La “dichiarazione di guerra” del Comune a “Sorgenti Presidiana” (quarta parte)

Ritratto di Saro Di Paola

8 Luglio 2013, 07:27 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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(continua gli articoli : http://www.qualecefalu.it/node/2562, http://www.qualecefalu.it/node/2575, http://www.qualecefalu.it/node/2584)

Alla ripresa dei lavori il primo ad intervenire nel dibattito fu il Consigliere Corsello, che aveva chiesto la sospensione.
Egli esordì con la lettura del documento elaborato ed approvato dalla conferenza dei capigruppo:

Dopo avere aggiunto :
"Questa sera la conferenza dei capi gruppo ha dato prova di alta politica e di come per amore della propria città si possa venire a degli accordi",
Corsello concluse ricordando che, comunque, le casse del Comune in qualche modo sarebbero dovute essere rimpinguate vista la grave situazione in cui versano.
Dopo l’intervento di Corsello, il Presidente Barracato pose ai voti il documento.

Si succedettero,quindi,gli interventi per dichiarazione di voto.
Il Consigliere Lapunzina :
"E' chiaro che questo documento è frutto di una mediazione per uscire con voto unanime da questo pasticcio colossale nel quale è stata coinvolta tutta la cittadinanza, che lascia una incredibile amarezza rispetto a scelte che ha fatto la precedente Amministrazione, scelte scellerate che sono state messe in opera l’11 Luglio 2005 con l'emissione di quell' ordinanza sindacale che deve essere revocata.
La revoca dell'ordinanza è un atto dovuto da parte del Sindaco.
Io spero che Egli si faccia consigliare e non si faccia coinvolgere su scelte che non gli appartengono come quella dell'autorizzazione dell'emissione dell'acqua e l' utilizzo della stessa senza la necessaria ed indispensabile autorizzazione".
Lapunzina, dopo avere invitato, ulteriormente, il Sindaco a richiedere alla Ditta Sorgenti Presidiana a produrre adeguate certificazioni al fine di ottenere la famigerata autorizzazione, così concluse :
"Chiediamo atti di discontinuità rispetto al passato, speriamo questo sia il primo".

Il Consigliere Calabrese :
“Sono soddisfatto del lavoro di questo Consiglio Comunale che stasera ha dimostrato di essere capace di atti di responsabilità come quello di lavorare tutti insieme per il bene della cittadinanza.
Invito la cittadinanza a pagare l'acqua che è stata realmente consumata trovando un sistema per pagare il giusto così da rimpinguare le casse comunali così da essere cittadini cefalutani con forte senso di responsabilità verso le istituzioni”.

Il Consigliere Franco :
“Ritengo che stasera si sia raggiunto uno di quei momenti alti.
La presenza dei cittadini, questa sera, ha legittimato uno di quei passaggi riconciliativi che il Signor Sindaco, in campagna elettorale ha chiesto più volte, cioè quello di essere un Sindaco che vuole riconciliare questa città con le istituzioni.
Credo che questa sera i cittadini di Cefalù si possono, legittimamente, dopo avere attraversato un periodo di rabbia, in senso di frustrazione, di ingiustizia ed essersi sentiti addosso quasi la responsabilità di dover pagare di tasca propria i dissesti combinati da altri. Questa sera tutti ci possiamo sentire più riconciliati, più vicini alle istituzioni, grazie anche all'opera comune di tutti i Consiglieri Comunali che normalmente sono abituati a confrontarsi anche in maniera dura.
Questa sera ce ne torniamo a casa con l'impegno da parte dell'Amministrazione ed ovviamente sua, e di tutti noi Consiglieri:
1) verificare attentamente che ogni atto amministrativo, prima che i rapporti fra l'Amministrazione ed il suo interlocutore abbia al centro ogni cittadino e tutti i cittadini, ogni persona e tutte le persone, prima che ogni tipo di interesse ancorché ovviamente legittimo.
2) Si torna a casa stasera con la certezza che tutti ci aspettavamo che nessuno non vuole pagare, nessuno vuole approfittare di un servizio in maniera gratuita ma tutti vogliono pagare ciò che è giusto e stasera torniamo a casa con la certezza di essere buoni contribuenti. Credo che l'atto che ne deriverà, cioè la sospensione del ruolo non verrà inteso dai cittadini come una cosa che non si paga più, i cittadini rimarranno nell'attesa vigile e sapiente che gli venga detto quanto pagare di giusto.
Questa sera si è realizzato un momento di grande unità".

Con l’intervento del Consigliere Franco si esaurì il dibattito della seduta del 7 febbraio 2008.
Il Presidente Barracato pose ai voti il documento sottoscritto dai capigruppo di cui Corsello aveva dato lettura poco prima.
Il Consiglio approvò con voto unanime dei 13 Consiglieri presenti e votanti.

Il resoconto della seduta consiliare celebratasi il 7 febbraio 2008 su richiesta del PD suscita,spontanee, molte domande.
Eccone alcune :

  • Le questioni sollevate dal PD “riguardavano la salute dei cittadini”?
  • Il Sindaco Vicari con l’ordinanza dell’11 luglio 2005 aveva messo in esercizio il potabilizzatore senza quell’autorizzazione sanitaria, che secondo il PD, è indispensabile per garantire la salute dei cittadini?
  • Il Sindaco Guercio avrebbe potuto revocare quella ordinanza?
  • La “Sorgenti Presidiana” non aveva adempiuto all’obbligo contrattuale di fornire al Comune tutte le autorizzazioni necessarie per l’inizio dell’attività di potabilizzazione?
  • Il Sindaco Guercio avrebbe potuto rescindere il contratto con la “Sorgenti”?
  • Per le acque, che prima di essere destinate al consumo umano vengono sottoposte a processo di potabilizzazione,come per Cefalù sono quelle emunte dalla sorgente di Presidiana e dal pozzo di Santa Barbara, le Leggi vigenti prevedono e/o prescrivono, a garanzia della salute pubblica, il rilascio di autorizzazione sanitaria da parte del Dipartimento di prevenzione medico della Regione? (http://www.laltracefalu.it/node/1382 - http://www.laltracefalu.it/node/1413)
  • La seduta consiliare del 7 febbraio è stata utile alla Città?
  • In tale seduta il Consiglio “diede prova di alta politica” ?

Le risposte a tali domande ed a tante altre, tecniche e politiche, che potrebbero essere fatte per quanto i politici hanno sostenuto nel dibattito di quella seduta sono nelle certezze, che il tempo ha acclarato.
Inoppugnabili le une, inesorabile l’altro.

(continuerà)

Saro Di Paola, 7 luglio 2013

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