Il Sindaco Lapunzina “c’è o ci fa”?

Ritratto di Saro Di Paola

13 Febbraio 2014, 20:57 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Il Sindaco Lapunzina, sulla pagina facebook “Saro Lapunzina sindaco di Cefalù”, ha pubblicato il post che segue:
“Con l'art. 47 comma 4 della L.R. 28 gennaio 2014, n. 5 (Finanziaria Regionale) si è stabilito che “I Gestori del Servizio Idrico Integrato (SII), per il periodo di durata delle gestioni, subentrano ai Comuni nelle obbligazioni che discendono da concessioni di servizi connessi e funzionali alla gestione del S.I.I., ivi comprese quelle salvaguardate in vigenza dell'art. 10 comma 3 della Legge n. 36 del 1994”.
Esprimiamo soddisfazione per una norma che va nel senso di quanto più volte auspicato, e richiesto, in ultimo, con Ordine del Giorno del Consiglio Comunale”.


Il Sindaco ha espresso la sua soddisfazione perché, a Suo giudizio, la norma contenuta nell’ultima Finanziaria Regionale, “va nel senso” che “le obbligazioni che discendono” dalla concessione a “Sorgenti Presidiana” per il servizio di potabilizzazione, saranno a carico del nuovo gestore del Servizio Idrico Integrato.
Come, per quanto più volte dichiarato in passato dallo stesso Sindaco, lo sono state in passato a carico di APS e non del Comune di Cefalù.
Come “in ultimo”, il 14 gennaio scorso, ha auspicato la Sua maggioranza, nel passaggio dell’Ordine del Giorno con il quale ha
IMPEGNATO
“il Sindaco e l’Amministrazione ad esprimere, nelle competenti Sedi, la volontà dell'Organo consiliare, affinché gli obblighi contrattuali derivanti dalla Convenzione per l’affidamento in concessione dell’impianto di potabilizzazione siano trasferiti al nuovo gestore del Servizio Idrico Integrato, ove esso sia soggetto diverso dal Comune di Cefalù”.

Peccato, però, che la soddisfazione del Sindaco sia vana.
Assolutamente vana!


Ciò perché le obbligazioni con “Sorgenti Presidiana” per il servizio di potabilizzazione non rientrano tra quelle di cui  “all'art. 47 comma 4 della L.R. 28 gennaio 2014, n. 5 (Finanziaria Regionale)”.
Ciò perché il servizio di potabilizzazione non “è connesso e funzionale alla gestione del Servizio Idrico Integrato", che, secondo il comma 2 dell’art.141 del decreto legislativo n° 152 del 2006, “è costituito dall'insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili di fognatura e di depurazione delle acque reflue” e non comprende, perciò, il servizio di potabilizzazione.
Come, peraltro, si legge alla lettera f dell’articolo 4 della Legge n° 36 del 1994.

Ma non solo!
Il potabilizzatore non rientra tra “le opere, gli impianti e le canalizzazioni ” che, secondo il comma 1 dell’art. 12 della stessa Legge n° 36 del 1994, il Comune avrebbe potuto “affidare” ad APS o a qualsiasi altro gestore del SII.
Ciò perché, secondo tale comma :  
“1. Le opere, gli impianti e le canalizzazioni relativi  ai  servizi di cui all'articolo 4, comma 1, lettera f), di proprieta' degli  enti locali o affidati in dotazione o in esercizio ad aziende speciali e a consorzi, salvo diverse disposizioni della convenzione, sono affidati in concessione al soggetto gestore del servizio idrico integrato,  il quale  ne  assume  i  relativi  oneri  nei  termini  previsti   dalla convenzione e dal relativo disciplinare”.
Ed il potabilizzatore non è di proprietà del Comune.

Al Sindaco, ahimè, l'ho scritto e ripetuto tante volte :
https://www.qualecefalu.it/node/6695,
https://www.qualecefalu.it/node/5189,
http://www.laltracefalu.it/node/4030#comment-2547,
http://www.laltracefalu.it/node/4089#comment-2596,
http://www.laltracefalu.it/node/4180.
Ma il Sindaco Lapunzina  .........…………
Ma il Sindaco Lapunzina “c’è o ci fa”?

Saro Di Paola, 13 febbraio 2014

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Articolo correlato:
Ciarle, ancora ciarle -  Saro Di Paola - 15 gennaio  2014 (https://www.qualecefalu.it/node/6823)

Commenti

Proprio così: soltanto questione di logica. Non riesco a immaginare questo salto di un ente locale, che passa dall'autonomia alla supremazia. Questo significa che "la finanziaria regionale" si è attenuta a un atto d'indirizzo votato dal Consiglio comunale. Perché discutere con costoro?