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23 Giugno 2025, 10:40 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |


La storia recente di Cefalù, quella degli anni a cavallo tra la fine del secondo millennio e l'inizio del terzo, è stata, ed è, caratterizzata da tre GRANDI QUESTIONI: PORTO, FERMATA FERROVIARIA, POTABILIZZATORE.
Questioni, tutte, IRRISOLTE, ancora oggi nel 2025.
Questioni, che, ormai, da circa 40 anni, mi hanno appassionato, e mi appassionano, al punto di essermene occupato, da rappresentante delle Istituzioni e da cittadino, con scritti, con i quali ho cercato di sviscerarle nei passaggi più significativi, che, nel tempo, le hanno caratterizzate.
Come pochi, anzi come nessun altro.
La sentenza, con la quale, lo scorso 20 giugno, il Tribunale Civile di Termini Imerese, www.qualecefalu.it/node/25114, ha condannato il Comune di Cefalù al pagamento di 809.000 euro -oltre interessi anatocistici e spese di giudizio- a "Sorgenti Presidiana" per il servizio di potabilizzazione dell'acqua reso nell'anno 2017, ha riportato all'attenzione della politica e della pubblica opinione la terza delle predette questioni.
Quella del potabilizzatore.
Una questione che, nel gennaio del 2005, era risolta e
che, con la chiusura forzata del potabilizzatore, nell’agosto del 2017, è tornata ad essere irrisolta.
Una questione che sarà definitivamente risolta quando l'AMAP, dopo avere ultimato un nuovo potabilizzatore, per un importo stimato di oltre 33 milioni di euro, tornerà ad immettere nella rete del civico acquedotto acqua con le stesse caratteristiche di potabilità di quelle, che, per oltre 12 anni, vi ha immesso "Sorgenti Presidiana".
Con la differenza, aggravante, che, frattanto, alla fatiscenza della rete del civico acquedotto, che, secondo i più “rendeva inutile la potabilizzazione” negli anni di "Sorgenti Presidiana", si sarà aggiunta quella dei successivi venti anni, nei quali nessun intervento, risolutivo e non, su di essa è stato eseguito.
Le ragioni per le quali nel 2017 si arrivò alla chiusura forzata del potabilizzatore non sono note a tutti.
In particolare e per ragioni anagrafiche, ai ventenni e trentenni di oggi.
Ma non solo a loro.
Le riproporrò sulle pagine di questo blog per quanti hanno interesse a conoscerle e per quanti altri volessero tuffarsi, o rituffarsi, in un passato politico, che, per quanto relativamente recente, è lontanissimo dal presente.
A domani.
Saro Di Paola, 23 giugno 2025
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Commenti
E le condutture?
I fatti dicono "prima a zuotta"
Caro Enzo, sul dilemma "prima l'uovo o la gallina" ci siamo più volte confrontati sulle pagine di questo blog.
Io a sostenere che il potabilizzatore è utile anche con una rete fatiscente, perché l'eliminazione del calcare serve, quantomeno, a preservare gli elettrodomestici ed i tubi degli impianti delle nostre case e tu ad insistere nel ritenerlo inutile con una rete idrica pubblica che, in verità, non sempre, ma soltanto dopo la riparazione di guasti, "fa arrivare acqua piena di ruggine ai nostri rubinetti".
Però, a prescindere dalle nostre posizioni, un fatto è certo.
Io l'ho ricordato nello scritto che tu hai commentato: AMAP grazie ad un finanziamento ottenuto col PNRR sta investendo 33 milioni di euro per realizzare il nuovo potabilizzatore di Cefalù.
Di fatto, AMAP sta pensando "prima a zuotta e poi u cavaddu".
Probabilmente perchè non esistono, o non ha, prospettiva alcuna di rifare la rete idrica.
La conseguenza sarà che, non appena l'avrà ultimato ed immetterà in rete acqua potabilizzata, riprenderemo a pagarla come potabile.
Anche se coninuerà ad uscire dai nostri rubinetti piena di ruggine.