ACQUA: l’impugnativa del Commissario dello Stato, il “vulnus” al buon senso e quello alla nostra intelligenza

Ritratto di Saro Di Paola

12 Agosto 2014, 13:37 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Com’è, oramai, risaputo il Commissario dello Stato ha impugnato l’articolo 17  del disegno di legge n° 782 dell’1 agosto 2014, relativo alla “gestione degli impianti idrici”, con il quale il Governo della Regione Sicilia, “nell’ammettere la forma singola in alternativa a quella associata nella gestione del servizio”, ha previsto, per “i Comuni, degli ambiti territoriali ottimali, in cui il gestore del servizio idrico integrato non è stato individuato o è fallito la possibilità di gestire, in forma singola o associata, il suddetto servizio”.

Il Commissario ha impugnato tale articolo perché, oltre a “violare le norme statali sulla “unitarietà” della gestione in ciascun “ambito territoriale ottimale ” e quelle europee, poste a salvaguardia della libera concorrenza" " costituisce un evidente “vulnus” alle sfere di competenza attribuite allo Stato dall’articolo 117 della Costituzione, in materia di tutela ambientale”.

Se la Corte Costituzionale 

dovesse riconoscere il “vulnus”, o i “vulnera”, di cui all' impugnativa del Commissario dello Stato, più “evidente”, persino, di quello alla Costituzione, finirebbe per risultare il “vulnusal senso comune.
Al buon senso.
Quello del “pater familiae”, che ha indotto il Governo regionale a concedere ai Comuni la possibilità di riassumere, in proprio, la gestione del servizio.
Ciò,
dopo le vicende che hanno segnato la gestione unitaria del servizio idrico in 52 Comuni dell’ATO 1 di Palermo, a partire dal 26 gennaio 2011, quando APS, che ne è stato il primo gestore, ha presentato istanza di “concordato preventivo” e sino al 29 ottobre 2013 quando il Tribunale di Palermo ne ha dichiarato il fallimento;
dopo la gestione del servizio da parte della Curatela fallimentare, che si è protratta sino al 5 febbraio 2014;
dopo la gestione, che ne è seguita, da parte di un Commissario Straordinario e liquidatore, durante la quale è stata esperita la gara per l’affidamento ad un nuovo gestore unitario del servizio;
dopo l’aggiudicazione della gara ad “Onda Energia” che aveva vinto la “concorrenza” sulle altre quattro imprese che si erano dichiarate interessate, solo perché queste ultime alla gara avevano rinunziato;
dopo la rinunzia all’aggiudicazione della gara da parte di “Onda Energia”, ineccepibile sul piano formale, ma, sostanzialmente, per evitare il rischio, assai concreto, di fare la stessa fine di APS.

Ciò, nella consapevolezza, che dovrebbe essere di tutti, che la gestione commissariale straordinaria, più volte prorogata, non potrà durare all’infinito.

Quel buon senso, che è stato ferito ed offeso dalla impugnativa del Commissario dello Stato. 
Quel buon senso, che, con la decisione ultima della Corte Costituzionale, potrebbe finire morto e sepolto.
Quel buon senso, per il quale, mai come nella questione in ispecie, “SUMMUM JUS” sarebbe “SUMMA IUNIURIA”.
Nella questione in ispecie, come in tutti quelle altre, nelle quali il rispetto, sul piano formale, di norme e di principi teleologici di carattere generale, finisce per prevalere, sulla cruda realtà dei fatti che, in fase attuativa, hanno decretato, in maniera chiara ed inequivocabile, il fallimento degli obiettivi, sul piano teorico assolutamente condivisibili, che, con una Legge, il Legislatore si era prefissato di raggiungere.

Per noi di Cefalù, il “vulnus” al buon senso si è aggiunto, o si aggiungerebbe, al “vulnus” alla nostra intelligenza.
Quella, che il Sindaco Lapunzina ed i Suoi continuano ad offendere.
Imperterriti.
Con le posizioni, che hanno assunto e con le dichiarazioni, che hanno reso, nel corso della vicenda, iniziata, giova ricordarlo, con la cessione delle reti e del servizio idrico integrato ad APS da parte del Sindaco Guercio.
Una cessione, che, se non fosse stata fatta, sarebbe stata  un “vulnus”.
A dirlo a tutti ed, in particolare a Loro che non lo hanno capito o, che fanno finta di non averlo capito, non siamo io ed altri che, pure, lo abbiamo detto e scritto.
A dirlo è, proprio, l’impugnativa del Commissario dello Stato.

Saro Di Paola, 12 agosto 2014

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Commenti

Evidentemente, anche altri "circuiti" hanno consistenti perdite.

Se la cessione ad APS non fosse stata fatta, non si sarebbe creato alcun  "vulnus"

A dirlo non sono io, ma l' art. 1 comma 6 della L.R. 2 del 9 gennaio 2013 , secondo la quale "Nelle more della approvazione della legge di cui al comma 5, i comuni che non hanno consegnato gli impianti ai gestori del servizio idrico integrato, continuano la gestione diretta."

In virtù di tale norma, non impugnata dal Commissario dello Stato e pubblicata sulla GURI n. 2  del 11 gennaio 2013, che gli oltre 30 comuni della provincia di Palermo, che, all'epoca, non hanno ceduto le reti, continuano anche oggi a gestire il servizio, avendo nel tempo mantenuta integra la struttura di cui disponevano.

Omettere un simile "dettaglio", specie da parte di chi annovera trattati sull'argomento acqua, questo sì è un "vulnus" alla intelligenza di noi tutti.

"Historia non facit saltus" ci ha ricordato il Presidente del Consiglio, prof. Antonio Franco, nel corso dell'ultimo dibattito consiliare "sull'acqua".
Ed a ricordare un comma della legge del 9 gennaio 2013 senza ricordare la Legge che, per ottimizzare i servizi, qualche anno prima, aveva istituito gli ATO si fa, proprio, un "saltus".
Un salto che, peraltro, non serve affatto per sostenere la tesi che "non si sarebbe creato alcun  "vulnus" se la cessione ad APS non fosse stata fatta" solo perchè "secondo" quello stesso comma " i comuni che non hanno consegnato gli impianti ai gestori del servizio idrico integrato, continuano la gestione diretta"" .
Sostenerlo è come sostenere che non ha "offeso" le leggi urbanistiche chi è riuscito a sanare un abuso edilizio grazie ad una legge di sanatoria successiva all'abuso medesimo.

Nel caso in ispecie vi è, pure, di più.
QUEL COMMA E', veramente, UN DETTAGLIO.
Di quelli senza virgolette, però!!
Forse che la Regione avrebbe potuto dire cosa diversa per gli oltre 30 Comuni della Provincia di Palermo, che non avevano ceduto le reti?
Forse che avrebbe potuto allargare anche a tali Comuni la gestione del Commissario Straordinario?

Se la Regione non avesse detto, come ha detto, o disposto, sarebbe stato un "vulnus" all'intelligenza di tutti.

Caro Saro, fatica inane la tua! Non puoi parlare di diritto e di logica del diritto - per non dire di filosofia del diritto - a chi è per sua natura un leguleio infarcito di sintesi da manuale.