Un grido dell’anima nel più assoluto silenzio, quello di Tania Culotta

Ritratto di Pino Lo Presti

28 Aprile 2014, 05:38 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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- dal Sito del Comune -



Credevo che la delega al Centro storico l’avesse tenuta per sè il Sindaco e che l’impegno non riguardasse in ogni caso solo il traffico, le concessioni di suolo pubblico e la gestione degli spettacoli da strada o meno nella sua Area.
Controllando però, vedo che oggi tale delega è scomparsa e non la ritrovo neanche tra quelle dei vari altri membri della Giunta.
Peccato!

Nella Giunta della sindacatura precedente c’era un Assessore al Centro storico.

Nel consueto incontro di Crm, alla Villa, di inizio d’anno, tra la informazione locale ed il Sindaco, il 2 gennaio 2011, posi la questione del degrado del “decoro” architettonico del centro storico.
Così rispose l'Assessore, di allora, al Centro Storico:

Il degrado non dipende solo dalla volontà della Amministrazione ma da chi compie certe cose!

Se ci sono abusi in tal senso basta segnalarli, saranno immediatamente repressi, però intanto secondo me è un problema culturale quello che sta alla base, e che è molto più complesso.

Un Regolamento c’è, è nel Piano Particolareggiato del Centro Storico il quale vieta di utilizzare materiali diversi da quelli espressamente indicati; nessuna ipotesi di alluminio anodizzato può essere pensata nel centro storico.

Lo strumento c’è, l’abuso purtroppo è sempre abuso
”.


Feci notare che gli abusi sono enormi e diffusissimi; impedirli non dovrebbe rappresentare un costo particolare per l’Amministrazione ma un atto di volontà politica.

Risposta:
“Gli abusi vanno repressi, vanno combattuti; la prevenzione della posa di un infisso in alluminio anzichè in legno obiettivamente è difficile perchè è difficile pensare che ci possa essere qualcuno che sta tutti i giorni a controllare tutte le case del centro storico.
Sono d’accordo con te che è una vergogna, una vergogna di proporzioni immani ma ripeto è francamente difficile pensare ad una prevenzione capillare di questo fenomeno”!

Oggi non so più a chi, di questa Amministrazione, potrei porre la stessa questione che allora posi attraverso una serie di reportages fotografici che qui riporto (e qualche pensiero al seguito).

 

gennaio 2011 - la barbarie 1.pdf

 

gennaio 2011 - la barbarie 2.pdf

 

 

 

 

 

7 maggio 2011 - Salviamo il nostro Centro sotrico-2 - le paraboliche (e alternative ai climatizzatori esterni).pdf

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Delle frasi che intramezzavano lo scorrere delle foto, ne riporto qualcuna non proprio a casaccio senza nulla di nuovo aggiungere, lasciandole al vento.


1) - Comprendiamo che soldi non ce ne sono, ma quando una famiglia - in ragione di ciò - non può “fare all’esterno”, ne approfitta per “fare all’interno”, per fare cioè almeno un pò di ordine in casa: rilevare il “casino” che nel tempo si è creato, predisporre delle norme chiare per il futuro e fare un programma di rientro dagli errori che sono stati compiuti nel passato!

2) - Il Degrado del nostro Centro Storico ha molti aspetti: sociologici, architettonici, urbanistici, igienici, veicolari, estetici, etc..., ma tutti riconducibili ad una sola causa: una politica che, per la ricerca del facile consenso, non sa dire di no ai cittadini in vista di un bene per loro stessi maggiore ma di percezione meno immediata; una politica “bassa” incapace di una visione e quindi di un progetto collettivo.

3) - I rivestimenti delle case, la fattura delle porte e delle finestre, le coperture dei tetti, le canalizzazioni dell’acqua, l’acciottolato delle strade sono elementi linguistici che devono rispettare la grammatica e la sintassi del discorso unitario costituito da un Centro storico; non possono essere lasciati alla improvvisazione ed al gusto del privato o della ditta che eseguono i vari singoli lavori di manutenzione!

Ma è possibile che il nostro assessore al Centro storico queste cose non le capisca o non se ne occupi; che vuol dire allora “Assessorato alle politiche del Centro Storico? Di quale politiche si sta parlando?

4) - Ma chi amministra non si assume la responsabilità di fare applicare le regole?
E se non lo fa - peraltro procurando un grave danno di immagine e dunque al "capitale" della città - non dovrebbe rispondere di danno ambientale o per lo meno di omissione di atti di ufficio?

5) - Una città intera tutta protesa, truccata alla meglio (e spesso con pessimo gusto) - con i suoi “operatori economici” (oggi direi: col suo Sindaco) - in testa -, solo a “promuoversi”, solo a “piacere”, indifferente a chi sia il “cliente” (basta che sia in qualche modo “riconoscente”), nella inconsapevolezza di ciò che intanto, con questa pratica, del suo vero Patrimonio inesorabilmente perde, ... se fosse un o una minore, che si approcci alla vita, diremmo che non ha avuto dei buoni genitori (delle buone Istituzioni, nel nostro caso) che gli hanno insegnato chi fosse e come custodire i suoi preziosi tesori.

Si pensa si faccia turismo costruendo alberghi che “ospitino”, ad un prezzo al ribasso, dei “portatori di carte di credito” - ceduti , a “un tanto” a “vagone”, da agenzie specializzate in questo tipo di traffico umano -, e niente affatto non dico migliorando ma almeno conservando ciò da cui dovrebbe derivare il valore del “prodotto”.

Cefalù, città di “cultura”? Ma dove, ma quando? Dubito che per la maggior parte dei suoi abitanti e amministratori questa parola significhi qualcosa di diverso, o in più, dal ricordo scolastico di qualche data o nome della storia.