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25 Aprile 2025, 07:31 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |


Del raddoppio ferroviario in territorio di Cefalù, quale segmento del raddoppio della linea veloce PA-ME, in Città si dibatte da circa 47 anni.
La prima volta se ne parlò nella seduta consiliare del 6 novembre 1978, io c’ero, quando le FFSS chiesero il parere di competenza del Consiglio su quella che allora era soltanto la manifestazione di un interesse delle Ferrovie.
Il Consiglio, che, già allora, aveva compreso che il raddoppio per velocizzare la linea non sarebbe potuto avvenire in affiancamento al binario esistente e che, pertanto, il territorio di Cefalù sarebbe stato liberato da tutti i passaggi a livello da Salaverde a Sant’Ambrogio e dalla cesura, in direzione Est-Ovest, costituita dalla linea esistente, espresse il suo voto favorevole ribadendo la condizione che il raddoppio venisse realizzato interamente in galleria.
Il dibattito sulla questione ha avuto punte assai vivaci.
Alla fine degli anni ottanta quando le FFSS presentarono al Consiglio comunale, io c’ero, i primi progetti di massima della tratta, poi nei primi anni del 2000 quando, io c’ero, presentarono i primi progetti definitivi e, quindi, negli anni 2015 e 2016, quando, finalmente, venne illustrato pubblicamente nella Sala delle Capriate il “progetto esecutivo” redatto dalla ToTo che, frattanto nel 2012, si era aggiudicato l’appalto integrato dell’opera sulla base dell’ultimo progetto definitivo approvato dal Consiglio nel 2003.
La risposta alla tua domanda “COSA PENSO DEL RADDOPPIO E DELLA FERMATA SOTTERRANEA” non posso licenziarla nei 20 minuti, che la tua trasmissione mi mette a disposizione, anche perché la tua per essere la stessa domanda, che mi fanno in tanti, mi dà l’opportunità di fare chiarezza sull’opera, nel suo complesso, che, più di ogni altra, lascerà il segno nel territorio di Cefalù e di cui la maggioranza di cefaludesi, e non, ignora gli aspetti fondamentali.
Emblematica al riguardo è la replica che, ieri, il responsabile della pagina FB “Palermo in Progress”, che seguo perché ben informata, ha dato ad un commento nel quale un lettore aveva chiesto notizie sulla fermata di Cefalù.
Il responsabile della pagina, che credo sia un ingegnere, gli ha risposto che “la fermata di Cefalù sarà sotterranea e vi si accederà con scale mobili dal piazzale dell’attuale stazione”.
Il che non è affatto vero.
Fatta questa precisazione, inizio a rispondere alla tua domanda dicendo che, oggi 24 aprile 2025, del raddoppio e della fermata sotterranea di Cefalù penso ciò che pensavo alla fine degli anni novanta del secolo scorso, quando il Comitato "Cefalù-quale ferrovia" cominciò a proporre ad RFI soluzioni di tracciato compatibili con i raggi di curvatura di una linea, che, per essere stata declassata da linea ad alta velocità a linea ad alta capacità, rendevano ipotizzabile una fermata sotterranea urbana, la più prossima possibile all'attuale stazione.
Fermata, che i viaggiatori avrebbero potuto raggiungere dalla banchina principale dell’attuale stazione con un percorso relativamente breve.
Nella foto aerea che nel “progetto esecutivo è titolata “inquadramento generale dell’opera”,
al tracciato in rosso-arancio, che si sta realizzando, ho aggiunto, in verde, quello che, grossolanamente, era il tracciato della linea con i raggi di curvatura ben maggiori che la rendevano percorribile da treni ad alta velocità.
Guardando la foto, non è difficile rendersi conto che il tracciato in verde sottopassava il territorio di Cefalù molto più a monte di quello in rosso-arancio e, conseguentemente, ad una profondità molto maggiore, rispetto alla superficie della fascia collinare che avrebbe sottopassato.
Tanto più a monte che non avrebbe interferito con le zone intensamente edificate di Santa Lucia, Pietrapollastra, Spinito, Pacenzia e Pietragrossa e, quindi, tanto da non potere provocare danni all’edificato.
Quei danni che il tracciato rosso-arancio ha, invece, provocato, già a seguito della realizzazione della prima canna della galleria "Cefalù", con talpa TBM e, per di più, in modalità a pressione.
Seppure, come hanno detto i tecnici di RFI e ToTo, danni di lieve entità e nella misura prevista nel progetto.
