchia classe politica dirigente di stampo liberale ad affrontare la situazione creata dalla crescita dei movimenti di massa, il paventato pericolo di una possibile rivoluzione comunista, il timore del revanscismo nazionalistico furono determinanti nell’ascesa del partito fascista ed aprirono tristemente la strada alla dittatura.

Cefalù non si sottrasse all’ aspro dibattito civile e politico di quel complesso e delicato momento storico e nella cittadina normanna nacquero due quindicinali di ispirazione politica opposta, “L’Idea” e “L’Aratro”.

“L’Idea”, fondato nel 1920, oltre a concentrarsi sugli avvenimenti locali con la sua rubrica Cronaca cittadina, aprì il suo orizzonte anche alle vicende politiche nazionali, mantenendo una impostazione coerente con le posizioni, il programma e l’ideologia di ispirazione democratica e progressista del Partito Popolare; “L’Aratro”, nato nel 1921 come organo del partito agrario, era in realtà un autentico strumento di propaganda dei valori, della cultura e dell’ ideologia di stampo reazionario ed antidemocratico del movimento fascista.

Le due testate giornalistiche cefaludesi, a pieno titolo hanno rappresentato ed espresso - in ambito locale - quel profondo conflitto tra le istanze culturali, sociali e politiche appartenenti alle “due Italie” che si fronteggiarono tra loro in quel delicatissimo momento tragicamente destinato a sfociare nella creazione di un regime e nel dramma di una dittatura.

 

Note

Il panorama editoriale di Cefalù a cavallo tra otto e novecento è variegato. Prima della nascita dei due giornali di cui ci siamo occupati nella cittadina normanna erano venuti alla luce: il “Neo Yorick” (nel 1893); “Democrazia” (nel 1902); “La voce del Popolo” (nel 1913); “Il Faro”, “Il Risveglio” e “L’Ora Nuova” (nel 1914).

Nel contesto delle iniziative repressive della libertà di stampa poste in atto dal Fascismo in campo nazionale, “L Idea”, giornale non allineato al regime,  fu posto sotto sequestro per disposizione del Sottoprefetto Leone il 15 agosto 1925, l’anno in cui venivano costretti alla chiusura “L’Unità” e l’ “Avanti”. Nel 1926 la “scomoda” testata cefaludese, mutando il suo nome in “L’Idea Cristiana”, si trasformò in un  “innocuo” quindicinale di cultura religiosa.

È interessante ricordare che lo scontro politico di quegli anni vide tra i suoi protagonisti - come avversari - due madoniti di primo piano, Alfredo Cucco e Francesco Musotto, il primo nato a Castelbuono, il secondo a Pollina.
Entrambi eletti alla Camera dei Deputati nel 1924, fecero scelte di campo diametralmente opposte.
Cucco, luminare dell’oculistica italiana, esponente di spicco del Partitio Nazionale Fascista, fu membro del Gran Consiglio del Fascismo e Sottosegretario alla Cultura nella Repubblica Sociale di  Salò. Dal 1953, per tre legislature consecutive, fu Deputato al Parlamento nelle file del Movimento Sociale Italiano (partito di cui era stato tra i fondatori).
Musotto, magistrato, “combattente” decorato al valore, nel corso della XVII legislatura esercitò l’opposizione al Fascismo in aula, votando coraggiosamente, per appello nominale, contro le leggi repressive delle libertà democratiche (le “leggi fascistissime”), compresa quella che istituiva la pena di morte (nel 1926).
In seguito all’occupazione alleata della Sicilia fu nominato Prefetto di Palermo nel 1943 e successivamente Alto Commissario per la Sicilia nel 1944.
Dopo essere stato membro della Consulta e poi dell’Assemblea Costituente, fu Deputato al Parlamento nelle file del Partito Socialista Italiano dal 1948, per tre legislature consecutive, fino al 1961, anno della sua morte.

 

Cfr.

  • Mario Castro,  Due giornali politici di Cefalù, Tesi di laurea, Università di Palermo, Anno Accademico 1997-98
  • Giovanni Biondo, “L’Idea”: nascita e morte di una testata giornalistica libera, L’Altra Cefalù (on line), 1 dicembre 2009
  • Arte e Storia delle Madonie. Studi per Nico Marino, 2016