Le soluzioni di tracciato proposte dal comitato furono in totale sette, due delle quali, erano quella con l’accesso alla fermata sotterranea dalla Piazza Bellipanni
e quella in trincea, come la stazione Notarbartolo a Palermo,
proprio in corrispondenza dell'area di sedime dell'attuale stazione.
In appositi scritti pubblicati sul blog Quale Cefalù, www.qualecefali.it/node/24657 , www.qualecefalu.it/node/24297, wwww.qualecefalu.it/node/24194 , ho spiegato le ragioni per le quali tali due soluzioni erano più FOLLI delle altre,
sia dal punto di vista strettamente ingegneristico e sia anche dal punto di vista dell’assetto urbano e urbanistico che la nostra Città avrebbe potuto avere ad opera ultimata.
Quanto ho detto sin qui è storia o cronaca di ieri, che ho ricordato per premetterla alla risposta alla tua domanda, che mi accingo a darti.
Ebbene, per quanto attiene alla prima parte della tua domanda, quella sul raddoppio, penso che, alla fine della storia, prima o poi, la linea sarà completata come prevista nel tracciato appaltato.
Di tale tracciato, iniziando dalla sua estremità orientale, oggi sappiamo:
- che procedono speditamente i lavori previsti tra l’attuale stazione di Castelbuono e Malpertugio;
- che è stata ultimata la struttura della cosiddetta galleria Sant'Ambrogio, quella ad una canna lunga oltre 4.000 metri nella quale correranno i treni da Malpertugio al versante orientale del torrente Carbone;
- che è stata, anche, ultimata la galleria di emergenza di tale galleria, che, detta “finestra Sant'Ambrogio”, è lunga 700 metri circa ed ha l’imbocco nel vallone di marzo, a monte della SS 113 e ad est del bivio per Sant'Ambrogio;
- che, nelle incisioni vallive del Carbone e del Mazzatore, sono in fase di completamento le strutture dei due piccoli viadotti, lungo i quali correranno i due binari nell’unico tratto a cielo aperto della tratta, in territorio di Cefalù;
- che della galleria, cosiddetta “Cefalù”, a doppia canna, della lunghezza di quasi 6.700 metri, stando all'ultimo comunicato di RFI, sono stati realizzati 4334 metri della canna lato monte.
Il che significa che ne mancano circa 2400 per arrivare in quello che sarà il suo imbocco sul versante occidentale del Mazzatore.
Il che significa, anche, che per il completamento di entrambe le canne mancano circa, (2400+6700) 9.100 metri, che, con una velocità media di avanzamento della talpa di 13 m al giorno, potrebbero essere realizzati in 700 giorni lavorativi, cui andrebbero aggiunti i giorni necessari:
per far tornare la talpa ad Ogliastrillo, per smontarla, riassemblarla e metterla in condizione di ripartire davanti all’imbocco della canna lato mare, nonché i giorni necessari per la manutenzione ordinaria, periodica, e per quella straordinaria nel corso del nuovo viaggio verso il Mazzatore, i giorni per il cambio della sua modalità di avanzamento. In ultimo i giorni per riportarla indietro ad Ogliastrillo, dopo l’ultimazione della seconda canna, e smontarla definitivamente.
Il tutto fa presumere che, salvo grossi imprevisti, la struttura della galleria Cefalù e con essa il tracciato del raddoppio potrebbero essere completati tra non meno di quattro anni, cioè entro il 2029.
Il che, però, non significherebbe che, entro il 2029, il raddoppio sarà aperto al passaggio dei treni.
Ciò perché, entro il 2029, per il passaggio dei treni i due binari dovrebbero, anche, essere attrezzati.
Fatto impossibile perché, pur se, a quella data, fossero stati attrezzati la linea lato monte ed il tratto dalla stazione di Castelbuono all’imbocco di Mazzatore della linea lato mare, resterebbe da attrezzare, quantomeno, la canna lato mare della galleria Cefalù da Mazzatore ad Ogliastrillo.
Tale tratto, infatti, potrà essere attrezzato soltanto dopo che la talpa sarà stata riportata ad Ogliastrillo e là definitivamente smontata.
Ma non solo.
I circa quattro anni, che, stimati come li ho stimati, mese più mese meno, dovrebbero richiedere i lavori di completamento del tracciato del raddoppio, sarebbero sufficienti, soltanto se, frattanto, si riuscissero a completare le opere per la fermata sotterranea previste nel "progetto esecutivo".
Opere che descriverò nella seconda parte.
(continuerà dopo la puntata del programma di Pino Simplicio di giovedi 8 maggio 2025)
Saro Di Paola, 25 aprile 2025
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